175 - Il marchio della stella nera.

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Cadde nel fango mentre le risate gli rimbombavano nella mente.
"Patetico,"
La rabbia lo rodeva, la ferita al fianco bruciava, ma non era ancora morto.
Poi la lama affondò nel suo petto fino all'elsa e quel volto, quegli occhi di giada che spendevano come gemme splendenti apparvero.
Vi lesse odio, lo percepì come se potesse penetrargli nelle ossa, insinuarglisi nelle viscere e stritolarlo come giganteschi e viscidi tentacoli.
"Appartieni alle ombre... Ed ad esse tornerai,"
Fu un attimo, un breve momento di pace e oscurità.
Poi la vita tornò bruciando lacerandolo come l'esplosione di una stella, facendo a brandelli il suo corpo e ricomponendolo malamente.
Urlò mentre il dolore della vita che tornava in lui pareva volesse lacerargli l'anima.
Ruggì e il suo nuovo primo respiro di vita gli bruciò i polmoni.
Era vivo, dolorosamente vivo e quegli occhi di giada lo osservavano di nuovo, tra i mormorii inorriditi della folla. Lo odiavano, lo temevano e invidiavano al tempo stesso.
L'immortale, l'abominio, il maledetto.


Ariele si svegliò stremando, si sfiorò il petto con mani tremanti.
Il suo potere, ora di nuovo libero lo aveva trascinato nella mente di Nevan, lo aveva visto, aveva vissuto la sua morte come se fosse stato al suo posto.
"Sei morto, e risorto. Potevo sentire tutto quel dolore, quell'odio che ti circondava, come puoi essere sopravvissuto"
Nevan lo scrutava impassibile. "Sei un empatico non è vero? Perché la tua mente si è focalizzata su di me?"
La voce del mago mal celava una certa curiosità nella sua voce.
Ariele si strinse tra le braccia distogliendo lo sguardo.
Nevan lo aveva costretto a una marcia serrata, aveva accettato di seguirlo e ora pareva deciso a mettere più distanza possibile tra sé e i suoi carcerieri. Si erano fermati in una grotta a ridosso delle montagne oscure solo quando Ariele aveva iniziato a inciampare nei suoi piedi una volta di troppo.
"Mi hai seguito quando ti ho chiesto di venire con me anche se non sapevi nulla di me, sapevi cosa ero?"
Nevan lo scrutò con i suoi inscrutabili occhi scuri. "Ho percepito il tocco gentile della tua anima, nessuno si avvicinava a me da così tanto..."
Ariele chiuse gli occhi mentre lo spettro dell'incubo faticava ad abbandonarlo.

"Ho rinnegato il mio dono, perché il mondo lo temeva, perché non era ben visto. Ma ti ho sognato, più volte. Ho compreso ben presto da dove venivano quei sogni, ossia dal futuro quando ti ho incontrato per la prima volta. I frammenti che appaiono nella mia mente arrivano dal futuro e in esso tu sei molto importante per... Per tutti... Ma in questo futuro tu morirai..."

Nevan lo ascoltò senza dire nulla, una luce sinistra animava il suo sguardo.
"Muoio spesso, ma poi sono condannato a rinascere. Lo hai visto, lo hai sentito. Te lo leggo nello sguardo. Sono nato stella avversa..." lentamente Nevan abbassò la maglia mostrando una voglia a forma di stella suo petto. Dissero a mio padre che ero maledetto, e che fossi destinato a portare sventura su questa terra. Poi si indicò la nuca, dove un lungo solco appariva dividendo la sua fronte. "Questa è stata la prima volta che sono tornato alla vita. Aveva rinchiuso me e mia madre in una delle sue segrete, la sua dolce sorella che aveva avuto l'impudenza di generare un figlio con il marchio del male, ma non il buonsenso di morire di parto. Lei mi scaraventò contro la parte, sarei dovuto morire ma dopo esser rimasto riverso nel mio stesso sangue per ore tornai alla vita. Mi hanno raccontato che lei si era già impiccata alle sbarre della nostra prigione quando io mi risvegliai dal mio sonno di morte. Da allora sono morto e rinato così tante volte da aver perso il conto. Sono morto di fame, sono affogato con i polmoni ricolmi di acqua, ma sono tornato ancora. Ogni volta con un segno..." proseguì indicando il suo corpo. Un dedalo di linee e dolore.
"Ed è sempre così... Difficile?"
A quella domanda Nevan sorrise "Sempre..."
"Ho vissuto nelle segrete, ho servito molti Re, ho seppellito mio padre e mi sono inchinato al suo legittimo erede. Ho visto, ho ucciso... Ma non avevo mai incontrato un empatico prima d'ora, né tantomeno un vero veggente. Figurarsi una persona dotato di entrambi i doni che afferma che io sia... Importante per il futuro... Sono curioso, per questo ti ho seguito..."
"Tu sapevi?"
Nevan sorrise "Anche io possiedo molti speciali doni, caro Ariele. Non solamente la condanna della rinascita"
"il Re di Nafargul ci inseguirà... So solo che è ossessionato da te... So che non mollerà la presa..."
"Lui è come me... La prima persona che abbia mai incontrato con un'anima cos' simile alla mia... Non pensavo che avrei mai odiato qualcuno più di quando abbia mai odiato mia madre e mio padre... Loro non mi avevano dato modo di sperare, da loro non ho avuto modo di avere solo odio... La falsa speranza è la peggiore condanna..."
Ariele sentì le emozioni di Nevan penetrargli con violenza nella mente di rabbia e frustrazione. Alcune immagini cercarono di raggiungerlo ma lui le scacciò. Non si sentiva pronto. Non voleva rubare i ricordi di Nevan, non finché anche lui non fosse stato pronto.
Ariele sentiva che quel giorno sarebbe arrivato, lo aveva percepito nel suo cuore e lo aveva visto eppure, nonostante le continue riprove della veridicità del suo potere continuava a temere. E se su questo si fosse sbagliato? Sulla cosa che più teneva al mondo?


Day 175 - Prompt - Risata sarcastica. (24.06.2021)

Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1Where stories live. Discover now