Capitolo 79. Guardami le spalle

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E se ti mostro il mio lato oscuro,

mi stringerai ancora a te, stanotte?

Pink Floyd

JACK

Mi volto, prendo per mano Madison e saliamo nelle mie stanze. Ordino alle guardie di iniziare il protocollo di sicurezza organizzato tutti questi giorni immaginando che sarebbe successa una cosa del genere. Analizzo la situazione dalle telecamere di sorveglianza: un numero intenso di soldati ha circondato l'abitazione, sono armati. Hanno tutti una spilla ad H rossa sulle giacche di pelle.

"A tutte le unità, salvaguardate l'abitazione, seguite il piano stipulato. Attivo i controlli di chiusura della reggia, utilizzate l'armeria idonea. Sono armati fino al collo". Barrico la reggia con le serrande d'acciaio, per quanto possa bastare.

Esamino i loro indumenti, noto delle granate legate alle cinture. Visiono tutte le uscite di sicurezza ma sono tutte ridondanti di avversari. Ci hanno circondati.

Ed è tutta colpa di mio padre.

Mi giro, Madison non è più dietro di me. "Madison!"

Esco dalla stanza terrorizzato ma la vedo arrivare. Si è cambiata: ha i jeans e la maglietta dell'ultima volta che è venuta qui togliendosi tacchi e vestiti. Attorno alla vita ha una cintura con delle pistole legate.

"Dimmi cosa devo fare". Mi dice.

Reattiva, audace, in gamba, coraggiosa, vigile, sveglia, forte.

È questa la donna che devo sposare.

Non posso fare a meno di sorriderle. "Spogliati di nuovo, amore. Non è questa l'uniforme che indosserai".

La porto nell'armeria, appese al muro c'è la mia divisa utilizzata per le missioni.

Sono di un nero intenso, con dei pantaloni cargo e delle maglie del medesimo colore aderenti. Anfibi come scarpe. Cinture per inserire ogni tipologia di arma. Ognuno con le proprie iniziali appena sotto la spalla, la sigla della 'Torres House' al di sopra.

J. W. Torres

A primo impatto dei normali vestiti, ma dovunque si tocchi c'è un'arma nascosa, le tasche dei cargo ricche di accessori e il tutto praticamente indistruttibile tanto da non essere necessari giubbotti antiproiettili.

A fianco alla mia e di alcune misure più minuta, la divisa di Madison.

M. Bianchi

"Ho chiesto a Stella di consegnarmela, volevo dartela io stesso e mi sembra il momento che la utilizzi".

Lei tocca il tessuto, vedo l'adrenalina nei suoi occhi mentre la sfiora per la prima volta. Si gira verso di me con un lieve sorriso. "Non ti spaventa più lasciarmi combattere?"

"Al contrario, so che sei la nostra arma più letale".

Le porgo la sua divisa, io prendo la mia. "Non credo tu abbia bisogno di una stanza per cambiarti, non hai nulla da nascondermi". Mi inumidisco le labbra.

"Lo stesso vale per te, signor Torres". Si toglie la maglia, i pantaloni. Non ne sono sicuro, forse sono rimasto a fissarla qualche secondo.

"Concentrati, soldato".

Dio, deve essere mia.

Inizio a riempire ogni fessura della divisa di armi, le tasche dei cargo, lego alla mia schiena una MG 42 che punterò sempre davanti a me. Poi passo a lei, si sta acconciando i capelli scuri in una coda alta lasciando il suo collo scoperto, noto qualche segno che le causai con la bocca.

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