70 - Go Away....

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Kè Mal poggiò le mani sulla lastra di granito e lo fissò incredula, mentre il freddo tocco con la realtà la paralizzava. «Tick...» invocò il suo nome, come se una parte remota di lei sperasse che potesse sentirla.
«Inutile... Lui non può sentirti...»
Una voce gracchiante e graffiante la fece sobbalzare.
Un uomo la stava fissando, appoggiato a un pallido albero scheletrico. Aveva occhi scuri come la tenebra, lunghi capelli scuri e una fitta barbetta incolta, aveva profonde occhiaie, una pelle pallida, quasi grigia... Come una foto sbiadita e deteriorata.
«Chi sei?» Kè Mal rimpianse quella domanda. Chi altro poteva essere se non lui... il Custode che tanto aveva cercato, il contenitore della Tenebra... La stessa Tenebra che aveva generato il Primo, l'origine della piaga dei vampiri... Era... Solamente un ragazzo... Debole e malaticcio oltretutto...
Lui sorrise divertito e Kè Mal abbassò lo sguardo piena di vergogna, come se lui avesse potuto percepire i suoi pensieri. «Ti aspettavi il grande eroe... Invece temo che tu abbia trovato solo me... Se sei qua per salvare il tuo mondo puoi tornare indietro, non sono fatto per salvare nessuno, non sono mai stato in grado nemmeno di salvare me stesso...»
«Mi dispiace se ti ho mancato di rispetto... Ti cercavo, sono venuta oltre lo spazio e il tempo... Mi chiamo Kè Mal e tu? Hai un nome?»
Kè Mal restò in attesa mentre il ragazzo la osservava soppesando ogni possibile parola.
«Mi chiamo Behemoth, di Nafargul»
«Nafargul? L'isola della strega? Esisteva davvero?»
Behemoth sorrise divertito e Kè Mal sbuffò «Moth non prendermi in giro»
A quelle parole Behemoth si irrigidì «Come mi hai chiamato?»
«Moth... Behemoth è un nome che riempie la bocca, non puoi prendere lo usi veramente, Moth è molto più semplice, più adatto al tuo volto secondo me...»
«Fa come vuoi e... vieni, raggiungiamo la casa della Guardiana, non è saggio vagare nel bosco...»
«Paura di incontrare il lupo cattivo Moth?» Kè Mal gli si affiancò, non poteva prenderlo sul serio, era troppo giovane per essere l'essere secolare che stava davvero cercando.
«Pensala come vuoi...» borbottò Behemoth facendo spallucce
Gli occhi di Behemoth si erano induriti. Da tanto non sentiva quelle parole...
Poteva ancora vedere quegli scintillanti occhi di giada brillare mentre le pronunciava.
Non pensava che nessun'altro lo avrebbe mai più richiamato in quel modo.
Osservò con cautela quella minuta ragazza. Graziosi occhi a mandorla, intensi occhi scuri e lunghi capelli neri mossi in morbide curve. Un'espressione determinata stampata in volto era diversa da quel ricordo annidato nella sua mente eppure forse...
Moth
La sua voce riecheggiò nella sua mente.
Strano, non pensava che posse fargli ancora così male...







Day 70 #365writingchallenge propmt - trasferirsi lontano (11 marzo)

Una Finestra Sempre Aperta PARTE 1Where stories live. Discover now