Capitolo 77. La pistola è carica, non agitarti

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"E se invece..." inizio a sbottonargli lentamente i bottoni della camicia nera. "Ci guardassimo le spalle a vicenda, dando gli ordini insieme?"

Le mie parole sono sussurri maliziosi sulle sue labbra, la mia voce assume una sfumatura diversa e vogliosa di lui. Improvvisamente.

"Non sono abituato a governare in compagnia". Si inumidisce le labbra.

"Hai detto che vorresti creare il caos con me, iniziati ad abituare all'idea". Gli accarezzo il petto solido, scolpito, perfetto. Lo voglio su di me. Poi però ripenso alle parole di Clara e mi si stringe il petto. Mi fermo con le mani sulla sua camicia, lui lo nota.

"Che cos'era quella ragazza per te?"

Il suo respiro è regolare, capisce di quale ragazza io stia parando. Anche lui ha sentito quello che mi ha detto. "Era solo un oggetto per colmare i miei istinti umani, non c'erano sentimenti. Con lei non sapevo ancora esistessero. E poi..." mi posa la sua mano sulla guancia.

"Tu sei stata il mio primo bacio, Madison. E non sono mai stato salvato. Hai idea dell'adrenalina che mi ha comportato questo tuo gesto?"

Scuote la testa, fossetta. "Sei peggiore di me nel creare il caos".

Non ha mai baciato Clara. Nessun'altra se non me. Eppure, con quelle labbra strega chiunque.

Assume un'espressione di furba e sfida sul viso. "Dunque, lascia che ti mostri la mia gratitudine".

Mi prende di scatto in braccio e mi appoggia sul tavolo della cucina, lancia via degli sgabelli e mi sdraia sopra il marmo freddo. Lui sale sopra di me.

Il mio respiro accelera, non so cosa voglia fare. Qualcosa di pericoloso.

"Ci sono delle sanzioni per chi non rispetta le mie regole". La sua voce è austera, profonda. Non so se esserne eccitata o intimorita. "Soldato Bianchi, lei ha disobbedito al suo comandante".

Si toglie la camicia e io mi beo della sua vista al chiaro di luna, illuminato solo dalle luci dei grattacieli che ci fanno compagnia tutte le notti. Ma questa notte sento sarà diversa.

"Vuole punirmi, comandante Torres?" Ansimo, la testa gira. Come fa a causarmi questo effetto?

All'improvviso strappa il mio vestito con le mani, lo riduce a brandelli.

Lancia i pezzi di stoffa lontani da me, lasciandomi totalmente priva di coperture sul mobile gelido della cucina. Ritorna a sdraiarsi su di me, prende qualcosa da dietro la cinta dei pantaloni.

Una pistola.

Non ho idea di cosa voglia fare. Cerco di alzarmi, lui mi blocca sul mobile di marmo. Il cuore esce dal petto e inizio a non respirare. Mi guarda, seduto a cavalcioni su di me, impassibile. Carica la pistola.

"C-che stai facendo?" Non ho più fiato nei polmoni. Lui sorride.

"Penso tu abbia capito che non sia un tipo romantico". La sua voce urla seduzione e austerità. "A me piacciono altre cose".

Mi mette le mani sopra la testa, tra le dita mi posiziona la pistola, carica.

Si abbassa i pantaloni, se ne disfa e li lancia. Rimane in piedi a contemplarmi con uno sguardo furbo e un pizzico diabolico. Tutta. Anche lui è privo di indumenti e come sfondo c'è la finestra illuminata di notte.

In una situazione del genere, è un diabolico ma assolutamente sexy e giovane imprenditore d'affari. O anche comandante. E non so cosa intenda per sanzioni.

Io sono sdraiata, con le guance accaldate e sconvolta da cosa sta facendo.

"Quando qualcuno si ribella" lentamente sale su di me. "Gli sparo, davanti a tutti, così che guardino cosa vuol dire sfidarmi. Sono impassibile quando lo faccio, mi piace farlo".

SidereusWhere stories live. Discover now