Capitolo 13. Mi perseguiti

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Il fatto è che certe cose le puoi dire solo a chi

sai che le può capire. Che è anche il motivo per

cui parliamo cosi poco, di quello che ci importa davvero.

Enrico Galiano

STELLA

"Quindi ti hanno ammessa nella squadra?"

"Non sono ancora sicura. Si saprà tra qualche tempo".

"Sarei voluta venire" le dico dispiaciuta. "Avevo del lavoro da fare in ufficio con i miei".

Alza lo sguardo verso di me, staccandolo dallo schermo del PC. "Cosa fai in ufficio da tuo padre?"

Cosa non faccio con lui. Un mare di lavoro ogni volta e non è proprio semplice da spiegare. Qualche bugia sono costretta a dirla per ragioni di forza maggiore.

"Sono una sorta di segretaria siccome presto lavorerò al suo posto e vuole che inizi a fare pratica fin da subito". Spiego, mentendo un pochino. Solo un pochettino.

"Capisco. Sembra divertente. A te piace?" Sembra curiosa.

Nessuno mi aveva mai fatto una domanda del genere. Ormai ad oggi chiedere 'come stai? Ti piace? Va bene così?' è diventato opzionale e invece queste domande custodiscono un valore immenso. Solo che le persone ormai non lo capiscono. O perché sono ciechi, o perché non vogliono subire i problemi altrui. No, a me non piace per niente ciò che sono costretta a fare. È orribile, schifoso, illegale e terrificante.

"A me? Beh, abbastanza. Diciamo che i miei genitori ci tengono particolarmente e quindi devo sforzarmi di farmelo piacere. Ad essere onesta non ho mai avuto molta scelta di fare ciò che desiderassi".

Aggrotta la fronte leggermente, confusa. "Dovresti fare quello che ti rende più felice, specialmente se comporta il tuo futuro".

Se sapessi, cara Madison. Se sapessi.

"Hai ragione. Seguo anche delle passioni: di solito canto".

"E cosa aspettavi a dirmelo? Voglio sentirti". Dice elettrizzata.

Sorrido. "Quando ci sarà occasione. Ora però questione importante" mi metto a braccia conserte. "Quale vestito indosserai per il ballo?"

Sgrana leggermente gli occhi. "Non ho nulla. La cosa più decente che ho in valigia è il pigiama con i coniglietti. Sensuale, vero?"

Emetto una risata isterica, per me l'abbigliamento è sacrosanto. Non esco di casa se non dopo qualche ora di preparativo e questo Simon lo sa perfettamente.

"Evitiamo, Madison. Ti presterò qualcosa. Secondo me ti calza l'indaco". Dico riflettendo sul colore della sua pelle.

"Tu cosa indosserai?" Chiede.

Adoro queste domande. "Per la prima volta in vita mia metterò qualcosa di nero, anche se preferisco i colori luminosi. È un vestito lungo con spacco. Ci sono! Ho un vestito con lo spacco anche per te indaco. Aspettami qui".

Sgattaiolo in camera saltellando. Socchiudo leggermente la porta e questo gesto non è casuale; ho notato che sbirciava in camera mentre mettevo un oggetto non proprio legale nella mia borsa e se dovesse vedere cosa contiene il mio armadio potrebbe spaventarsi a dir poco. Premo il pulsante giusto che fa aprire la sezione del guardaroba per i vestiti. In un armadio fatto con maestria e marchingegni di ultima tecnologia si possono nascondere decisamente tante cose e passaggi.

Tra i vestiti cerco quello giusto, in particolare nella sezione riservata ai capi lilla e azzurri. Eh già, sono talmente tanti che sono divisi per colori. Anche Jack ha una passione per la moda, l'ho scoperto non molto recentemente. Dovrei ricattare di rivelare il suo segreto per vendicarmi dello scompigliamento di capelli davanti al 'Peak'.

SidereusWhere stories live. Discover now