Capitolo 52

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Me ne ero andata, senza voltarmi indietro. Provavo una moltitudine di sentimenti contrastanti, troppi per poterli identificare tutti.

Avvertivo anche un'estraniante e insolita sensazione ai miei occhi, come un lieve pizzicorio caldo, che però non risultava fastidioso.

Una volta raggiunta la mia stanza, andai in bagno a ripulirmi dal sangue. Allo specchio vidi il mio riflesso e non lo riconobbi.

I capelli e il trucco erano rimasti intatti, ma il sangue aveva rovinato il mio vestito. Il dettaglio più inquietante però, erano le mie iridi dorate, uguali a quelle di Azael. Doveva essere stata una mutazione dovuta a quello che era successo. Mi auguravo solo che fosse temporanea e mi confortai, quando compresi di non avere anche le zanne.

Mi sciacquai dal sangue nero con una certa ossessività.

Non potevo ne volevo credere a quanto era accaduto e a cosa avessi fatto. Mi sedetti tremante sul pavimento. Avevo ucciso una danzatrice demoniaca, senza pensarci due volte, solamente perché aveva minacciato Azael.

Mi sarei dovuta abituare a tutti questi aspetti con l'incombente fine del mondo, eppure non era stato proprio da me.

Dunque era quello che avrei dovuto patire in quel regno. Non era solo vedere il reame del Maligno, era entrare a farne parte. Era diventare io stessa malvagia. Non potevo permettermi di perdere me stessa, quindi dovevo fare qualcosa che mi facesse sentire ancora normale.

Mi rialzai, tornando nella stanza. Indossai il tutù nero, che mi era stato imposto, mettendo da parte l'ormai rovinato vestito. Accesi la musica su un vecchio giradischi, che avevo scovato in fondo all'armadio.

Avevo bisogno di danzare e distrarmi da tutto quell'orrore.

Scelsi di lasciare i capelli sciolti, giusto per concedermi quel poco di libertà che mi era rimasta. Avevo cambiato anche le scarpe, indossandone altre più adatte. Chiusi gli occhi, posizionai i piedi in prima posizione e cominciai a danzare.

L'unico disco intatto era "il lago dei cigni" di Tchaikovsky. Piuttosto ironico per la mia situazione. La canzone raccontava di come Odette, la protagonista, fosse stata maledetta dallo stregone Rothbart a tramutarsi in cigno durante il giorno, mentre di notte era costretta a riprendere sembianze umane. L'unica sua via di scampo era un principe, il suo vero amore. Sebbene l'amore trionfi in molte storie, non lo aveva fatto in questa. Il principe venne ingannato dalla gemella perfida di Odette, Odile. Promise il suo cuore alla ragazza sbagliata e Odette morì dal dolore. La vicenda narrava che il principe la raggiunse nei suoi ultimi istanti, solo per vederla morire e per farsi travolgere con lei da un'onda anomala in riva a un lago.

Tuttavia, non credevo che ci potesse essere una sorta di differenza netta fra bianco e nero, bene o male, come in ogni storia reale o meno. Magari anche la gemella di Odette era stata costretta a quella vita dopotutto.

Non si nasceva malvagi, lo si diventava. Odile era la figlia di Rothbart e anche per lei, forse, la via più giusta era quella di sposare e trovare il potere e forse l'amore. Non era stata una sua decisione, l'oscurità aveva scelto lei. Proprio come era successo a me.

La composizione musicale si concluse con l'atto più difficile e doloroso: la morte del cigno bianco. Eseguii diversi passi di danza come degli assemblé, ovvero degli aggraziati salti in avanti, piqué, degli spostamenti sulla medesima punta del piede, finendo con delle piroette. Utilizzai inoltre passi più complessi, come delle rotazioni sul proprio asse corporeo, laddove vi erano i punti culmine del balletto.

La danza mi aveva calmata, facendomi ritrovare me stessa. La particolare percezione agli occhi di poco fa era svanita, dunque avevo la speranza che il marrone delle mie iridi fosse tornato.

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