Capitolo 45. Aiutami a capire

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E tu, adesso che mi hai visto per

come sono veramente,

riesci ancora a guardarmi?

George Orwell

ALEX

Dopo l'attacco a Central Park mi sono preso il disturbo di andare a trovare le ragazze per verificare che sia tutto a posto.

Mi dispiace che Madison abbia dovuto assistere ma ci ha altrettanto stupito la sua freddezza e capacità di reagire, è stata una cosa forte. Dopotutto almeno una volta in un mese questa cosa succede, quindi avrebbe preso parte all'accaduto sicuramente in qualche modo.

Ma Jack, Cristo Santo non l'ho mai visto così impulsivo. Lui è quello che da ordini solitamente e noi ci affidiamo a lui. Dannazione, ha lasciato tutto per correre tra gli spari da Madison!

E poi dice che non vuole sentire parlare di lei, che deve andarsene e che è una distrazione per la squadra e cazzate varie.

Il vecchio Jack se non fosse come dice lui noncurante di quella ragazza l'avrebbe lasciata morire.

Lo dico con certezza perché conosco mio fratello da una vita e questi atteggiamenti non sono da lui, non mi stancherò di ripeterlo fino a quando questi due non fanno un po' di sano e puro sesso.

In ogni caso parcheggio davanti casa della brunetta e Stella e vedo Simon che esce dall'edificio, deve essere rimasto a casa loro dopo averle accompagnate.

"Simon!" Urlo dall'altro capo del marciapiede.

Lui mi vede e viene verso di me. "Che ci fai qui?"

"Un saluto per verificare che tutto sia a posto". Mi sistemo il ciuffo nero.

"D'accordo. Io devo andare in azienda da mio padre. Prega che mi sparino prima di arrivare". Lo so che per lui è una noia mortale come per tutti noi, perché siamo costretti a fare ciò che non ci piace invece di studiare per il nostro vero futuro, ma detesto quando dice così.

Gli tiro un ceffone dietro la nuca e lui agita le braccia dappertutto. "PAZZO!"

"Ti voglio bene anche io, orsetto spelacchiato". Gli spettino i riccioletti sulla nuca e inizio ad attraversare la strada. "Fai il bravo!"

"TACI".

Come sono aggressivi gli orsetti di oggi.

Prendo l'ascensore e arrivo davanti alla porta delle principesse. Busso e la sorellina apre in tutta la sua grazia.

"Uffa, non ci lasciate un attimo di privacy". Si sistema le ciocche bionde ma approfitto per giocarci con le dita. Lo faccio da sempre.

"Volevo solo controllare che stiate bene. Se vuoi tolgo il disturbo sorellina, ma non sai che ti perdi".

Alzo il mento e mi metto a braccia conserte sfoggiando i miei muscoli e il mio tatuaggio super figo come me.

"Entra, ma parlerai solo con Madi. Devo studiare troppo. Addio". E va verso la sua stanza. "Madi! C'è Alex e per la tua estrema gioia ti terrà compagnia". Chiude la porta della sua stanza lasciando una scia di profumo al sapore di fragola.

Madison è seduta sul divano con il computer sulle ginocchia e porta gli occhiali.

"Hey Mid, non sapevo fossi una quattr'occhi". Mi siedo vicino a lei sul divano.

"Da quando sono qui mi avete battezzata forse con quindici nomignoli diversi, ora ne troverò anche io uno per te". Toglie il computer dalle ginocchia e notai che stava scrivendo, chissà cosa.

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