Capitolo 25

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Nessuno fece in tempo a parlare che Raphael scattò in avanti, dando un enorme pugno ad Azael e spingendo Adele verso il muro.

Hunter si mise davanti a Leslie, mentre sembrava che cercassero una via di fuga.

Azael non fece nulla, sorprendendomi. Mi guardava, mentre incassava ogni colpo inferto da Raphael.

Purtroppo Adele non pareva essere della stessa opinione. Mi ero distratta nel guardare i due ragazzi, ma lei si era ripresa ed era partita all'attacco. Solo non abbastanza in fretta.

Mi scostai di lato, facendola finire contro il muro ed evitandola con grazia. Non riuscii a godermi la piccola vittoria, che subito ripartì alla carica. Prese la rincorsa e io non riuscii a bloccarla abbastanza velocemente.
Mi mise un braccio attorno al collo e strinse fortemente la sua presa.

Le lezioni di Raphael mi tornarono improvvisamente utili.
"Chi di solito cerca di strangolarti, si aspetta che tu contrasti la sua presa." Indietreggiai verso Adele, dandole una forte gomitata sul petto, che, pur non essendo una mossa formidabile, allentò la sua presa. Questo mi bastò per darmi maggiore libertà dei movimenti.

Le tirai un'altra gomitata più in alto, sulla gola. Mi voltai, liberandomi e cercai di sferrarle un calcio. Mi prese la caviglia con due mani e mi gettò contro il muro.

La vista mi si offuscò, ma non ero disposta ad arrendermi. Raphael non poteva rimanere solo a combattere.

«Basta!» tuonò la voce del preside alle nostre spalle.

Ci fermammo tutti e io mi tranquillizzai nel sapere che finalmente eravamo al sicuro.

«Andate via, o voi demoni della notte che in questo tempio non siete i benvenuti.» La frase poetica del preside ci fece agghiacciare tutti sul posto.
Non sembrava essere la sua voce e certamente non pareva volesse migliorare la situazione.

Mi voltai. Ebbi un sussulto. Non poteva essere vero.

Gli occhi del preside erano vuoti e brillavano di un bianco puro in grado di illuminare tutta la stanza. Ma non erano solo gli occhi a brillare, era anche lui stesso. I bordi del suo corpo emanavano una luce argentata, come se ci fosse una lampada potentissima dietro alle sue spalle.

Adele tossicchiò forte, così come Azael, retrocederono e si piegarono su se stessi. Erano entrambi paonazzi e con lo sguardo rivolto verso il basso.
Solamente una volta Azael fu in grado di guadarmi.

A quel punto il ragazzo dagli occhi d'oro fece una cosa a dir poco impossibile: cominciò ad arrancare verso di me, verso quella che per lui sembrava essere una direzione controcorrente nel mare. Era spaventoso, come se soffrisse, mentre si avvicinava. Faceva smorfie di dolore.

«La smetta! Sta facendo male a due studenti, chiami la polizia» urlai, ma non pareva sentirmi. Mi rannicchiai terrorizzata vicino al muro e mi guardai attorno in cerca d'aiuto.

Raphael stava proteggendo Leslie contro il proprio corpo, poiché la luce sembrava bruciarla nelle parti del corpo esposte, facendola gridare per il dolore.

Hunter si era spostato, era vicino a loro e sembrava che anche lui soffrisse di quegli stessi effetti devastanti.

Provai a strillare nuovamente, per dire a quel fenomeno da baraccone del preside di finirla, che stava bruciando mia sorella. Mi uscii solo un singhiozzo e, come se la mia gola fosse ostruita, cominciai a soffocare.

Azael, che avevo perso di vista poiché mi ero distratta, mi aveva raggiunta ormai. Si trascinò con un ultimo urlo e appoggiò la fronte sulla mia.

Provai a muovermi, a spingerlo via, e a colpirlo, mentre tossivo, ma il mio corpo era come paralizzato.

SWANWhere stories live. Discover now