Capitolo 78

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Il tempo si era raggelato in quell'istante, la Terra aveva smesso di girare e persino i battiti dei nostri cuori si erano fermati.

Dameil si era liberato dalle acque degli atlantidei, mentre i suoi soldati si avvicinavano sempre più intorno a noi.

Ci stava guardando con uno spietato ghigno in volto e, di fronte ai nostri occhi, allungò una mano dietro la sua schiena ed estrasse una spada tagliente e fatta di ossa. 

Le forze di Distruzione risultavano essere infinite e noi eravamo così pochi a loro confronto.

Gli esponenti dei due regni e la regina Victoria erano ancora occupati a fare dissolvere il vortice, quindi eravamo completamente soli.

«Dunque è questo che programmavi da secoli? L'estinzione del mondo?» La voce penetrante di Rhode ruppe improvvisamente il silenzio, affilando ancora di più la fragile tensione che si era venuta a creare. 

Il demone dagli occhi grigi si fece largo fra i vari componenti della lega del cristallo d'oro. Il suo volto di tratti definiti era coperto dalla maschera, ma si riusciva a vedere chiaramente la sua espressione accusatoria.

Distruzione ridusse lo sguardo violaceo in due fessure e assunse una strana smorfia.

«Come ho tentato di impartiti per lungo tempo: da ogni distruzione nasce una creazione. Un nuovo pianeta sotto al mio volere si plasmerà a seguito della caduta di questo e tutto sarà come dovrebbe essere. Lo avresti compreso anche tu, se non fossi un completo fallimento come mio erede, figlio traditore» ribatté duramente l'Apocalisse.

Questa nuova rivelazione mi scioccò in particolar modo. Non solo Dameil era Distruzione, colui che voleva ucciderci tutti, ma era anche il padre di Rhode. Una verità che spiegava anche la strana reazione del cavaliere alla scoperta della reale identità di chi si era schierato contro di noi.

Inoltre, c'era anche una certa somiglianza dal punto di vista fisico. Entrambi erano piuttosto alti e muscolosi, ma c'era un altro dettaglio a rendere ancora più evidente il loro legame: il colore delle iridi. Quelle di Dameil avevano assunto una tonalità violacea, ma in origine erano di un grigio scuro, proprio come quelli di Rhode.

Guardandomi attorno, non ero l'unica a essere sembrata sorpresa, eravamo in molti a non conoscere quella verità, mentre altri parevano invece esserne già a conoscenza.  Azael guardava dritto davanti a sé e non lasciava trasparire alcuna emozione, tuttavia era evidente che non solo lui fosse al corrente di tutto. I cavalieri e alcuni membri di Paradiso e Purgatorio apparivano totalmente indifferenti.

Approfittando di quell'istante di tranquillità momentanea, strinsi la mano di Azael nella mia, cercando di trarne conforto.

Lui non distolse lo sguardo da Distruzione, ma potei avvertire le sue dita intrecciarsi con le mie e stringersi in un dolce gesto.

«Sei un folle, Dameil. Lo sei sempre stato con la tua educazione violenta e con le tue strane ossessioni, ma hai veramente passato ogni limite. Annientare la Terra ti renderà solamente un nuovo mostro in un diverso contesto. Non avrai un'altra opportunità, le hai sprecate tutte. Hai rubato i poteri di un altro, hai sterminato il cerchio angelico dei cigni, hai ucciso un infinito numero di uomini, donne e bambini, hai piegato l'umanità con la forza. Lucilia ci ha abbandonati e, nemmeno in quel momento, ti sei preso cura del tuo stesso figlio. Tu non meriti una seconda possibilità.» Rhode era così adirato che era evidente che non si stesse più controllando. La sua spada venne estratta dalla fodera e, prima che qualcuno potesse capire quello che stava per accadere, il cavaliere corse verso l'uomo che lo aveva generato per ucciderlo.

Lo scontro si fece molto più aspro rispetto a prima. I wendigo ci attaccarono simultaneamente. 

Mi misi con la schiena contro quella di Azael e, mentre i nostri nemici si fecero avanti, ci difendemmo reciprocamente.

SWANWhere stories live. Discover now