92 - William, la soffitta e il cassettone

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Lo schermo si spense e Micaela poggiò il telecomando sul letto. Perché si prendesse la briga di sperare che lo schermo le mandasse un'immagine diversa non se lo spiegava. Come poteva la trama cambiare, ormai era deciso definito... Eppure, irrazionalmente sperava che lui potesse avere un finale migliore.
Quando era nervosa come in quel momento cercava il conforto del suo personaggio preferito, ma ogni volta alla fine del suo percorso doveva sopportare di vederlo morire.
La sua coinquilina scuoteva la testa, erano le sue aspettative il vero nemico.
Come fai ad affezionarti a un qualcuno che nemmeno esiste.
Cristina aveva ragione, solo che Micaela non lo avrebbe mai ammesso a voce alta.
Si comportava come una mamma certe volte invece che da amica, e la sua saggezza poteva essere estremamente irritante.
Micaela appoggiò il telecomando sul comodino e si alzò dal letto.
Inutile rimuginare sull'impossibile salvezza del suo personaggio, imprigionato dal ciclo perenne della pellicola, tanto valeva che desse un senso a quella mattinata, prima di entrare a lavoro.
Salì le scale e si recò nella polverosa soffitta.
Da quando lei e Cristina si erano trasferite in quella grande vecchia casa gialla Cristina le aveva ripetuto ogni giorno di sistemare la soffitta, ma lei l'aveva sempre ignorata.
Dopotutto non era giusto che scaricasse quell'ingrato compito su di lei. Perché lei studiava mentre Cristina lavorava molto più tempo di lei?
Comunque, non voleva andare in soffitta per darle ragione ma perché doveva sfogare la frustrazione.
La soffitta era come sempre ricolma di vecchi mobili e scatoloni.
Vecchie foto ingrigite, abiti di un altro secolo e tanta tanta polvere, ecco cosa l'avrebbe attesa in quelle ore che la separavano dal suo turno di tirocinio ospedaliero.
Si era fatta convincere da Cristina a lasciare gli studi d'arte e passare a quella che sarebbe stata una carriera certa, sicura, l'infermiera. Ma le mancava molto le ore nelle aule di arte, passate a fissare delle vecchie e scolorite diapositive. Purtroppo, Cristina aveva ragione, l'amore per l'arte non l'avrebbe portata da nessuna parte. Un grosso cassettone occupava una buona parte della parete corte della soffitta, accanto a un gigantesco armadio guardaroba. Micaela l'aveva subito aperto, constatando con delusione che quello fosse solo un armadio...
Cosa ti aspettavi? Di trovare l'accesso per Narnia?
In effetti sì, ci aveva davvero sperato.
Invece in grande cassettone non lo aveva mai degnato neanche di uno sguardo.
Probabilmente lo avrebbe scoperto ricolmo di stracci polverosi.
Micaela afferrò le maniglie e tirò senza successo, forse era incastrato, doveva lascare perdere, quella era un'ottima scusa per passare ad altro. Ma non voleva sentire la voce di Cristina cantilenare un'altra volta tutte scuse, dì invece che non avevi voglia...
Tirò di nuovo, perché aveva la forza di uno scoiattolo pelle e ossa? O di mollusco?
Inutile, quello stupido cassettone non voleva aprirsi, e Micaela era stanca di sprecare tempo a tentare.
Assurdo, ora che non poteva sapere cosa ci potesse essere contenuto, era impaziente di saperlo.
Era come il suo personaggio prediletto... La storia ti invogliava a conoscerlo e poi di sbatteva la porta in faccia uccidendolo malamente. Il suo sguardo era come quel dannato cassettone, ti lasciava intravedere un'infinità di possibilità ma come quel mobile anche il suo personaggio restava chiuso, impenetrabile... William... chiuso in un altro mondo e irraggiungibile.
Cristina avrebbe aggiunto "inesistente" ma a Micaela quello sguardo pareva così reale...




Day 92 - nemico (2 aprile)

Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1Where stories live. Discover now