Prologo

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Mi guardo allo specchio e mi chiedo come sia possibile che gli anni siano passati così velocemente. Siamo ad agosto e i miei vent'anni pullulano di curiosità e voglia di scoprire ancora più a fondo il mondo. È mattina, sono in pigiama e mi guardo allo specchio nella mia cameretta lilla. L'abbigliamento con pantaloni a scacchi e maglia con le scritte non rispecchia l'età che porto ma non ne faccio un dramma, non devo essere attraente per nessuno. In bagno combino il mio solito rituale: skin care con detergente, siero e crema. Spazzolo un po' i capelli e cerco di sistemare la frangia ribelle.

Mi guardo intorno e penso mi mancherà questo bagno, è da una vita che inizio la giornata in questa stanza fatta di piastrelle beige e lo specchio con la cornice dorata e luci luminose. Ogni mattina di nuovo anno scolastico mamma entra qui e mi posa un bacio sulla fronte rammentando come passa il tempo. Peccato che ormai per me la scuola sia finita perché ho iniziato l'Università l'anno scorso e oggi... mi aspetta qualcosa di molto più grande. Torno nella mia camera e mi gusto il dolce latte e caffè lasciato sul comodino, ricordando che un tempo la tazza lasciava spazio al biberon. Inizio a vestirmi e nel mentre mamma mi raggiunge in camera.

"Devi proprio andare, Madison?" Mi dice rimanendo sulla soglia della porta e appoggiandosi allo stipite. Guarda le valigie nell'angolo della stanza e mette il broncio. I miei genitori nonostante la mia nazionalità italiana hanno deciso di darmi un nome straniero, siccome mia madre si rese conto di essere rimasta incinta di me durante il suo viaggio in America con papà.

"Devo andare assolutamente mamma, sogno questo da una vita". Lei sembra pensierosa. Dopotutto sto per affrontare un'esperienza a dir poco importante.

Il mio fratellino fa la sua entrata burbera come al solito, ha ormai 12 anni ma la pazienza me la fa perdere lo stesso.

"Finalmente un po' di libertà" dice. "Anzi, adesso questa camera è mia dato che è la più grande e hai osato fregarmela". Ha un sorrisino malefico e gli tiro una pantofola.

"Dovevi arrivare prima caro mio. E tu, mamma, non confondere le stelle" dico indicando me stessa. "Con le stalle" indico il piccolo furbetto. Lui arriva e mi salta addosso.

Non cambieremo mai. Mi mancherà insultarlo quando entra in camera mia nei miei momenti di privacy e mi mancheranno le prediche della mamma su quanto siamo infantili e sul fatto che non cresciamo mai. Bei tempi. Papà affianca la mamma sulla soglia della porta. Mi ha accompagnata a scuola tutta la vita, mi sembra giusto che sia lui ad accompagnarmi all'aeroporto.

"Sei pronta, tesoro? Non capita tutti i giorni di andare a New York a studiare per un anno dopo aver venduto un rene e un polmone di tuo fratello per permettertelo". Ridacchio. Effettivamente ha ragione e spero che un giorno ripagherò tutto quello che i miei genitori mi hanno concesso. Lavorando come modella ho guadagnato una buona somma con cui pagherò parte del viaggio e i miei genitori contribuiranno. Li ripagherò prima di tutto con l'impegno scolastico e magari anche in via economica quando potrò. A proposito di economia, è proprio quello che ho scelto di fare: economia con specializzazione in management. Vorrei affrontare in America anche un tirocinio e spero di trovare qualche opportunità di lavoro come modella per continuare a guadagnarmi da vivere senza l'aiuto di nessuno, solo grazie a me stessa. Una cosa grossa. Ammetto di essere spaventata, ma ho superato cinque anni di Liceo con professori pazzi e compagni sclerati, posso farcela. Che vuoi che sia, sicuramente incontrerò tante belle persone e il clima sarà sereno magari andrò anche a qualche party americano.

