Capitolo 71

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Appena il mio sguardo aveva incontrato il suo, i battiti del mio cuore si erano moltiplicati.

Era arrivato. Solo in quel momento mi accorsi di quanto mi fosse realmente mancato in quei giorni.

Durante tutte quelle riflessioni, Azael con la sua splendida armatura e il mantello rosso si era avvicinato. Mi scrutò attentamente.

I capelli corvino mossi dal vento a regola d'arte, gli occhi di oro fuso e le labbra piene semplicemente perfette. Grazie alla mia nuova natura, riuscivo ad ammirare più dettagliatamente ogni tratto virile e spigoloso di Azael.

«Non sei per nulla messa bene. Essere la moglie di un tacchinello non ti dona affatto» infierì, mettendosi in ginocchio di fronte a me e infilando le braccia sotto le mie cosce.

Mi sollevò e accostò il mio corpo vicino al suo petto, facendo battere a mille il mio cuore. Iniziò a camminare.

Le mie labbra si distesero in un gran sorriso. Ero finalmente con lui ed ero al settimo cielo, anche se non letteralmente.

Misi una mano sulla sua guancia, facendo abbassare la sua testa verso di me. Immediatamente il mio sguardo entrò in collisione con il suo.

«Certo che, per farti cacciare subito, dovrai essere stata una colombina molto cattiva. Che cosa hai combinato? Hai sedotto Michele in persona, visto che ti piacciono tanto quelli?» aggiunse imperterrito lui e io non compresi quell'atteggiamento.

Eravamo stati lontani a lungo e ogni giorno era stato decisamente insopportabile per me, senza di lui.  Ci eravamo finalmente ritrovati e io non volevo sprecare i nostri primi attimi in questo modo. Inoltre, nonostante trovassi un qualcosa di eccitante nella sua gelosia, non era da lui essere così possessivo.

«Sei ubriaco?» gli domandai confusa, interrompendo le mille congetture del generale infero.

«I demoni non possono ubriacarsi purtroppo. Mi sono fatto iniettare del nettare incantato da Astaroth, per rallentare gran parte dei miei istinti, tuttavia, così facendo, ne sono stati aumentati altri. Non ha neanche funzionato del tutto» borbottò lui contrariato.

Sgranai gli occhi, rimanendo a bocca aperta. «Ma perché lo hai fatto?»

«Per Lucifero e tutti i suoi demoni! Gattina, se non mi fossi distratto in qualche modo, avrei trovato il modo di raggiungerti e concludere quello che avevamo iniziato nel bosco, per poi fare la cerimonia dell'Unione con te, totalmente privi di vestiti e di fronte a tutti quei puritani.»
La frustrazione trapelava da ogni parte del suo corpo.

Arrossii di colpo di fronte all'immagine da lui descritta. Serrai le labbra, mentre lui portava me e Greyson verso la foresta.

Non capivo. Sospirai con il respiro spezzato. «Tanto tutto questo non sarà possibile, dal momento che ti devi unire con quella vipera, che mi ha attaccata poco fa.»

«Adele è qua? Ti ha aggredita?» chiese con stupore.

Non aveva risposto alla mia contestazione, ma non aveva più importanza. Inoltre, era evidente che lui fosse arrivato probabilmente all'ultimo e non avesse visto l'aggressione di mia cugina.

«Sì, ma sto bene. È scappata e Raphael mi ha fermata prima che la uccidessi. Quella non vale tanto della mia integrità» mormorai, facendolo annuire.

«Anche se poteva evitare di baciarti, il suo intervento è stato utile. Tuttavia, mi sorge un'ulteriore domanda: come hai fatto a liberarti dalla tua condizione? Avevi un patto con me, gattina.»

«Nefonos mi aveva detto che l'effetto della maledizione della rosa bianca era sfumato a seguito della mia natura di angelo. Cadendo, pensavo che, immune dalla rosa nera, avrei trovato la mia salvezza. Ho scoperto solo in seguito che l'intento di Nefonos fosse proprio quello di ingannarmi. Non è certamente alleata del Paradiso e tanto meno dell'Inferno, dunque credo proprio che stia con Distruzione. Starà agli angeli verificarlo» spiegai.

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