Ice and Fire: il principe che...

Por Daenerys2474

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COMPLETA Sequel dell' ottava stagione de "Il Trono di Spade" : Daenerys è morta, Jon è nel nord. Ma... se la... Más

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Por Daenerys2474

CALDE VIBRAZIONI

Il caldo stava appannando i suoi sensi, la mente corrotta da qualcosa di così estraneo a lui. Vagava per la grande Piramide di Meereen in cerca di refrigerio.

Quella mattina non c'erano udienze per ordine della regina. Jon Snow non riusciva ad abituarsi alle alte gradazioni climatiche di Essos. Lui era sempre vissuto a nord, la neve era sempre stata sua compagna da quando aveva avuto l'età per capire. Mantelli pesanti, lana intessuta, erano questi gli abiti a cui era conformato e, per quanto i leggeri lini sottili e freschi potessero aiutare, per lui, il caldo era quasi un nemico da combattere. Nello spiazzo interno della piramide la vegetazione creava un po' di ombra. Olmi, ontani, ulivi, avvinghiati dalla glicine bianca: la camicia finalmente cominciava a non essere più una seconda pelle, il sudore non era più così insopportabile. Una fontana di pietra dalle tondeggianti forme e si bagnò il viso. 

Fresca!

Per un momento Jon Snow non patì più il caldo. Risalì la scalinata laterale e si ritrovò sul secondo spiazzo sospeso. Voci, rumori: c'era qualcuno lì. Si guardò intorno e non ci mise molto a incrociare la splendida immagine di Daenerys. Pantaloni di lino e un corpetto di cuoio dipinto portato sulla pelle nuda, i capelli raccolti in una lunga treccia che si muoveva quasi come una frusta mentre, con una spada di legno, si stava spendendo in un allenamento contro un fantoccio di stoffa. 

Si poggiò ad una colonna e rimase a guardarla, sorridendo incantato. Anche con una spada di legno in mano, piccole gocce di sudore che le bagnavano la pelle, le ciocche degli argentei capelli scompigliati, Daenerys Targaryen era la sensualità su questa terra, la sua eterea bellezza resa ancora più fulgida dai raggi del sole che le scolpivano i leggiadri lineamenti.

Sarebbe potuto rimanere lì per ore a guardarla! Quanto faceva male il cuore al pensiero di averla persa per sempre!

Avrebbe voluto solo ammirarla, non dire nulla, non voleva in alcun modo disturbarla, ma il combattente che era in lui bramava per venire fuori.

Se si sta allenando vuol dire che potrebbe esserle utile, dunque che lo faccia correttamente. Non posso restare in silenzio.

'E' sbagliata l'impugnatura' urlò dalla sua postazione.

Daenerys si bloccò di colpo guardando da dove la voce provenisse. Era Jon, lo avrebbe riconosciuto dovunque. Lo individuò poggiato al colonnato, le braccia incrociate sul petto che stava guardandola.

Dal parapetto agguantò una pezzuola e si tamponò la fronte, cercando di regolarizzare la respirazione alterata per lo sforzo.

Lasciò la pezzuola e con la spada ancora in mano lo guardò. 'Cosa hai detto?'

La distanza tra loro non permetteva di comunicare. Lentamente Jon si avvicinò a lei.

'Non era mia intenzione disturbarti, ma ho visto che stavi allenandoti e... non lo stai facendo in modo corretto.'

Lei inarcò un sopracciglio, la mano sinistra sul sinuoso fianco. 'Ah, davvero! Questo mi dispiace. Cosa c'è che non va, cosa sto sbagliando.'

'Ecco... la prima regola per combattere bene è considerare la spada il prolungamento del proprio braccio'.

'Devo dedurre, quindi, che non stavo facendo questo.'

'In effetti... davvero no! L'impugnatura con cui tenevi la spada era del tutto sbagliata.', si portò indietro una ciocca di riccioli ribelli.

Dany restò qualche momento in silenzio di fronte a tanta franchezza'. Era anche tanto che non riuscivano ad avere una civile conversazione.

'Bene dunque, sei tu l'esperto in questo campo, come dovrei tenerla?'

Con un cenno del capo chiese il permesso di potersi avvicinare a lei.

Permesso accordato.

Fece un mezzo giro e si collocò alle sue spalle, a piccoli passi si fece sempre più prossimo, sempre di più, fino a poggiare il torso contro la schiena di lei.

Daenerys si sentì avvampare, avvertiva il cuore di Jon battere più veloce del normale. Poggiò la mano sulla sua spalla e, lentamente, percorse il braccio fino a giungere alla sua mano impugnante ancora la spada. Lo sollevò il orizzontale e le posizionò l'arma da allenamento nel modo corretto.

'Il polso deve essere in questa posizione'.

