Avete presente quando quella mattina in ben quindici minuti dovetti compiere una maratona per arrivare in ufficio in tempo? Ebbene non fu nulla in confronto alla maratona numero due che dovetti invece compiere per raggiungere l'impresa automobilistica di Valente. Era vero, avevo comunque quarantacinque minuti disponibili, ma il problema era un altro: avevo con me la scatola con tutti i miei effetti personali, e non potevo mica portarli a passeggio con me per tutta Milano. Allora il proramma fu il seguente:
1. Presi la metro;
2. Arrivai in quattro fermate a casa mia;
3. Arrivai a piedi a casa mia dalla fermata;
4. Posai la scatola;
5. Mi resi presentabile;
6. Ritornai a piedi alla fermata;
7. Attesi la metro;
8. Ritardo della metro (che causò varie imprecazioni dalla mia bocca);
9. Arrivo della metro;
10. Scoprii, con mio dispiacere, che dovevo attendere ben dodici fermate e non piú quattro;
11. Affollamento grandioso;
12. Cercai di scendere in tempo alla fermata prima che le porte si chiudessero;
13. Feci un lungo percorso a piedi per raggiungere l'azienda;
14. Finalmente (mezza morta) arrivai;
15. Tutto ciò sotto una pioggia battente (Fortunata come sempre, Chloe!).
Tempo da record: quarantaquattro minuti e quarantacinque secondi. Come avevo fatto? Ero sicura che sempre lassù qualcuno, oltre che impietosito, ormai si fosse messo una mano per coprirsi la faccia e con l'altra, tramite uno schiocco di dita, avesse fermato il tempo. Perché, con tutta sincerità, non mi erano di certo sembrati quarantaquattro minuti, ma più come quattro ore e quattro minuti.
Arrivata all'ingresso dell'azienda, tentando di riprendere fiato, guardai in alto per ammirare la maestosità della struttura. Si ergeva davanti ai miei occhi un grattacielo di innumerevoli piani costellato di vetrate a specchio. Era una struttura molto semplice dal design moderno.
Mentre contemplavo per i restanti quindici secondi rimanenti la totale "vetratezza" della struttura, persone entrarono in super velocità all'interno di essa.
Ok, Chloe, che stai aspettando, entra e fa vedere chi sei! Ok, lo ammettevo, mi tremavano le gambe, ma visto che ero ormai quindici secondi in ritardo mi costrinsi a entrare.
La hall era come me la immaginavo: semplice, minimal, con linee fredde e - provate a immaginare - automobili ovunque! Che sorpresa! Con mia invece "non sorpresa" notai che non erano automobili qualunque. Erano automobili di un certo livello. Ad esempio, una come me non si sarebbe mai potuta permettere una roba del genere, ma neanche in cento anni di lavori forzati. Però mi piacerebbe guidarne una, chissà, magari me ne faranno provare una come fase del colloquio! Quella rossa fuoco, per esempio, farebbe proprio al caso mio... Smettila, Chloe! Non hai neanche un rottame da guidare e poi vorresti provare un gioiello simile?! Ti ricordo che stai perdendo un altro minuto prezioso!
Mi avviai perciò verso la reception per far notare la mia presenza, seppur fradicia d'acqua piovana, al receptionist di turno, e notai con mia profonda gioia che - sorpresa delle sorprese! - il receptionist era il signor ora da me soprannominato "Testa Pelata n°2"! Dovetti fare uno sforzo per trattenere una risata.
Schiarii la mia voce, per rendere nota la mia presenza, così tante volte fino al punto da farmi perdere il conto.
'Buongiorno, signorina. Sta male? Ha bisogno di un bicchier d'acqua?' Sentii finalmente dire da Testa Pelata n°2. La mia risposta sarebbe stata piú o meno la seguente in circostanze normali: 'Sto bene. Sto benissimo. Forse dovresti schiarirti le orecchie. O forse dovresti indossare un paio di occhiali. Sto qui da 5 minuti e mi stai facendo fare tardi al colloquio! Testa Pel-'
'Buongiorno. Sono Chloe Rossi. Ho un appuntamento col Dottor Valente.' Risposi invece sembrando addirittura timida.
'E lei sarebbe...?' Mi chiese dubbioso.
Cavolo, ma sei sordo? Forse tutti i receptionist sono così! Feci ogni sforzo per non dirgli: 'Chloe Rossi sull'attenti! Ventitré anni. 168 cm. Taglia 42. Terza abbondante di seno. Capelli biondo cenere, lunghi fino al fondoschiena. Occhi grigi, o forse azzurri, o forse verdi - anche i miei occhi sono indecisi come me. Simpatica, dolce, timida, sensibile... che dire, perfetta!', ma le uniche cose che riuscii a dire furono: 'Sono Chloe Rossi. Ho un appuntamento col Dottor Valente per l'impiego da segretaria.' Accennai un sorriso tutt'altro che sincero.
'Mi dispiace informarla, signorina Rossi, che non ho avuto alcuna comunicazione dal Dottore che riguardasse una certa "Chloe Rossi". Le auguro una buona giornata.'
'Senta, Testa Pel-uhm... signor Coso, se non avvisa subito il Dottor Valente della mia presenza la avverto che andrò direttamente nel suo ufficio senza essere avvisata!' Lo minacciai.
'Oh... uhm... Ok. Ma la avverto che se il Dottore se la prenderà con me, la colpa sarà sua!'
'Che sarà mai, ne parla come se Valente fosse un mostro senza sentimenti. Bah...' Lo guardai in modo sarcastico.
Si avvicinò intanto una figura femminile. Bella. Bionda. Perfetta. E sorridente. È una Barbie?!
