Capitolo 49

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Poco dopo l'uscita di Azael, un valletto mi aveva avvisato che la cena reale si sarebbe tenuta alle otto e che era richiesto un vestiario elegante e formale.

Vestirmi bene per una cena nell'Inferno mi sarebbe parsa un'idea improbabile e folle solo qualche mese fa, ma adesso ero costretta a farlo e non mi sarebbe dispiaciuto indossare un bel vestito.

Tuttavia, non avevo la minima voglia di consumare il mio pasto con una tavolata imbandita e in compagnia dei demoni amici di Azael.

Inoltre, dal momento che era la donna con cui Azael si doveva unire, anche Adele abitava in quel pittoresco palazzo e, probabilmente, ci sarebbe stata anche lei. Il mio unico desiderio da condividere con quella arpia era quello di spingere quella ossigenata traditrice nella sabbia rovente del Dudael.

Questo pensiero mi divertiva e spaventava al tempo stesso. Non era da me aver pensieri così lugubri, per cui davo la colpa all'influenza del pezzo dell'anima di Azael, che ormai stava svanendo e avrei dovuto acquisire nuovamente. Avrei dovuto chiedere prima o poi quali conseguenze implicasse assorbire il sospiro delle anime del demone dagli occhi dorati. Per far sopravvivere la vera me nel regno del male assoluto, volevo saperne di più.

Dopo aver usato una piastra sui miei capelli, trovata in un cassetto del bagno con molti altri accessori femminili, indossai un vestito, che avevo preso dal solito fantasioso armadio. Un tubino nero con un elegante scollo a cuore sul petto, molto attillato, che si dilungava appena sopra le ginocchia. Era un po' troppo corto per i miei gusti, sebbene non sfociasse nella volgarità, era solo molto audace e femminile.

Era chiaro che avrebbe riscontrato decisamente l'apprezzamento di Azael, dal momento che aveva strategicamente boicottato i miei vestiti e aveva fatto in modo che io avessi un guardaroba molto più adeguato negli inferi.

Tolsi la fascia viola, sotto la quale era rimasto quella specie di tatuaggio, che, man mano che i giorni passavano, assumeva forme sempre più ovali e tridimensionali. Vista la reazione di Astaroth, quando lo aveva visto, qualcosa mi suggeriva che avrei dovuto tenerlo coperto ulteriormente, quindi utilizzai un bracciale dorato e coprente, trovato in un portagioie nel bagno, come una sorta di fascia metallica molto più elegante.

Azael sembrava aver fatto in modo di provvedere proprio a tutte le mie possibili esigenze e io mi sentivo davvero male per come lo avevo trattato.

Indossai dei tacchi neri e uscii dalla stanza. Sperai solo che finisse in fretta.

Mentre passavo tra un corridoio e l'altro, cercai di orientarmi attraverso i sussurri suffusi degli altri ospiti del palazzo, che si sentivano da lontano. Eppure, ogni volta che sembrava che mi avvicinassi a loro, parevano farsi ancora più distanti.

Improvvisamente mi ritrovai a ridosso di una stanza, dove udii la voce più spiacevole di tutte filtrare attraverso le pareti. Anche la porta di quella camera era accostata, facendo intravedere parte della scena che si stava svolgendo.

Adele era china sul pavimento, davanti al letto matrimoniale, mentre le sue curve erano coperte solo da un lenzuolo.

Di fronte a lei c'era un ragazzo privo di vestiti, coperto alla mia vista da Adele, che frapponeva fortunatamente fra noi la sua figura. Era certamente attraente, seppur non volessi soffermarmi su alcuni punti del suo corpo. Aveva un sorriso seducente, occhi azzurri seduttori e i capelli castani arruffati. Sembrava molto più un umano, rispetto che a un demone e certamente non era Azael.

La risata fastidiosa di Adele pervase la stanza e, dopo che si fu messa di profilo, vidi che la sua bocca era cosparsa di sangue. In preda al panico, decisi di osservare meglio e notai che il collo del ragazzo era anch'esso sporco di liquido rosso.

SWANWhere stories live. Discover now