Capitolo 1. Verso il Nuovo Mondo

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Avrei potuto accontentarmi,

ma è cosi' che si diventa infelici.

Oscar Wilde

MADISON

Le dieci ore per arrivare a New York non me le ricordavo tanto scorrevoli. Venni in questa splendida città per la prima volta a 17 anni ed è stato senza dubbio il viaggio più bello della mia vita; quindi, sono felice di tornare a 'casa'. L'ultima volta che sono salita su un aereo o durante qualsiasi viaggio abbia mai fatto è stato in compagnia della mia famiglia. Ma ora siamo io, le mie valigie e il cibo dell'aereo con una maratona di film di Harry Potter. Sto per entrare in una realtà in cui gestirò scuola, lavoro e una metropoli in totale autonomia, questa cosa mi elettrizza molto. Sono nata e cresciuta in una piccola città dove tutti conoscono tutti e per quanto io abbia viaggiato da sempre dovrò essere più che prudente e autonoma. Inizio a fantasticare su chi potrò incontrare e quante amicizie potrei fare. Gli esami saranno troppo difficili? Mi ruberanno? Ma soprattutto... come sarà la mia coinquilina? Dalla foto profilo del suo account Instagram sembra molto bella.

E se la voce che ho sentito al telefono per qualche minuto della presunta ragazza sarà una poveretta rapita e ora la raggiungerò insieme ad un sessant'enne maniaco? Tra l'altro il suo profilo ha milioni di followers. Sarà finta e mi ritroverò alla porta un maniaco sessant'enne? Tra l'altro ci ho parlato ben poco con questa ragazza, diceva di non avere abbastanza tempo e mi sembrava molto euforica come persona. Mi ha chiesto di mandarle il mio curriculum e io mi sono rivelata disponibile e cordiale come al solito fornendole ciò che ha chiesto. Non so molto di lei, ma data la sua popolarità sui social media sembra nota in zona. So però che non solo condivideremo casa ma andremo al college insieme; quindi, spero che mi aiuterà ad orientarmi e magari faremo amicizia. A giudicare dalle foto dell'appartamento che mi ha inviato sembrerebbe essere un attico, eppure mi ha chiesto una cifra esigua. Spero di non essermi messa nei guai, ma non ho avuto scelta e non volevo posticipare la partenza. Credo sia normale un po' di agitazione, dopotutto sto andando dall'altra parte del mondo totalmente da sola. Poi i miei pensieri vengono interrotti dalla splendida visuale dal finestrino e non posso fare a meno di pensare che dovrebbero aggiungere New York vista dall'alto alle sette meraviglie del mondo. Mi perdo nella vista dei grattacieli incantata, perché non sto ancora realizzando che per un anno questa sarà casa mia.

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Prima di scendere dall'aereo mi accerto di avere tutti i documenti a portata di mano e mi sbrigo a sistemare i miei bagagli. Riesco a trovare il tassista con un cartello con scritto il mio cognome "Bianchi" e carpisco che sarà lui il mio fidato cocchiere che mi porterà nella mia nuova casa. È un uomo di colore con capelli corti e smoking. Davvero splendido servizio.

Mi presento e mi accompagna alla vettura sorridendomi cordialmente. Gli spiego dove devo arrivare e parte senza esitazione. Tra l'altro, ho il livello C1 in inglese, ma sono talmente agitata che la mia certificazione è andata a farsi benedire. Sono abbastanza sicura, comunque, di non averlo insultato. Ci vuole circa un'ora per arrivare nella mia nuova casa dall'aeroporto. È nella zona centrale di Manhattan vicino a Time Square e l'attrazione Summit One Vanderbilt dove salii con la mia famiglia qualche anno prima. Questo è il sogno di una vita, starò qui tanto tempo e spero davvero che sarà qualcosa di super soddisfacente. Chissà quali altre avventure avrai da offrirmi, New York!

La vista dal finestrino del taxi è mozzafiato quasi quanto quella dall'aereo e ci imbocchiamo nel rumoroso traffico newyorkese. Non si vede la punta dei grattacieli e i luoghi sono teneramente familiari. Improvvisamente avverto una sensazione di calore dentro e so che starò bene qui.

"What's your name, miss?" Mi chiede il tassista. È il momento di sfoggiare le mie capacità linguistiche. Calmati, concentrati e non parlare arabo.

"Madison, sir. And your's?"

"Oliver, nice to meet you"

"Nice to meet you too!" Visto? Praticamente già madrelingua.

"Da dove viene, signorina?"

"Sono italiana signore, starò qui in America a studiare per un anno". Dico fiera.

"Davvero emozionante! Amo l'Italia, ci ho passato le vacanze l'anno scorso con la mia famiglia. Paese davvero singolare".

"Già, non vedo l'ora di cominciare quest'avventura".

"Allora le auguro buona fortuna signorina, perché siamo arrivati".

Il tempo è passato velocemente. Guardo fuori dal finestrino e vedo l'entrata di questo palazzo enorme che all'improvviso sembra il più bello del mondo e che da oggi in poi chiamerò casa. Le vetrate sono ampie ed è tutto così americano.

"Grazie mille Oliver, I hope to see you soon!".

"Bye bye, Madison. Good luck!" Mi dice e io sorrido.

Esco dalla macchina mentre Oliver sfreccia via e alzando il volto mi sento davvero piccola. Mi guardo intorno, respiro l'aria di New York, sento i suoni di ambulanze e taxi. Intravedo degli schermi qua e là insieme alle persone che corrono ovunque con la solita fretta.

Mi avvicino al portone e cerco di ricordare il cognome della ragazza così da suonare il citofono che è lungo quasi mezza parete. L'occhio mi cade subito sul cognome "Anderson". Bingo! Mi emoziono solo al pensiero di leggere tutti questi cognomi americani.

Ebbene, la mia nuova coinquilina si chiama Stella Anderson, ventuno anni, bionda splendida e popolare a giudicare dai suoi social. È un anno più grande di me e in zona avere ventuno anni significa essere maggiorenni. Quindi, nonostante io non sia una festaiola, potrà portarmi per i party americani che sono come nei film. Facendomi forza suono al campanello.

Il portone di questo enorme edificio si apre con un leggero suono e dalle vetrate noto addirittura una reception. Respiro profondamente ed entro. La struttura è avvolta da pareti eleganti e bianche e dorate, marmo e mobili moderni. Alcune signorine dietro il bancone mi sorridono e non capisco se sono in un hotel. Ci sono guardie del corpo in vari angoli della stanza. Mi avvino all'ascensore che arriva dopo pochi secondi. Non appena si apre, realizzo che non ho davvero idea di chi avrò di fronte e chi condividerà il tetto con me per il prossimo anno.  

SidereusOnde as histórias ganham vida. Descobre agora