86 - Outside the Wall

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Black si svegliò, se fosse stato possibile avrebbe detto di essere zuppo di sudore, se quel battito potesse essere vero avrebbe detto che il suo cuore stesse per esplodere. E il dolore alla testa, sembrava che una stella fosse esplosa nel suo cervello lasciandolo a brandelli agonizzante.
Ma come poteva essere vero? Era solo un'anima, come poteva essere costantemente avvolto dal dolore?
Dove era finito? Un attimo prima stava camminando da solo, avvolto nell'oscurità e poi? Non riusciva a ricordare e quella cosa lo portò a ridere. Si derideva per via della sua stupida debolezza... Continuava a perdere pezzi.
Era scappato dalla creatura, aveva atteso un attimo di distrazione e era corso via ma se ne era pentito subito dopo. Si era trovato a vagare come un cieco in un'oscurità impenetrabile.
Non avendo più la creatura vicino la tenebra lo aveva ingoiato.
Era assurdo come quell'ammasso ghignante di ombre con occhi ardenti potesse emanare luce.
E ancora più assurdo che ne sentisse la mancanza... Forse era perché adesso che era avvolto dall'oscurità totale sentiva di perdere parti di sé sempre più velocemente.
Poi dalle tenebre emerse una piccola fiaccola e lentamente lo spazio assunse una forma. Una stanza sporca, catene e un nauseabondo odore di morte, un mattatoio.
Un essere gigantesco dal volto rotondo lo osservava da delle orbite vuote, un enorme ventre gli sorrideva, quell'ammasso di carne aveva una gigantesca bocca costellata di denti aguzzi.
Mostri, dalle tenebre emergevano solo esseri mostruosi.
Black cercò di muoversi ma scivolò e ricadde a terra. Colpì il pavimento e si rialzò furente, sotto il vuoto sguardo della creatura. Lo osservava, Black non comprendeva come, ma quella cosa lo stesse studiando.
"Lascialo Abadonna, questa anima non è per te e lo sai"
Black si voltò e si sorprese di essere felice di udire la voce della creatura senza nome che era stata sua custode fino a quel momento.
Il gigantesco mostro rise dalla grande bocca mostrando un'immensa bocca. "La colpa è tua Korov'ev, te lo sei perso. Ma sei arrivato per tempo, stavo per farmi uno spuntino... Sai che le anime nere sono il mio pasto prediletto e il tuo signore me ne concede così poche... A te invece da tutto... Perché sei un servo fedele, un cagnolino..."
Black si voltò verso la creatura di cui finalmente gli era stato rivelato il nome. Non si era preso il disturbo di dirglielo e lui non glielo aveva chiesto. Korov'ev...
"Apprezzo il tuo spirito poetico e il tuo raffinato gusto, ma questa particolare anima non è per te"
La voce di Korov'ev sembrava annoiata più che scocciata, non degnò Black di uno sguardo ma si protese verso di lui per farlo rialzare.
Quando la mano d'ombra afferrò Black per il braccio lo sorprese straordinariamente solida, per un attimo intravide una mano affusolata pallida ma dalla presa salda, un braccio umano emergeva tra le ombre danzanti.
Black quasi perse l'equilibrio mentre Korov'ev lo lasciava andare riassumendo il suo consueto aspetto impalpabile e con un gesto quasi stanco faceva svanire il mostruoso Abadonna, riassorbito dall'oscurità assieme alla sua dimora. Black avrebbe voluto sentirsi sollevato, ma percepiva solo una grande frustrazione, pensava di aver fatto tanta strada, di aver messo chilometri da se e il suo custode oscuro, ma era stato stupidamente inutile, in quel non luogo non importava quanto camminasse, lo spazio e il tempo non avevano alcun senso.






Day 86 - poeta (27 marzo)

Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1Where stories live. Discover now