89 - Into Deep

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Korov'ev  lo afferrò per le vesti, stringendolo con forza. Le sue braccia sempre  più umane, più minute, più deboli. Mentre la realtà attorno a loro  prendeva forma e un oceano oscuro affiorava dal nulla pronto a  sommergerli entrambi. Black giaceva immobile, l'espressione contratta in  uno spasmo di dolore, imprigionato in un ricordo confuso, incapace di  liberarsi, di rialzarsi. Korov'ev lo aveva visto accadere spesso. I  ricordi affioravano, ghermivano e trascinavano a fondo l'anima incauta.  Troppo debole per reagire, troppo spaventata da se stessa. Più si  stringeva al corpo di Black più il suo vero io acquisiva forma, una  debole anima che non avrebbe potuto salvarlo. Il dono del guardiano  svaniva, doveva solo lasciarlo andare e tutto sarebbe passato. Sarebbe  rimasta Korov'ev, l'assistente del guardiano e non Arianna, imperfetta  ed umana.
Ma non riusciva a lasciare la presa, non dopo averlo visto così piccolo e  fragile, tanto che le si sarebbe potuto sbriciolare tra le dita. Poteva  sentire le sue urla disperate rimbombarle nella testa.

"Ero solo un bambino... Perché? Perché mi ha buttato via come uno straccio logoro?
Mi ripetevano continuamente, quanto fossi grazioso... Ma forse non ero  abbastanza? I miei occhi erano troppo scuri? Il mio volto non era  sufficientemente sorridente? Forse... Dovevo essere già marcio anche se  non fisicamente morto, e lo avevano compreso tutti e che per questo che  mi aveva buttato via. Non potevano loro desiderare qualcosa che altri  avevano rifiutato... Potevano solo usarmi per qualche ora...
L'ho ucciso... Avevo questo tarlo nella mente... il mostro che si  insinuava nel mio letto dalle tenebre fosse reale, altro che una  creatura nata dai miei incubi... Lui mi ripeteva sempre quanto il mio bel  visino mi avrebbe consentito di ottenere qualunque cosa volessi. Che  stronzata... Quando mi sono ripreso ciò che mi spettava e mi sono  ritrovato le mani immerse nel suo sangue ho compreso... Quelle parti di me  che mi avevano strappato via erano perdute... Non importa di quante vite  mi impossessassi, ormai ero un cadavere vivente da troppo tempo. Se  svanissi in questo istante non importerebbe, sono già morto da tempo..."

Korov'ev percepiva di nuovo il mondo, ed era freddo, sprofondava in  acque gelide incapace di restare a galla e il corpo di Black la  trascinava a fondo. Era così pesante.
Lo strinse con più forza e con tutta l'energia che le restava cercò di  tenerlo a galla, ma più lui emergeva più lei affondava, e l'acqua le  copriva il volto, le riempiva le narici, ma non lasciava la presa.
Ormai il suo corpo era quello di Arianna, quello che Black aveva visto  quando poco prima di svenire, dopo avergli urlato il suo dolore l'aveva  afferrata. Nel suo sguardo aveva visto qualcosa, poteva averla davvero  riconosciuta? Lo strinse con forza invocando nel suo cuore il suo vero  nome
Theo... Theseus Blackwood apri gli occhi....






Day 89 - afferrare (30 marzo)






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Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1Место, где живут истории. Откройте их для себя