'Buongiorno! Sono Sarah Bianchi. Lavoro qui come rappresentante. Ho sentito la sua conversazione con Testa Pel-uhm, con De Sica.' E questa ragazza mi sta già simpatica! 'Tranquilla, sono a conoscenza del fatto che anche l'ultima segretaria è stata licenziata, quindi, De Sica, può avvisare il Dottore.' Annunciò rivolgendosi al signor Coso.
'Dammi del tu, Sarah, per favore!' Sospirai respirando per la prima volta.
'Perfetto! Chloe, spero tanto tu venga assunta, così potremo lavorare insieme.' Squittì sorridente.
'Lo spero anch'io!'
E la voce di De Sica ci interruppe.
'Dottor Valente, buongiorno.
No... non era mia intenzione interromperla... Non succederà più... Sì, ehm... C'è una certa Chloe Rossi che dice di avere un appunt- Sì, sono sicuro, Dottore... La mando su nel suo ufficio?... Va benissimo, Dottore... E scusi ancor-' Fece per dire, ma lo vidi posar giù la cornetta ancor prima di terminare la conversazione. 'Ok. Ha riattaccato. Stai tranquillo. Non è successo nulla. Il lavoro è ancora tuo. Va tutto bene.' Continuò parlando a se stesso e facendo lunghi respiri. Poi, rivolgendosi a me, disse: 'Signorina Rossi, il Dottor Valente la riceverà tra quindici minuti. Intanto può fare un giro. La chiamerò io.'
A giudicare da ciò che avevo visto fino a quel momento avevo capito alcune cose, e che uno, il Dottor Valente doveva essere un tipo socievole e simpaticissimo - sarcasmo, gente - e due, avevano tutti uno strano timore di lui. Ehi, non poteva essere poi così male, no? Sì era sicuramente importante, influente, ma poteva mica essere un mostro? E poi dico-
'Chloe, ci sei? Terra chiama Chloe!' Sarah riuscì a distrarmi dai miei pensieri.
'Oh... uhm... sai guardavo le pareti e... ehm... sono proprio delle belle pareti... bianche, molto bianche. Quanto vorrei avere delle pareti bianche come queste... Sì proprio come queste...' Dissi vaga come per volgere i miei pensieri altrove.
'Chloe, va tutto bene?' Mi chiese invece preoccupata.
'Uhm... certo... a te non piacciono?' Accennai a un sorriso tutt'altro che sereno.
'Non sono le pareti il problema. Lo so a cosa stai pensando.'
Oddio, se sa a cosa sto pensando, allora sono nei guai! Quel panino con i peperoni che mi aspetta a casa...
'Il Dottor Valente.' Enunciò soddisfatta. 'È a questo ciò di cui stai pensando.'
Ma anche no! Il panino con i peperoni, questo è l'oggetto dei miei pensieri, mica quel simpaticone del Dottore...
'Hai ragione!' Ammisi drammatica e senza alcuna vergogna. 'È cattivo? Malvagio? Mi sgriderà non appena mi vedrà? Cosa penserà di me? Ti prego, dimmi qualcosa, Sarah!' La implorai tirandole la manica della giacca. Lei rimase per un attimo sotto shock, per poi...
'Chloe, respira, ti prego. E accomodati, ho qualche minuto disponibile prima del prossimo appuntamento.' Mi trascinò facendomi accomodare su un divanetto per poi riprendere a parlare. 'Che dire... Il Dottor Valente è un uomo... particolare. Non parla molto, non ti guarda a lungo, ma quando lo fa... beh... ti fa intimorire un po'. Però in fondo, ma molto in fondo, verso i suoi impiegati non è poi così male. Le regole qui sono: lavorare, nessuna relazione sentimentale all'interno dell'azienda, mai fermarsi a perdere tempo... Insomma, le regole ferree di una normale azienda.' Cercò di rassicurarmi con un sorriso.
'E le precedenti segretarie?' Chiesi deglutendo sonoramente.
'Beh... erano brave, certo, ma... erano raccomandate, quindi lui si è fidato delle raccomandazioni, ma secondo alcune voci, queste gli hanno fatto delle avances e... quello è stato il risultato.' Raccontò pacata.
'Oh... ehm... perché, com'è Marco Valente? Fisicamente intendo...' Le chiesi per poi abbassare lo sguardo timida. Perché diamine glielo stavo chiedendo? A me non interessavano gli uomini. Non avevo bisogno di nessuno di loro.
'Uhm... non voglio espormi, sta a te giudicarlo...' Rispose imbarazzata. 'E un ultima cosa: io credo proprio che ti assumerà.' Concluse soddisfatta.
'C-cosa? C-come fai a dirlo?'
'Il Dottore si circonda solo di belle donne. Dice che rappresenti la figura dell'azienda. E tu... beh, lo sei.' Mi informò sincera.
'Grazie mille, Sarah... Mi sento meglio ora. O almeno credo.' Dissi scoppiando a ridere. Sarah si unì a me.
'Signorina Rossi?' Testa Pelata n°2 mi chiamò. 'Il Dottor Valente è pronto a riceverla.'
Ecco, Chloe, fa un respiro profondo. Nulla può succedere. No, no, no! L'ultima volta che hai detto qualcosa del genere - precisamente questa mattina - è successo senza dubbio qualcosa e non di poco conto! Ok, sono pronta. No! Sì che lo sei... Invece no!
'In bocca al lupo, Chloe.' Mi augurò Sarah interrompendo la lotta interiore con la mia coscienza.
'Crepi!' E non solo il lupo...
E mi avviai così verso il mio destino. Un destino nelle mani di Marco Valente.