Capitolo 77. La pistola è carica, non agitarti

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L'autunno negli occhi, l'estate nel cuore.

Fabrizio de André

MADISON

Rimaniamo solo noi due in cucina. Lui davanti a me.

Insieme a lui c'è anche Simon, Stella deve non essersene accorta e si chiudono in camera insieme.

Ha ancora la giacca nera, come la camicia. Lo sguardo serio puntato su di me, freddo e distante. Non apre bocca, evidentemente ritiene che sia io la prima a dover parlare. Dopotutto ciò che pensa lo ha detto in macchina.

"Volevo proteggerti" gli dico con un filo di voce. "Ha parlato di voi due, di quando stavate insieme e non ho visto più nulla". Non ho il coraggio di guardarlo, questo non capita mai. Siamo abbastanza distanti, lui è rimasto vicino alla porta. "Non volevo mandare a monte il tuo piano, ma non sono riuscita a rimanere con le mani in mano mentre ti puntavano quelle pistole addosso. Anzi, non me ne starò mai con le mani in mano. Io ti proteggerò sempre perché non voglio che sia solo tu o gli altri a rischiare la vita per me. Non è giusto. Io ho preso questo rischio perché è davvero ciò che voglio fare, rischiare per voi, non essere un peso". Inizio a singhiozzare, ho troppa paura di averlo deluso e che non mi voglia più. L'unica persona che riponeva tutta la sua fiducia in me è sicuramente delusa. Non posso fare altro che abbassare lo sguardo mentre singhiozzo.

"Guardami".

La sua voce è spenta e anche il mio cuore smette di battere. È freddo.

Dopo alcuni istanti, alzo lo sguardo e i suoi occhi di un celeste intenso mi fulminano.

Ci guardiamo, poi parla. "Non mi aspetto che tu rimanga con le mani in mano, perché so che per quanto ti venga chiesta una cosa non riesci a controllarti". Si avvicina, lento. "Mi hai fatto preoccupare, sai?"

Cerco di ingoiare il nodo di saliva che si è creato. "Io devo proteggerti".

"Ti sembra che ti abbia fermato o ti abbia lasciato proteggermi?" Mi chiede. Inizia a togliersi la giacca.

"N-non mi hai fermato".

"Esattamente" lancia il cappotto sul divano. "Non ti ho fermato. Non so se essere fiero o pentito al riguardo".

Mi mordo il labbro, non riesco a stare ferma. Ho bisogno di andare via.

"Che cosa devo fare con te?" Mi chiede.

Sospiro, espiro. "Continua a lasciare che ti protegga".

Ora è davanti a me, il suo buon odore mi assale le narici e ho bisogno di toccarlo, ho bisogno di lui. "Credi che tu non mi protegga?" Mi chiede con tono calmo. "Credi che sia solo io a fare il lavoro sporco? O magari nella mia vita hai assunto un valore più fondamentale di quanto tu creda".

Questa voce bassa, calma, virile. Io penso che ogni donna cadrebbe al suo cospetto. Anzi, è così.

"Quella che mi imprimi è una sorta di corazza per l'anima, mi proteggi anche solo respirando. Ma non voglio che tu mi faccia da scudo umano". Mi accarezza il mento. "A meno che io non sia morente per terra e tu non indossi un giubbotto antiproiettile".

Gli stringo la mano sotto al mento. "Qui sbagli, io sarò morente prima di te perché ti avrò salvato".

"Sai perché penso ci uccideranno entrambi?" Azzarda un lieve sorriso. "Sei l'unica a cui non riesco a imprimere ordini senza che tu non ti opponga" avvicina le sue labbra alle mie. "Se tu vuoi far parte della mia squadra, devi attenerti alle mie regole".

Il terrore e la tristezza lasciano spazio all'adrenalina causata dalla sua vicinanza. Sarà che tutte queste emozioni insieme mi stanno facendo uscire fuori di testa e questo è poco ma sicuro.

SidereusWhere stories live. Discover now