Capitolo 35. Confessioni

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Condividiamo spesso il nostro mondo interiore,

con la pretesa che una massa di analfabeti sappia leggerlo.

Johann Wolfgang von Goethe

MADISON

Sono a dir poco scossa e non so dove aggrapparmi. Inizio a sentire il panico e la paura addosso tanto che non riesco a reggermi in piedi. Non appena entriamo nell'appartamento e chiudo la porta scivolo cadendo appoggiata ad essa, con le lacrime che sgorgano. Mi manca casa, la mia famiglia. Mi sento piccola, sperduta, in trappola e l'unica cosa che voglio fare è abbracciare le mie amiche e la mia mamma in Italia. Sentirmi a casa e ritrovare i miei punti di riferimento.

Jacob, nonostante quello che ho passato stanotte, ha deciso di bloccarmi sulla parete velando minacce. Eppure, era lui la persona che mi teneva stretta la mano istintivamente davanti al nemico. Perciò non capirò mai perché mi fa questo, perché mi odi, perché si prende gioco di me e dei miei sentimenti, perché non mi abbia semplicemente fatta fuori da tutto questo. Chissà cosa potrebbe farmi ora che quel ragazzo ha confessato. E ora piango come una bambina.

Stella si inginocchia vicino a me con segni del pianto precedente che sono marcati. Ci guardiamo e sfoghiamo tutte le emozioni di questa sera prima di riuscire a parlare. Passano diversi minuti e le nostre mani sono unite, la sua testa poggiata sulla mia spalla entrambe con la schiena sulla porta di casa, la nostra casa.

"M-mi dispiace". È l'unica cosa che riesce a dire, io non so neanche da dove devo iniziare perché non so cosa sia successo, troppe informazioni insieme e soprattutto non so a cosa credere più.

Non sta negando niente di ciò che ha detto Derek.

Io so nel profondo che lei non farebbe male a nessuno e non ho intenzione di lasciarla da sola, ci gioco la mia vita.

Mi giro verso di lei e mi metto in ginocchio. "Stella, che significa tutto quello che ha detto quel ragazzo? Sono la vostra esca? Morirò? Dimmi cosa succede per favore, che cosa nascondete tutti?" Tiro su con il naso e Stella ha il mascara colato, ma nonostante questo per me rimane bellissima.

"I-io non ti farò mai del male, Madison. Lo so il rischio che corriamo entrambe. Mi dispiace se per una volta ho messo da parte le regole e ho voluto un'amica, ho voluto sentirmi normale". Ritorna a piangere ma cerco di capire meglio cosa significa. Devo farlo, ne vale la mia vita e sicurezza.

"Non piangere, non voglio andarmene da te. Voglio solo che mi aiuti a capire". Lei alza lo sguardo e i suoi occhi dorati sono così luminosi da farmi male.

"Non te ne andrai? Davvero?"

"Io non vorrei andarmene, Stella. Stare qui è stato il mio sogno di una vita e non voglio buttare nulla all'aria per qualcosa che non so davvero. Possiamo ancora migliorare la situazione, credo. Però devo capire cosa sta succedendo. Aiutami a capire, non ho paura di te".

Lei torna ad abbassare lo sguardo e con un fazzoletto di stoffa si pulisce gli occhi. Prende un bel respiro profondo e lo tira fuori. Alza gli occhi verso di me, seri e tristi come non li avevo mai visti. Con un filo di voce, risponde.

"Ti dirò tutto ciò che vuoi sapere".

STELLA

Dopo esserci ricomposte e messe in abiti da casa, ci accomodiamo sul divano davanti ad un tè caldo nonostante ormai sia tardi. Questo per me è un momento decisivo: rispondendo alle sue domande la trascinerò in un importante rischio svelando informazioni private, ma sono stanca di privarmi di una vita normale per le imposizioni della mia famiglia. Madison è pronta ad assumersi rischi e responsabilità? Ottimo, non la fermerò. Dopotutto, lei stessa mi ha confermato di starsi assumendo tutte le sue responsabilità a seguito di ciò che sta per sapere. Non so se si tratti di follia o coraggio.

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