"Mi mancherete mamma e papà. Tu no, teppista. Ah, ricordatevi di spedirmi giganti pacchi di pasta, sugo e quanto più riuscite a mettere". Tiro una spinta a mio fratello che mi sta ancora addosso e abbraccio i miei.

Mi rivolgo a mio fratello Tommaso. "Spero che quando tornerò per le vacanze non sarai a capo di una baby gang tutto tatuato e con dieci cortigiane attorno".

"Cos'è una cortigiana?" Chiede con i suoi occhioni scuri uguali ai miei.

"Vai a studiare, ignorante".

"Mi raccomando, non parlare con gli sconosciuti, studia come si deve, non farti mettere incinta". Dice la mamma.

"Mamma, per me tutti sono sconosciuti in quel paese. Vedrai che troverò tante belle persone socievoli. Comunque, persino il nostro cane ha una vita sentimentale migliore della mia. E sai che non mi interessa nulla di tutto ciò, adoro la mia indipendenza". Mi avvicino al mio barboncino nero che mi guarda da terra. Sembra un batuffolo e l'abbraccio forte.

"Mi mancherai più di tutti, però non dirlo agli altri". Le poso un bacino sul musino.

Andiamo vicino alla porta di ingresso e vedo mio padre che riunisce i bagagli. "Pronta?" Mi chiede sorridendo, anche se noto un velo di malinconia per la mia partenza. Io? Pronta? Mai stata più sicura. Abbraccio mamma forte e anche quella peste di mio fratello, raccomandando loro di stare attenti e promettendo che ci sentiremo ogni giorno per quanto possibile con il fuso orario. Tra l'Italia e America ci sono ben sei ore di differenza, non è certo uno scherzo. So che mia madre mi chiamerà la mattina per darmi il buongiorno mentre io mi sveglierò nel cuore della notte. Mi preparo psicologicamente. In ogni caso la mia famiglia è il cardine della mia esistenza: senza di loro, niente sarebbe vivo dentro di me. È l'unica forma di amore che conosco oltre a quella delle mie migliori amiche. Loro sono il mio vero amore, le due metà del mio cuore. Non ho mai conosciuto l'amore in una relazione, il calore di un vero bacio e sentirsi tutt'uno con qualcuno e ormai non so neanche se credere più che mi accadrà una cosa del genere. Eppure, tutti attorno a me sono felici con qualcuno. Di sicuro, per pessima esperienza personale, non è roba per me. Se sono destinata a vivere con me stessa lo accetto, di sicuro non ho bisogno di nessuno per essere felice. Mi basta ciò che ho e mi ritengo particolarmente fortunata già così. Porto via i ricordi perché questo non è il momento per rammaricarsi ricordando il passato. Sarà difficile lasciare le mie persone più care, ma sono sicura che nel "Nuovo Mondo" tante avventure mi aspettano e io sono più che pronta per affrontarle. Oltre ai miei esami in inglese e la pizza con l'ananas, certamente.

Mi giro un'ultima volta verso la mia dolce e bella casa mentre papà sta già uscendo con le valigie. Prendo un bel respiro, guardo mamma, mio fratello, casa mia.

Poi mi chiudo il portone alle spalle.                    


ANGOLO DELL'AUTRICE:

Ciao a tutti! Spero tanto che la storia vi piaccia. Ho cercato di essere originale il più possibile, non banale ed ho strutturato il racconto nei dettagli. Piccola precisazione: la maggior parte dellefoto che troverete all'inizio dei capitoli a New York sono state scattate da me personalmente. Ci tengo a sottolineare questo dettaglio perchè recentemente ho avuto l'occasione di visitare la 'Grande Mela' e passeggiare fantasticando sul fatto che avrei potuto incontrare i miei personaggi fra le strade della metropoli è stata senza dubbio un'esperienza unica. Detto ciò...

preparatevi a vedere le stelle.

SidereusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora