Capitolo 18

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Era una statua di marmo.
I muscoli, scolpiti da chissà quale divinità, si flettevano in pose differenti, per poi colpire i nemici. Tutto questo in meno di tre secondi.

Azael provocava, schivava e attaccava ogni volta.
Almeno venti persone, dopo pochi secondi, furono sconfitte.

Drew andò a chiamare qualcuno che potesse intervenire, visto che non combattevano secondo il regolamento prestabilito. Erano troppo violenti. Ovviamente le sentinelle potevano allenarsi, ma non così duramente da farsi male e occorreva soccorrere chi si fosse ferito veramente.

Mi guardai attorno, accorgendomi che anche Leslie era scomparsa con Hunter chissà dove.
La sarei andata a cercare dopo.

Un ultimo ragazzo si alzò, nuovamente pronto per sfidare Azael.

Ne approfittai per muovermi. Dopotutto l'avversario non avrebbe mai vinto da solo. Non avevo ben chiaro cosa volessi fare, ma non potevo lasciare che continuassero a picchiarsi così brutalmente.

Anche se non ero molto libera con i movimenti, a causa della divisa di danza, avrei dovuto provarci lo stesso. Camminai con movimenti felini, mettendomi sulle punte, senza farmi sentire. Non dovevo farmi vedere da Azael, per cui feci attenzione nel girargli attorno, fino a raggiungere una breve distanza da lui.

Piegai le ginocchia e balzai sulla schiena di Azael. Ero pronta a fermarlo. Non volevo bloccarlo affinché l'altro lo sconfiggesse, ma si doveva placare il più forte, per fare terminare lo scontro. Diedi un'occhiata all'altro ragazzo e avevamo la stessa stazza.
Si sarebbe arreso di sicuro.

Azael gli tirò ugualmente un pugno e lo mandò al tappeto subito dopo, riuscendo a tenermi sulle sue spalle. Il mio peso non gli aveva dato il benché minimo problema.

Il combattimento era cessato, perciò cercai di scendere.

Lui mi prese sotto le cosce.
Raggiunse un materassino blu, mentre io sbraitavo e mi dimenavo per liberarmi. Distese il materassino blu con un piede, per poi buttarmi su di esso a pancia in su.
Lui si lasciò cadere sopra di me, senza schiacciarmi.

«Levati! Puzzi da morire.» Protesi le mani sulle sue spalle. Non lo avrei certamente toccato sul petto scoperto.

Lui si morse il labbro inferiore, facendo una quasi impercettibile smorfia.

Alzai la mano dalla sua spalla sinistra, protendendomi in avanti per vedere di cosa si trattasse.

Vi era una macchia viola scuro.
Inoltre, aveva altre chiazze sull'addome, lungo il fianco destro e su entrambe le braccia. Il suo corpo era anche pieno di tagli, che però non parevano fargli troppo male.

Azael era ferito. Tuttavia, non sembrava notarlo. Sembrava essere solo divertito e curioso.

Abbassando lo sguardo, notai il drago tatuato nella parte alta del suo braccio sinistro. Ne disegnai i contorni con l'indice, accorgendomi del fatto che non mi avesse parlato finora.

«Ne valeva proprio la pena?» Non ero arrabbiata o disgustata, solo rassegnata.

«Per uno scontro questo e altro. Inoltre, vederti con il tutù, è stata la parte più bella della giornata.» Fece un sorrisetto, che mise in evidenza il piccolo taglio formatosi sulle sue labbra. Siccome non avevo fazzoletti o qualcos'altro da poter usare, ci misi il pollice sopra, facendo una smorfia.

La sua bocca era così morbida e solo per un breve momento la dischiuse, facendomi intravedere uno strano luccichio. Non ci feci molto caso, poiché non era importante. Nulla contava più, se non il suo sguardo nel quale immergermi.

Lui interpretò quel gesto in maniera differente, infatti gli si illuminarono gli occhi e si fece più vicino. Quel color dorato si intensificò e le pagliuzze si fecero più evidenti.

Schiusi le labbra e ne rimasi stregata, mentre lui pian piano colmava la distanza fra di noi. Avvertivo il suo respiro sempre più caldo e il suo profumo era sempre più inebriante ogni volta che si avvicinava.

Potei solo apprezzare con quanta passione i suoi occhi dorati mi stessero guardando. Volevo che mi baciasse con molta intensità, sebbene non ne sapessi il motivo.

Mise una mano sulla mia, che era ancora sulle sue labbra, accarezzandone il palmo, per poi allontanare entrambe dal suo labbro ferito.

«Maxime pulchra angelus de caelo» sussurrò dolcemente.

Ero troppo presa dalla situazione per chiedergli il significato delle sue parole, ma sembrava così musicale e piacevole che non poteva essere un insulto.

Una sensazione sempre più calda si fece largo in me e mi spostai verso di lui, desiderando quel bacio così incandescente.

Un suo ultimo sospiro sulle mie labbra e chiusi le palpebre.

Il peso del corpo di Azael scomparve improvvisamente. Aprii gli occhi e non c'era realmente più.

Se si trattava di uno scherzo, l'avrebbe pagata cara.

Mi misi seduta, individuandolo immediatamente. Azael era dall'altra parte della stanza e non era solo. Raphael lo stava trattenendo con le spalle attaccate al muro.

«Ma cosa...» esordii, ma venni interrotta da una spiacevole sensazione. Sulle mie dita era rimasto più di quanto sangue mi aspettassi, ma non era quello l'aspetto più inquietante.

Il sangue di Azael era di un colore così scuro che sembrava essere nero. Magari era solo l'effetto della luce, ma mi sentivo ugualmente spaventata.
La mia attenzione fu distolta dalla conversazione dei due ragazzi.

«È stata una sua decisione combattere contro di me. È poi è piaciuto a entrambi. Non ti scaldare troppo. La gelosia non ti dona, Papael.» Azael provocò il biondo con il suo sorrisetto beffardo.

Raphael lo aveva in pugno, ma di certo Azael non stava opponendo alcuna resistenza. Se così non fosse stato, ero sicura che si sarebbe trattato di uno scontro epico.

Siccome era come se fossi invisibile, decisi di ascoltare solamente.

«Non puoi continuare così! Lei non è una ragazza che fa per te. Lasciala in pace e intrattieniti con la sua odiosa cugina, come hai già fatto finora.»

Mi si mozzò il respiro.

Dunque era proprio vero che Azael e Adele erano stati insieme. A quanto pare lui si era stancato del vecchio giocattolino, per poi volere uno nuovo.

«Non sono affari che ti riguardano in ogni caso. È molto patetico, infatti, che tu stia facendo una scenata perché lei non ami passare il tempo con te.» Azael non era più così tanto divertito.

Dovevo andarmene.
Mi sentivo molto imbarazzata e confusa, dopo quello che era successo. Mi alzai in piedi e cercai di togliere il disturbo, senza che l'attenzione ricadesse su di me.

Un senso di inquietudine si fece largo nel mio petto. All'improvviso non sentivo più le voci dei due litiganti.

Prima che potessi anche solo voltarmi, venni afferrata per le braccia e messa con le spalle al muro.

Azael non conosceva proprio la definizione dello spazio personale.

«Essere scaraventato da Raphael non ti è bastata come lezione?» Mi misi subito sulla difensiva.

«Be', siccome "puzzo da morire", pensavo che invitarmi a una doccia comune fosse d'obbligo.» Azael alzò un angolo della bocca in un seducente ghigno.

«Perché il tuo sangue è nero?» chiesi di getto. Ero stanca di non sapere nulla su tutti quei fatti agghiaccianti.

«Diciamo che si tratta di una caratteristica di famiglia. Non ha mai penalizzato nessuno, per cui abbiamo deciso in massa di non lamentarci.»

Guardando oltre le spalle di Azael, vidi Raphael si rialzò da dove probabilmente Azael lo aveva fatto cadere e venne verso di noi con andamento minaccioso.

«Levale le mani di dosso!»

«Adesso basta» tuonò il preside, entrando nella stanza, facendo congelare tutti sul posto.

Scorsi Drew poco più indietro.

SWANWhere stories live. Discover now