Capitolo 68. Voglia di riscatto

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"Stella! Sono io!" Dico e per poco non mi va la polpetta di traverso.

"MADISON! Stai bene? Dimmi di sì, ti prego".

"Sto benissimo, Stella" dico mentre lo guardo. Lui sorride e io arrossisco. "Dove siete, ragazzi?"

"I nostri genitori ci hanno costretto ad uscire dalla casa di Alex. Ci hanno staccato i telefoni ma per fortuna che ne abbiamo sempre uno di scorta" è Simon a parlare. "Alex e Liam sono rimasti in casa sua e i loro genitori sono insieme ai tuoi, Jack. Non so dove".

Jack torna serio. "E i vostri, invece?"

Simon risponde. "Credo siano insieme anche loro. Ci hanno imposto di separarci quindi io e Stella ce ne siamo andati. Stanno tutti portando avanti una sorta di riunione. Adesso siamo a casa mia perché non mi fido a far tornare Stella nonostante dicono che l'area del loro edificio sia sicura. Abbiamo cancellato ogni prova della presenza di Madison e abbiamo mandato una guardia a nascondere i suoi effetti personali. Dobbiamo cercare di calmare le acque. Non so cosa stiano tramando i nostri genitori".

Jack si inumidisce le labbra e sembra pensieroso. "La situazione si calmerà solo quando io avrò calmato mio padre. Potrebbero essere tutti in casa mia ora. Controllerò le telecamere".

Stella interviene. "Scusa, Jack. Noi ci stiamo facendo il culo da due giorni e tu neanche controlli le telecamere? Che cosa sei stato a fare fino ad ora?"

"Sono stato impegnato". Mi guarda ancora e sorride. Ma come diavolo fa a sorridere in una situazione del genere? Però le farfalle nel mio stomaco si sentono eccome.

Era impegnato a farmi vedere le stelle.

"Oh, uhm... capisco. Cerca di essere operativo. Più tempo ti nascondi e più tuo padre sarà furioso".

"Lo so. Voi rimanete a casa e non create ulteriori disagi. Ottimo lavoro, ragazzi. Adesso ci penso io".

"Stai attento, Jack. Bada a Madison". Dice Stella. Quanto vorrei abbracciarla.

"Sarà la mia priorità assoluta, fidati di me".

"O Cristo, ci ha fatto davvero un complimento? Dovrebbe stare con Madison più spesso". Sento la voce di Alex. Jack torna serio e alza gli occhi al cielo.

"A dopo, fratello". Simon chiude la chiamata.

Sento tornare la paura e l'adrenalina. I nostri aguzzini potrebbero essere sotto il nostro stesso tetto ma Jack sembra non preoccuparsi.

Mi prende e mi posa sul suo ventre. "Sento il tuo battito accelerare, voglio che tu sia tranquilla vicino a me".

Gli poso un bacio dolce sulle labbra. "Voglio che non ti succeda niente, promettimelo".

Lui mi guarda ma esita. Il petto mi sprofonda.

"Ci proverò, amore. A costo di salvare te".

Lo stringo forte a me, devo essere forte. Per lui.

Mi alzo e lui si alza con me.

"Possiamo farcela". Dico.

Gli stringo la mano, poi lui la lascia. Va verso la parete di legno e tocca una manopola nascosta.

Si apre una parte enorme di muro. Davanti a lui c'è una distesa di armi appese.

Iniziamo a fare sul serio.

JACK

Dico a Madison di prepararsi mentre io carico le armi. Non so cosa succederà, ma è meglio essere preparati.

Lei non sa ancora usare le armi, ma comunque le consegno un paio di pistole cariche se dovesse difendersi mostrandole velocemente come impugnarle. Io faccio lo stesso, solo che mi equipaggio con armi più pesanti. Sono abituato a sopportare questo peso sui vestiti, con abiti creati apposta per camuffare qualsiasi forma sospetta sulla superfice della giacca. Ho equipaggiato guardie che ci aiuteranno a fuggire, come disattivato diversi sistemi di sicurezza nelle vie di fuga e per farlo ho impiegato ore.

SidereusWhere stories live. Discover now