'Con questo bacio io suggello il mio amore' dichiarò con voce vibrante e sorrise a Dany che sapeva bene come, in realtà, fossero al loro terzo matrimonio.

Dopo che Daenerys ebbe risposto con la medesima formula, lui l'attirò a sé e la baciò a lungo e con trasporto. 

Sfumature arcobaleno danzarono, ancora una volta, dalla corona di cristallo quando l'alto septono Rolfyn dichiarò solennemente che Aegon e Daenerys della casa Targaryen erano un unico corpo, un unico cuore e un'unica anima.

Uno scroscio di applausi investì le ultime parole dell'alto  septon,  mentre gli sposi si guardavano incantati come fossero da tutt'altra parte.

Fu Ser Davos, con al braccio  sua moglie Marya, giunta, insieme ai tre figli ancora vivi - Devan, Stannis e Steffon - nella Capitale, in via definitiva, ad aprire la processione fuori dal tempio, seguito da Arya e Gendry,   Samira e Daario, avente la piccola Rhaeanne tra le braccia, da Sam e Gillly e un Tormund per una volta agghindato di tutto punto. Giunsero poi Rhaenys e Rhaegar, che spandevano manciate di petali di rosa davanti ai loro genitori. Ser Brienne di Tarth e Ser Podrik Payne erano le guardie che li seguivano, infine, passo dopo passo.

Jon e Daenerys udirono le ovazioni all'esterno del tempio prima di raggiungere la porta. Non sapevano dire se fosse verità o finzione, solo per adularli, ma tutti i lord presenti  sembravano adorarli, o quantomeno sembrano riporre molta fiducia in loro.

I sovrani, circondati dai cavalieri della guardia reale, ricevettero le congratulazioni da una fila interminabile di lord, che ebbe un momento di lunga sosta quando un uomo ed una donna si profusero in un profondo inchino dinanzi ai sovrani. La donna era una ragazza di circa venti anni, bassa, il viso sottile e i capelli castani, così come il suo accompagnatore, anch'esso di bassa statura.

L'uomo guardò Jon negli occhi, sorridendo triste, una lacrima che ricadeva su di una guancia.

Lui increspò gli occhi. 'Ci conosciamo?'.

'Vostra Grazia, mia Regina, voi non mi conoscete, ma sono stato uno degli amici più cari dell'uomo che un tempo Sua Grazia chiamava padre. Lei è mia figlia Meera. Il mio nome è Howland Reed'.

Jon non conosceva quel nome, ma aveva sentito parlare di sua figlia. Era stata lei, insieme a suo fratello, ad aiutare Bran oltre la Barriera.

'E' mio immenso piacere conoscere un caro amico di mio zio Eddard'.

'Io...io sono venuto sin qui, dopo anni rintanato all'Incollatura, per scusarmi. Conoscevo il vostro segreto, ero con Ned alla Torre della Gioia!'. Nell'udire quel luogo, Jon sgranò gli occhi.

'Avrei dovuto raccontarvi chi eravate da quando ho saputo della morte di Ned, ma la paura che potesse succedere qualcosa ai miei figli mi ha colto al cuore e non sapere più nulla di loro per tanto tempo ha contribuito ad accrescerla. Ma sono felice che quel nipote che Ned ha tanto protetto sia dove avrebbe dovuto essere da sempre, sul trono di spade. Mi rincresce ancora che la mia vigliaccheria vi abbia causato tanto dolore. Perdonatemi, se potete', la voce roca a trattenere le lacrime.

'Non c'è nulla da perdonare, tutto è andato come sarebbe dovuto andare, infine. Dunque, state sereno, non potrò mai ringraziare abbastanza voi e mio zio per avermi protetto per tanti anni. Grazie davvero. Nei prossimi giorni, se vi sarà gradito, mi racconterete cosa successe', Jon pose affettuosamente una mano sulla spalla del vecchio Reed, chinando leggermente il capo.

'Quando saremo soli ti spiegherò tutto, Dany', le sorrise, trattenendo una lacrima, mentre ripensava a colui che, per tanti anni, aveva considerato suo padre. Gli aveva insegnato l'onore, la dignità, la giustizia e mai avrebbe dimenticato molti dei suoi insegnamenti maestri di vita.

Ice and Fire: il principe che fu promessoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora