Capitolo 17. Vengo con te?

680 36 8
                                    

Ne parlai quasi tacendo. Io sono un maestro

del parlar tacendo, ho parlato tacendo

per tutta la mia vita e ho vissuto delle

vere tragedie dentro me stesso tacendo.

Fëdor Dostoevskij

JACK

"Se osate chiedermi una cosa del genere, vuol dire che avete una gran voglia di morire stanotte".

Io ne ho vissute di situazioni complesse nella mia vita, feroci, indicibili e tragiche. Ma una tale surrealtà mi mancava. Una ragazza, che all'inizio sembrava un divertimento ma che poi ho imparato a detestare, adesso sotto richiesta della mia squadra è costretta a dormire sotto al mio tetto. Quante volte è successa nella mia vita una cosa del genere? Mai.

Neanche i criminali più folli osano solo passare davanti a quella che è la mia fortezza nonché abitazione. Nessuno deve entrare nel mio mondo intimo e privato tale che è la mia stanza o il mio ufficio, contenente documenti e prove a dir poco essenziali e top secret.

La cosa che mi stupisce di più, è la stoltezza che stanno dimostrando i miei fratelli nel chiedermi di ospitare una ragazza ubriaca e insubordinata solo perché i miei genitori sono fuori città per affari.

Io spero solo sia un incubo da cui risvegliarsi il prima possibile, deve essere un incubo.

"Smettila di fingere che l'idea ti dispiaccia così tanto, Jack".

"Alex, un'altra parola e ti massacro".

"Stiamo calmi" interviene Simon. "Jack, se tornasse a casa sua potrebbero farle del male. Non puoi rischiare che le succeda qualcosa".

"Facciamo così" dico. "Fingiamo che sotto casa sua non ci sia nulla di sospetto e lei torna a casa, poi se la mattina dopo non la troviamo più nel letto prenderemo questo evento come gioioso perché ci siamo tolti un peso senza aver alzato un dito. Un piano infallibile".

Stella aggrotta le sopracciglia che per poco gli occhi non escono dalle orbite. La situazione non mi disturba, non è né la prima né l'ultima volta che qualcuno vorrebbe uccidermi.

"Sei uno stronzo". Sibila.

"Attenta a come parli" ordino. "Io non mi prenderò le sue responsabilità, è già un peso. Lei non può seguire il nostro stile di vita, quando lo capirete? Avete già fatto abbastanza idiozie da quando è qui".

"E' solo un contrattempo quello di stasera, la prossima volta gestiremo tutto meglio". Cerca di giustificarsi.

"Mi stupisco di te, Stella. Perché sei abbastanza intelligente e furba da capire che all'ordine del giorno ci sono 'disagi' e una persona non preparata o addestrata come lei non può sopportarlo. Adesso è ubriaca e sconnessa, ma se fosse lucida avremmo dubito rispondere a tutte le sue domande. Anzi, se avesse bevuto un po' più del suo drink sarebbe morta forse. Devo continuare?"

Stella è come una sorella, non voglio che soffra ma uno razionale fra di noi deve esserci. Di solito è compito di Simon, ma conoscendolo non può certo interferire contro ciò che la sua ragazza desidera. Bisognerebbe mettere da parte i sentimenti nel nostro lavoro, solo che per loro non sempre è possibile. Non sopporterei essere così dipendente da qualcuno come Stella è per Simon è viceversa: questo legame viscerale tra coppie per me è simbolo di debolezza. Non si è abbastanza forti se si cede così a qualcuno, a me non è permesso commettere questo errore. È già difficile tollerare la mia estrema cura per il benessere della squadra.

"Se non la proteggerai, io mollo la squadra" dice lei. "Per ora starà con noi e ti impegnerai ad aiutarla. Sarà solo per un anno, poi tornerò a maledirmi nella mia più totale solitudine senza una ragazza insieme a me. Sappi, Jack, che un'amica come lei non la ritroverò più quando se ne andrà. Ma tu questo non vuoi capirlo. A te a scelta: o la proteggi, o me ne vado".

SidereusWhere stories live. Discover now