Capitolo 54. Scoop

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Alcuni portano felicità ovunque vadano.

Altri quando se ne vanno.

Oscar Wilde

ALEX

Inizia a sentirsi il clima più fresco di fine settembre qui a New York ma le temperature restano sulla media.

Good morning, New Yorkes.

Looking for another beautiful day here in the city.

Mi sono offerto di accompagnarla al college oggi e in macchina si respira l'atmosfera della radio che annuncia una buona mattinata e appena Madison lo nota alza il volume al massimo come se fosse la sua canzone preferita.

"O mamma mia! Alex, questo suono lo ascolto in ogni video sui social di New York! Che emozione sentirlo davvero".

È così facile stupirla, davvero piccola in confronto a questo grande mondo ed è bello vederla sorridente.

"Già, già brunetta ma abbassa il volume. A meno che non sia una canzone dei Chase Atlantic non voglio sentire nulla".

"No, a meno che non sia una canzone degli Arctic Monkeys!"

"Non male, lo ammetto". Mi sono procurato degli occhiali da sole simili ai suoi solo per prenderla in giro. "Dunque, brunetta. Dobbiamo aggiornarci su qualche fatto recente?"

Lei si mette i suoi occhiali sulla fronte e mi guarda confusa. "Hm, no? Perché?"

"Sei proprio sicura?" Mi giro verso di lei con un'intonazione di chi sa già tutto ma spera di sentirselo dire lo stesso. Infatti, lei sembra capire al volo e gira subito il viso verso il finestrino.

"Accipicchia a quel chipmunk". Borbotta e scoppio a ridere.

"Hai cacciato gli artigli e dopo due mesi riesci già a far cadere il temibile Jack Torres ai tuoi piedi! Io l'avevo capito da quando ti ho vista salire sulla tua Maserati che eri una tipa tostissima".

Lei continua a non guardarmi ma intravedo le sue guance rosse. "Non è caduto ai miei piedi, mica stiamo insieme. Comunque, non chiedermi più di venire con te al campus. Anzi lasciami sul ciglio della strada, vado a piedi".

"Neanche per sogno! Voglio sapere se ti piace senza vestiti. Le signorine in giro non aspettano altro da anni ma tu, bella mia, l'hai conquistato nel giro di pochissimo tempo".

"Hm. Certo, un gioco da ragazzi".

Rido per il suo imbarazzo infantile e mi chiedo davvero come abbia fatto a rendere mio fratello piccolo e docile al suo cospetto. È davvero una sorpresa per tutti.

"So già i dettagli grazie all'orsetto spelacchiato ma sentirlo dalla diretta interessata è ancora più figo".

"Non c'è niente di figo, Alex" ora sembra arrabbiata. "Non l'ho conquistato. Non lo vedo e non ci parliamo da quella notte. Non succederà nulla".

Non credo proprio, diceva così anche quando le chiesi se le piacesse Jack e guarda dove siamo arrivati. "Ha avuto decisamente tanto lavoro da fare, non lo vedo da un po' neanche io. Torna nell'appartamento tardi ed esce la mattina presto. Chissà che combina. È anche il suo compleanno tra non molto. Ma so che questo già lo sai". Le faccio con una mano il solletico e lei mi dà un leggero schiaffo sulle dita.

"Simon è più pettegolo di Stella. E non sono sicura di fargli un regalo a questo punto perché mi tratta male".

"Non fare la permalosetta. Ci sto pensando anche io a un regalo da fargli. Magari un paio di tue mutandine nella sua tasca dei jeans?"

SidereusWhere stories live. Discover now