Capitolo 45

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Dopo essermi legata i capelli in uno chignon, sgattaiolai per i corridoi oscuri della Dark Crystal.

Avrei dovuto infrangere tre regole vietatissime: l'uso della sfera era severamente punito e per questo era stata nascosta nell'ufficio del preside, per entrarci avevo dovuto aspettare che calasse il coprifuoco imposto dall'istituto e avevo intenzione di parlare con gli angeli, nemici dell'Inferno.

Contavo sul fatto che i reali volessero il mio aiuto e quindi che non ci sarebbero state gravi conseguenze anche se fossi stata scoperta.

Cercai di nascondermi nell'oscurità, seppur Jasmine mi avesse avvertita che i demoni ci vedessero perfettamente al buio e i loro sensi fossero addirittura più sviluppati. Ero quasi ridicola, mentre cercavo di mimetizzarmi, vestita con leggings, maglietta e scarpe da ginnastica totalmente neri.

La mia compagna di stanza mi aveva indicato la strada, ma non aveva potuto accompagnarmi. Lei non godeva della stessa protezione che io invece possedevo, essendo il cigno. Lo sapevo bene e quando si era offerta di aiutarmi, le avevo detto di no.

Mi avvicinai senza problemi alla porta della presidenza, ubicata nell'ultimo piano, sopra alle aule dove si svolgevano le normali lezioni. Provai a girare la maniglia, ma la stanza era chiusa a chiave.

Schioccai la lingua, cercando di pensare a come potessi aprire la porta. La soluzione era una sola: usare i miei poteri, più precisamente quelli di Azael.

Mi ero confidata con Jasmine di quanto fosse successo con Azael e, a quanto pareva, lo stato di incoscienza mentale in cui subentrava il cigno, era creato da sole determinate esigenze e situazioni. Speravo che questa fosse una di quelle.

Chiusi gli occhi, aprendo le dita delle mani e respirando, seppur piano, con profondità. Evocai quell'ignota energia nel mio essere, augurandomi con tutto il cuore di riuscirci. Sentii scorrere il potere come linfa vitale nel mio corpo e riversarsi lungo le dita. Aprii piano gli occhi. Non era accaduto nulla.

Inarcai un sopracciglio. Eppure ero sicura di aver avvertito qualcosa. Attirata da un'insolita creatività, avvicinai una mano alla maniglia della porta e schioccai le dita. Una fiammella partì dall'indice e si riversò sulla serratura buia, facendola scattare.

La porta si aprì, suscitando il mio stupore e la mia soddisfazione nel sapere di star cominciando a capirci qualcosa. Un secondo successivo, però, il senso di inquietudine dato dal trasgredire una legge infera ritornò a farsi sentire.

Entrai, camminando sulle punte, avvertendo il silenzio opprimente dilungarsi sempre di più. Era stato quasi fin troppo facile.

Nel buio vedevo poco e niente e inciampai almeno un paio di volte. Alla fine riuscii a scorgere la sagoma tonda ricoperta da un tessuto di seta. Lo tolsi e mi si mozzò il fiato.

Un odore frizzante di pini in inverno impregnò subito l'aria, mentre la temperatura si abbassò di qualche grado. Attribuii questi cambiamenti alla magia emanati dall'oggetto sovrannaturale.

Dopo qualche minuto, mi sentii nuovamente sicura nell'avvicinarmi alla sfera di cristallo.

Seguendo le istruzioni dell'unico angelo buono della Dark Crystal, sapevo che sarebbe bastato toccare la sfera e pronunciare a voce alta il nome di chi volessi trovare, se fossi sopravvissuta al suo potere.

Sfiorai la rotondità del cristallo, così limpido da poterci vedere attraverso.

Un fiocco di neve si posò sul dorso della mia mano, suscitando la mia attenzione. Alzai lo sguardo verso l'alto e altri fiocchi stavano cominciando a cadere. Questo poteva presagire soltanto una cosa: l'incantesimo era iniziato.

SWANWhere stories live. Discover now