Capitolo 8

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Adele comparve di fronte a me e mi spintonò.

Colta di sorpresa, caddi per terra, ma ebbi il buon senso di tenere ben stretto il libro, evitando di rovinarlo.

Lei mi guardò truce e cercò di sottrarmi il "diario", ma, prima che potesse farlo, la allontanai e balzai subito in piedi, ricambiando lo sguardo arrabbiato e pieno di astio.

«Dammelo! Quello è mio! Azael non avrebbe dovuto darlo a te. Non sei neanche lontanamente paragonabile a lui» sbottò in un attacco d'ira.

Alzai un sopracciglio.
Dunque, Azael pareva non aver esitato nemmeno per un momento a rivelarle del nostro incontro.

«Non è tuo. Come hai appena detto tu, il proprietario del libro è Azael, che lo ha prestato a me.» Sospirai seccata.

«Inoltre, al contrario di quello che pensi tu, due persone non si desiderano dopo solo essersi visti una volta. In ogni caso non è stato per nulla piacevole neanche per me.» Roteai gli occhi.

Avevo sentito il bisogno di difendermi, non solo perché volessi convincere totalmente me stessa del fastidio che provavo nei confronti di Azael, ma non avrei potuto neanche sopportare di farmi trattare così da mia cugina.

Adele ribollì dalla rabbia. Il viso, che di solito era angelico e bellissimo, era contratto in una smorfia accigliata e aveva un colore rosso pomodoro. Mi balzò addosso con gli occhi fuori dalle orbite.

Mi scostai appena in tempo e lei cadde sgraziatamente sul suolo, atterrando sulla faccia. Era riuscita solo a sfiorarmi, graffiandomi con una delle sue unghie ricurve.

Sfortunatamente la mia sensazione di trionfo durò ben poco. Le sue amiche mi accerchiarono subito dopo. Betty, Rachel e Stefy erano furiose quanto Adele. Stavano per aggredirmi, ne ero certa.

In quel momento si udì un forte, sonoro e agghiacciante applauso. Ci voltammo tutte. Adele, che si era appena alzata, sfoderò il suo migliore dei sorrisi.

Azael aveva un'espressione fredda come la pietra. Guardò con severità mia cugina e poi osservò me con uno sguardo indagatore.

«Non mi sembra molto leale come scontro. Quattro persone contro una.» Il moro scoccò le labbra con fare scocciato.

«È stata lei ad aggredirmi. Io non stavo facendo nulla e lei mi è balzata addosso, buttandomi a terra. Le mie amiche stavano solo provando a soccorrermi.» Cercò di giustificarsi la bionda, usando quel tono irritante, smielato e ricco di seduzione. Tutti cadevano ai suoi piedi come pedine di fronte alla propria regina.

Pensavo che anche Azael ne sarebbe rimasto ingannato, ma non fu così.

«Io non penso sia andata così. Abigail non sembra particolarmente aggressiva, se non provocata. E sono certo di questo, perché sono qui da un bel po', o almeno, da quando lei è arrivata» dichiarò «quindi evita di cercare di aggirarmi e manipolarmi, visto che con me non ha mai attaccato.»

Mentre parlava, i suoi tratti spigolosi si indurirono e il suo viso si oscurò. Chiaramente non gli piaceva essere illuso ed era abbastanza scaltro da non cadere nella tentazione di Adele. Si avvicinò con fare minaccioso verso Adele. Sembrava volesse farle del male.

Non avrei potuto sopportarlo. Il solo pensiero mi nauseava. Schiusi le labbra, stupita.

«Azael...» Tentai di ridestarlo da quella situazione, che si apprestava a divenire pericolosa.

Fu come se si risvegliasse.
Il suo sguardo cambiò e si spostò sul mio.

Sentii una sensazione stranissima. Un singolare presagio che avvertiva di un pericolo sconosciuto.

SWANWhere stories live. Discover now