145 - Plasmare storie...

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"Da quanto è incosciente?"
La voce di Samuel era molto preoccupata, scorreva le dita lungo il polso di William percependo sotto le dita il suo flebile battito.
"Samu, è tutto inutile. Questa è magia, non un virus, o un veleno normale... Le ombre lo stanno distruggendo..."
Sembrava rilassato, il sonno mortale quasi gli donava.
Samuel le sfiorò la spalla "Mic... devi provare... So che hai paura ma... Conosci la sua storia, conosci lui... Scrivi... Magari riesci a rendere reali le tue parole..."
Micaela lo guardò incredula. "Se fosse così semplice non credi che lo avrei già fatto?"
Samuel non si perse d'animo "Non ci hai mai davvero creduto... Nelle tue storie... Nelle tue capacità... Adesso devi provare, per..." Si interruppe e poggiò la mano sul petto dell'amico "Provaci per lui, prova... Ce la puoi fare."
Lei annuì.
Non sarebbe colpa tua... Hai fatto del tuo meglio...
Davvero? Non era del tutto certa, la paura non poteva bloccarla, William pensava che avrebbe provato e lei doveva provare fino allo sfinimento, glielo doveva. Micaela chiuse gli occhi e cercò di raggiungere la mente di William. Poteva percepire i suoi pensieri avvolti in una lattescente nebbia. Ci sono, sono qua...
Delle ombre si muovevano in lontananza. Un bosco, una selva di pallidi alberi. si concentrò, doveva trovare le parole giuste, sentirle, e io lento flebile battere del cuore di William l'avrebbero guidata. Non ricordò come si fosse ritrovata la penna in mano ma improvvisamente la punta correva rapida sulla pelle di lui. La sua mente ricercava frasi, dipingeva speranza di rivedere quei grandi occhi scuri e di potercisi perdere ancora e ancora. Scintillanti, vibranti di energia, sarcasmo, ironia... Un universo di emozioni in uno sguardo.
"Mic funziona... guarda..." esclamò Samuel balzando in piedi. L'inchiostro svaniva mentre le parole divenivano delle linee incise nella pelle sottili incisioni nella pallida pelle di William.
Micaela osservò William, davvero era riuscita a dare una sterzata alla sua storia a alterare la realtà stessa con le sue parole? Aveva scritto qualcosa che avrebbe influenzato l'esistenza di William? Per un attimo si sentì in colpa. Non voleva plasmare la persona che amava, anche se per il suo bene. Amare... Sì era quello che sentiva, che desiderava esprimere più di ogni altra cosa ma se muoveva le labbra la sua voce veniva meno.
Non era. Qualcosa che aveva mai detto a nessuno e forse non ne sarebbe mai stata capace davvero. Premette la fronte contro quella di lui, il suo respiro le solleticava la guancia, fu un lungo interminabile momento di agonizzante attesa, poi le mani di William si strinsero su quelle di lei e il battito del suo cuore rombò forte contro il suo petto, come un motore scalpitante. "Mi hai trovato..." farfugliò William con voce impastata.
L'aveva vista emergere dalle ombre in quel bosco spettrale e trascinarlo di nuovo alla vita. Si era aggrappato a quella mano e vi si era stretto con forza.
"Mi dispiace non sapevo come altro fare, non volevo scrivere su di te io... Non volevo essere come Pixie e influenzare la tua storia... Ma non c'era altra strada... Non"
"Tranquilla é ok..." la interruppe William passandole una mano dietro la schiena per stringerla a sé. "Io non mi farò più mordere da spettri succhia vita e tu non scriverai più la mia storia per salvarmi, direi che si può fare"
"Ok..." singhiozzò Micaela lasciandosi cullare dal cuore di lui. Lento, regolare, la sua casa.


Day 145 – Prompt – scrivere (25.05.2021)

Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1Where stories live. Discover now