Dany si girò verso di lui guardandolo in viso, gli occhi profondi come gemme di ossidiana, le labbra sempre un po' imbronciate ma così sensuali e quei riccioli che un tempo l'avevano fatta impazzire. Poteva odiarlo, certamente, ma Jon Snow era davvero bello!

Quanto era intima quella situazione! I loro corpi emanavano vibrazioni che le loro menti cercavano in ogni modo di scartare, i loro occhi si scrutavano con una intensità che non si poteva spiegare.

'Ho capito' i boccioli delle sue turgide labbra si schiusero in quelle poche sillabe, mentre continuava a fissare la bocca di lui.

Lo scambio di sguardi continuò, Dany fissava le labbra di lui magnetica e lui... lui continuava a fissare le labbra di lei.

Fu un attimo, un attimo di follia. Con un braccio le cince la vita e l'attirò verso sè, come non avesse peso.

La baciò di colpo, senza pensarci e Daenerys... lei... rispose a quel bacio, la mente vaga tra il caldo e il desiderio. Una suzione delicata, un bacio leggero, le loro labbra si staccavano appena per poi ricongiungersi.

Il rumore della spada di legno che cadde sul marmo riportò alla razionalità Jon Snow! Sgranò gli occhi spaventato dalla possibile reazione di Daenerys.

Lei continuò a fissarlo, mentre la mano di lui abbandonava lentamente i suoi fianchi e, con piccoli passi, si allontanava.

'Scusami' non gli riuscì di articolare altro mentre abbassava il viso rosso sulle gote, lei che continuava il suo silenzio.

'Sarebbe meglio che Daario non sapesse, non voglio ancora problemi con lui.'

Dany non riuscì a capire quella strana richiesta. Per quanto le desse tedio ammetterlo, si era ritrovata coinvolta in quel bacio tanto quanto lui.

'Cosa vuol dire?' non riusciva a seguire quel suo intricato e incomprensibile discorso.

'Ho giurato di mettere la mia spada al tuo servizio e di proteggerti come non ho saputo fare in passato: è questa la promessa che ti ho fatto e, sul mio onore, non ho intenzione di intromettermi tra te e Daario. Desidero che tu sia felice Daenerys, lo meriti, credimi!'

'Tra... me e... Daario? ' Daenerys continuava a non comprendere, le sembrava come se Jon fosse completamente impazzito. Era quantomeno la seconda volta che alludeva a qualcosa che concerneva lei e il comandante.

'Si... lo so! Lo so già da un po' di tempo ormai e, per quanto mi faccia male, non farò nulla per ostacolare la tua felicità, se è lui che ami. Ti ho già fatto soffrire troppo e non succederà mai più, hai la mia parola!' abbassò il capo visibilmente contrito.

'Cosa?!' Daenerys lo guardava intontita, i lineamenti distorti dalla incredulità. 'E... chi... ti ha detto questo?'

Jon abbozzò un mezzo sorriso di circostanza. 'Chi vuoi che me lo abbia detto!' sospirò. 'Daario in persona, il giorno in cui ha scoperto che sono stato io a... a...' Ogni volta non riusciva mai a terminare quella frase, per lui era una staffilata al cuore esattamente dura, forte e crudele come quella che aveva inflitto alla donna che amava più di tutto al mondo.

Il viso di Daenerys mutò di colpo: non riusciva a credere a quanto aveva appena udito.

Come si è permesso di fare una cosa del genere!

Lasciò Jon Snow lì di sasso, voltandogli le spalle e andando via come una furia.

Non si rese nemmeno conto, ma si ritrovò in un tempo minimo dinanzi gli appartamenti di Daario Naharys. La rabbia aveva accentuato la sua forza, aprì quelle due pesanti porte di legno come fossero legno marcio, un rumore fragoroso contro le pareti di marmo mentre sbattevano.

Lui, Daario, non aveva fatto caso a nulla.

E' andata, finalmente!

Si stampò un sorriso radioso sul viso mentre si levava dal letto, le braccia aperte ad avventurarsi verso Daenerys per accoglierla nel suo letto.

Un rumore acuto, forte.

Il comandante Daario Naharys si ritrovò con un sonoro ceffone piantato sulla guancia, l'impronta di Daenerys che, rossa come il fuoco, vi troneggiava.

Fu tutto quello che ne ebbe.

Girò i tacchi e, a passo veloce, lasciò le stanze del Capitano. Rimase lì in piedi, come fosse una statua di gesso. Non servivano parole, Daario Naharys aveva compreso che Daenerys doveva aver scoperto il suo inganno.

Chinò la testa pensando, per la prima volta dopo tempo, che, probabilmente, aveva commesso un grande, madornale errore. 

Daenerys, difficilmente, avrebbe perdonato quel suo comportamento, la conosceva assai bene. Si rese conto cupamente che poteva essere stata la via per perderla ancora una volta.

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