Korov'ev lo afferrò per le vesti, stringendolo con forza. Le sue braccia sempre più umane, più minute, più deboli. Mentre la realtà attorno a loro prendeva forma e un oceano oscuro affiorava dal nulla pronto a sommergerli entrambi. Black giaceva immobile, l'espressione contratta in uno spasmo di dolore, imprigionato in un ricordo confuso, incapace di liberarsi, di rialzarsi. Korov'ev lo aveva visto accadere spesso. I ricordi affioravano, ghermivano e trascinavano a fondo l'anima incauta. Troppo debole per reagire, troppo spaventata da se stessa. Più si stringeva al corpo di Black più il suo vero io acquisiva forma, una debole anima che non avrebbe potuto salvarlo. Il dono del guardiano svaniva, doveva solo lasciarlo andare e tutto sarebbe passato. Sarebbe rimasta Korov'ev, l'assistente del guardiano e non Arianna, imperfetta ed umana.
Ma non riusciva a lasciare la presa, non dopo averlo visto così piccolo e fragile, tanto che le si sarebbe potuto sbriciolare tra le dita. Poteva sentire le sue urla disperate rimbombarle nella testa."Ero solo un bambino... Perché? Perché mi ha buttato via come uno straccio logoro?
Mi ripetevano continuamente, quanto fossi grazioso... Ma forse non ero abbastanza? I miei occhi erano troppo scuri? Il mio volto non era sufficientemente sorridente? Forse... Dovevo essere già marcio anche se non fisicamente morto, e lo avevano compreso tutti e che per questo che mi aveva buttato via. Non potevano loro desiderare qualcosa che altri avevano rifiutato... Potevano solo usarmi per qualche ora...
L'ho ucciso... Avevo questo tarlo nella mente... il mostro che si insinuava nel mio letto dalle tenebre fosse reale, altro che una creatura nata dai miei incubi... Lui mi ripeteva sempre quanto il mio bel visino mi avrebbe consentito di ottenere qualunque cosa volessi. Che stronzata... Quando mi sono ripreso ciò che mi spettava e mi sono ritrovato le mani immerse nel suo sangue ho compreso... Quelle parti di me che mi avevano strappato via erano perdute... Non importa di quante vite mi impossessassi, ormai ero un cadavere vivente da troppo tempo. Se svanissi in questo istante non importerebbe, sono già morto da tempo..."Korov'ev percepiva di nuovo il mondo, ed era freddo, sprofondava in acque gelide incapace di restare a galla e il corpo di Black la trascinava a fondo. Era così pesante.
Lo strinse con più forza e con tutta l'energia che le restava cercò di tenerlo a galla, ma più lui emergeva più lei affondava, e l'acqua le copriva il volto, le riempiva le narici, ma non lasciava la presa.
Ormai il suo corpo era quello di Arianna, quello che Black aveva visto quando poco prima di svenire, dopo avergli urlato il suo dolore l'aveva afferrata. Nel suo sguardo aveva visto qualcosa, poteva averla davvero riconosciuta? Lo strinse con forza invocando nel suo cuore il suo vero nome
Theo... Theseus Blackwood apri gli occhi....Day 89 - afferrare (30 marzo)
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Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1
Короткий рассказDa Day 01 a Day 200 Questa Storia Partecipa alla 365 Writing Days Challenge 2021 https://thinkwritten.com/365-creative-writing-prompts/ 365 finestre... 365 storie, una raccolta di racconti, una raccolta di vite. Ogni giorno, partendo da una parola...