74 - Hear Me Roar

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L'impatto con il terreno gli mozzò il fiato e Behemoth tossì annaspando, cercando di riacciuffare l'aria perduta. Le spire gli furono subito addosso, che follia, ciò che un tempo credeva fosse per sempre suo gli si rivoltava contro. Il Primo rideva divertito alle sue spalle, l'ultima cosa che Behemoth vide fu Kè Mal, le mani protese verso di lui mentre cercava di allontanare le spire che stavano reclamando la sua vita.
Non serve, presto saprai... Presto non mi guarderai più allo stesso modo...
La tenebra calò su di lui e fu solo dolore.
Un tempo quel luogo di incoscienza era un rifugio... Ma ormai era solo un luogo di tormento.
Stavolta fu più rapido di altre volte, qualcuno aveva poggiato la mano sul suo petto... Sentiva il suo cuore battere frenetico... Kè Mal non devi preoccuparti per me... Non lo merito...
«Non guardarmi in quel modo... Presto tornerà, perché vedi... Lui è mio. Tu vuoi uccidermi, ma presto capirai che non potrai farlo senza sacrificare anche lui... Fino ad allora sarà costretto a morire ancora... E ancora... Per mio diletto... » La voce del Primo lo raggiunse nelle tenebre e subito dopo la luce lo ferì facendolo gemere.
Si contorceva mentre la vita lo trascinava, si contorceva mentre il suo corpo strazziato cercava di destarsi.
Non era solo, un battito forte e deciso un abbraccio e quando il mondo riapparve attorno a lui il volto di Kè Mal era là, la luce in mezzo alle tenebre.
«Ti tengo...» gli sussurrò «fidati di me...»
«Sempre...»
Lei si era fidata così tante volte e era la prima volta che qualcuno gli era rimasto accanto nella quasi morte.
Poi la parola di potere si incise nel terreno e la terra franò sotto i loro piedi.



Behemoth si tolse la maglia e si scosse la polvere di dosso. Si osservò allo specchio, la ferita al collo era ben evidente ma si stava chiudendo... Una nuova cicatrice... Una nuova non morte...
Kè Mal restava sulla soglia, avevano trovato l'accesso alla casa di confine, Kè Mal era brava a trovare i segni dell'apparizione della magica casa, il varco tra i vari mondi.
Behemoth la osservò nel riflesso dello specchio, riconobbe quello sguardo, era stato il suo. Rabbia, quella furia che divora qualsiasi cosa. Behemoth era certo che niente l'avrebbe fermata da prendersi la sua vendetta.
«Non sorriderà mai più...Non sei suo lo sai vero?»
Behemoth sbattè le palpebre perplesso, parlava di lui? «Non devi difendermi...» borbottò lui distogliendo lo sguardo, sfiorandosi la cicatrice.
«Certo che no, non sei una principessa bisognosa di aiuto ma sarebbe utile che gli dimostrassi che sei tu ad avere il controllo sul quel potere di cui di vanta tanto... Quello schifoso...»
Behemoth sorrise amaramente, ma sottile dentro di lui affiorò la gorgogliosa gioia, faceva le fusa come un gatto soddisfatto. Quasi ci credette che ne avesse mai davvero avuto il controllo.
«Scappare rischiando di romperci l'osso del collo... Facendo crollare l'edificio, geniale direi...»
Kè Mal a quelle parole sorrise «Siamo scappati no?»
Già... Hai abbandonato lo scontro, ti sei ritirata da una sfida che aspetti da tempo, perchè? Perché io ero ferito?
«Grazie...»
Behemoth si destò dai suoi pensieri e Kè Mal gli sorrise «Grazie di esserti fidato...»
Grazie di non avermi abbandonato, grazie di pensare che valga la pena starmi accanto, grazie di non odiarmi...



Day 74 #365writingchallenge propmt - forma di follia (15 marzo )

Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin