Capitolo 37. Resta con noi

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Perché indugi in malinconia inessenziali?

Italo Calvino

MADISON

Io e Stella ci siamo addormentate sul divano dopo una lunga discussione e un film con Brad Pitt di ieri notte, confermo che Stella ha ottimi gusti cinematografici.

Abbiamo fatto colazione e tra non molto ci saranno le lezioni ma lei ha deciso di non andare e ha sconsigliato anche a me. Le seguirò da casa tramite computer, non voglio incontrare Derek fino a quando le acque non si saranno calmate e Stella è totalmente d'accordo con me. Sono io che penso proprio di voler restare e ne subirò le conseguenze, spero solo di aver fatto la scelta giusta.

Sarà il mio buon cuore, ma non riesco ad abbandonare i miei amici. Sarò folle, allora vuol dire che in mezzo alle loro vite combacio alla grande.

"No, non abbiamo voglia" sento Stella che parla al citofono. "No, via. Può salire solo Simon. Non so se lei è d'accordo".

Mi avvicino a lei dalla cucina e si gira verso di me. "Possono salire Alex e Simon? Vorrebbero salutare".

Annuisco. Non ho paura di loro, percepisco che sono brave persone e dopo ciò che mi ha raccontato Stella l'altra sera posso solo essere dispiaciuta per quello che passano ogni giorno. Non oso nemmeno immaginare. O forse lo farò presto.

Lei sospira. "D'accordo, muovetevi" e mette il citofono a posto. "Sei sicura che per te non sia un problema?"

"Credi che io abbia paura di loro?" Le chiedo.

"Fino a ieri sera credevo avessi paura anche di me". Mi si spezza il cuore alle sue parole, devo cercare di immedesimarmi di più nei loro panni e come sono visti agli occhi delle persone: pericolosi, potenti, armati. Basta pensare allo sguardo di Derek e quello dei ragazzi davanti al locale.

Mi avvicino a lei e le prendo la mano. "Non ho paura di voi, lo giuro".

Le si illuminano gli occhi e sorride, un vero e proprio raggio di sole. Il campanello interrompe i miei pensieri, Stella mi guarda e poi va ad aprire.

Alex entra cautamente insieme a Simon, esattamente nel modo opposto in cui entrò la prima volta che vennero a trovarmi: rumorosamente e in modo leggermente invadente. Ma ricordo il tutto con il sorriso.

Stella sorride a Simon e lui alterna con gli occhi sgranati me e lei, me e lei di nuovo. Colpito forse dal fatto che sono ancora qui e non posso fare a meno di sorridere anche io.

"Madison?" Alex si avvicina, solo ora noto il suo braccio sinistro tatuato di nero. Avvolge le sue braccia attorno a me e io approvo questo contatto. Mi abbraccia affettuosamente e mi sento in colpa per come ieri non li abbia neanche salutati.

"Ciao Alex". Gli accarezzo la schiena imponente in confronto alla mia.

"Siamo contenti di vederti qui". Il chipmunk è avvolto attorno a Stella. Presto gli rivelerò come l'ho battezzato.

"Già, proprio così". Alex sorride in maniera impacciata, come se nascondesse qualcosa. "Apprezziamo la tua fiducia sul fatto che sei rimasta qui nonostante ciò che è successo ieri e mi piacerebbe chiarire pacificamente con te, in nome di tutti". Alex ha un'espressione tranquilla in viso e impacciata tanto da ispirarmi serenità.

Rispondo. "Ammetto di essere ancora un po' confusa ma non ho intenzione di fare le valigie in maniera così imminente. Preferisco ascoltare voi piuttosto che Derek". Simon ed Alex alzano le sopracciglia stupiti da ciò che ho detto e io rivolgo lo sguardo verso Stella che a sua volta guarda Simon fiera e sorridente.

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