143 - Nothing Else Matters

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William imprecò afferrando altre garze mentre Samuel blaterava al telefono di premere con forza. "Sto premendo maledizione... Ma non serve a niente..."
Si era rinchiuso in bagno quando aveva sentito la ferita prudere e pungere. Aveva fatto a tempo prima di vederla gemere di nuovo e sanguinare copiosamente.
"Vieni in ospedale, come minimo avrai un solo globulo rosso che sta lavorando per mille, ti serve una trasfusione... Alza il deretano e vieni... O devo mandarti un'ambulanza?"
William lo fulminò con lo guardo.
"Sai... le intimidazioni non servono, nemmeno negare l'evidenza..."
"Sto benissimo... devo solo tamponare questa lieve emergenza, e potrò rimettermi a lavorare sui libri. Se ci sanguino sopra è difficile far credere a Micaela che stia bene..."
"Credo che già sappia che non stai bene, hai un colore che può sembrar giusto solo su vampiro... E dato che non lo sei, fidati, si nota che hai problemi..."
"Parli in senso figurato? Sì in effetti si nota..." cercò di scherzare William.
"Mettiti una giacca e vieni in ospedale, adesso!"
"Smettila di fare la mamma, sto bene..." concluse riattaccando prima che Samuel potesse dire altro.
Il sangue sembrava rallentare, forse lo stava davvero esaurendo, si mise un nuovo cerotto, abbasso la maglia e si osservò allo specchio. Cereo, come una statua, perfetto per una lapide.
Uscì dalla stanza e intravide Micaela seduta in salotto.
Leggeva i libri che lui le aveva mostrato in soffitta, dei trattati sui viaggi intra dimensionali, di creature in grado di rendere reale la fantasia e dei Custodi delle storie. Micaela cercava informazioni che il precedente proprietario della casa si era lasciato alle spalle. Forse uno studioso, forse un altro Custode di storie.
Qualunque cosa pur di acquisire un vantaggio sul Cacciatore e su Pixie.
William si avvicinò al divano, era immersa nella lettura.
"Ci deve essere un indizio... Se la persona che viveva qua era una Custode, perché non ha liberato Pixie? Forse sapeva quanto fosse pericoloso... Oppure temeva il Cacciatore... Troverò qualcosa, devo..." borbottò la ragazza.
William la osservava, i capelli rossi arriffati legati con un elastico di fortuna, la sua felpa la avvolgeva, troppo grande per lei. "Micky... Se anche non trovassi nulla non sarebbe colpa tua, lo sai vero? Ci stai provando..."
"Se stai cercando di convincermi a desistere... Sappi che è fiato sprecato..."
"Sto cercando di dirti che potrebbe essere inutile... Ma che quel che mi accadrà non sarà colpa tua, quel che è successo non è colpa tua e quello che sta accadendo, le mie ferite io..."
Micaela lo osservò, non vi era sorpresa nel suo sguardo, lui le sorrise quasi sollevato dalla consapevolezza che intravedeva nei suoi occhi.
"Lotterò contro quel veleno, poi contro il cacciatore, contro Pixie contro chiunque... Non ti lascerò scivolare via..."
"Ok..." rispose William con un mezzo sorriso.
Rimasero in silenzio per un po' mentre Micaela cercava il coraggio di porgergli la domanda che si covava dentro da tempo. "Quanto sono gravi?"
Lui distolse lo sguardo, voleva indorarle la pillola ma sarebbe stato solo stupido. "Continuano a sanguinare, come se me le avessero inferte da poche ore, assieme al sangue esce questa sostanza... Samuel non sa cosa sia... lo chiama veleno spettrale... Magari ha ragione..."
"Qualunque cosa sia troverò una soluzione..."
William si rannicchiò sulla poltrona e chiuse gli occhi, era stanco, era sempre più stanco da quando gli spettri avevano iniziato a divorarlo. Poteva sentire i loro denti penetrare nella sua carne, continuamente. Ogni volta si portavano via parte della sua vita. Percepì il cuore di Micaela avvicinarsi a lui prima ancora di sentire le sue braccia avvolgerlo per trarlo a sé.
"Quando sei arrivato... Quando sei apparso..." Si corresse Micaela carezzandogli la testa, affondando le dita tra i corti capelli che iniziavano a infoltirsi. Scure ciocche che scivolavano tra le dita. "Avevo da poco ricevuto una lettera, ci sarebbe dovuto essere l'indirizzo, un indizio di dove i miei veri genitori fossero... Ma la lettera era strappata, ne restava solo un involucro vuoto... Solo adesso comprendo perché non fa più male, perché ci sei tu e il passato non ha più alcuna importanza, non può darmi risposte, né sollievo. Finché posso sentire il battito del tuo cuore non mi importa di nient'altro."
Il suono dell'ambulanza li fece sobbalzare e William scoppiò a ridere quando sentì battere alla porta "Samuel, serio? Hai davvero mandato un'ambulanza?"



Day 143 - Prompt - nien'altro (23 maggio 2021)

Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1Where stories live. Discover now