Capitolo 53

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Erano passate settimane da quando Azael aveva bevuto il mio sangue. In questo arco di tempo sembrava che il generale demoniaco avesse fatto di tutto per non rimanere mai da solo con me, come se fossi stata io l'artefice dei suoi problemi.

Nessuno aveva mai più fatto parola dell'accaduto. C'erano, però, persino dei testimoni della corte del Dudael durante il nostro allenamento.

Le prime lezioni erano iniziate con il classico "corpo a corpo".
I primi incontri erano stati quelli più duri, oltre che imbarazzanti, ma dopo un po' ero riuscita ad avere una certa dimestichezza.

In certe occasioni negli ultimi giorni, ero riuscita a impugnare anche alcune armi. Dal momento che io ero minuta ero limitata ad usare strumenti più leggeri, come spade o archi con frecce.

Un'altra difficoltà che mi si era presentata era dettata dal fatto che le armi degli inferi erano maledette e impregnate di malvagità, dunque altamente pericolose per un angelo come me. Dovevo perciò fare molta attenzione a non ferirmi.

Azael riusciva sempre e comunque a battermi in qualsiasi scontro, ma negli ultimi allenamenti ero riuscita a tenergli testa per un po' di tempo.

Dopo la fine di ciascuna sessione, però ne uscivo sempre alquanto distrutta, visto che a ogni allenamento i nostri corpi si dovevano muovere come una danza sinuosa e letale.

Dovevamo stare molto vicini e questo non andava di certo a favore della mia concentrazione. Il suo profumo e le sue movenze feline non facevano che far emergere ancora di più il suo lato da guerriero, quello da generale. Era veramente difficile focalizzarsi solo sull'allenamento, ma ci sarei dovuta riuscire per avere una minima speranza di sopravvivere.

Durante le ultime ore ero riuscita a combattere meglio del solito e lui aveva deciso di lasciarmi cinque minuti di pausa.

Andai a bere e a ricomporre i miei capelli in due trecce boxer che partivano dall'alto. Erano molto comode durante il combattimento, visto che rimanevano molto ordinate e non si disperdevano come i capelli sciolti.

Ero vestita in maniera semplice. Però anche il mio abbagliamento sembrava essermi d'ostacolo. Difatti il top e i leggings di colore nero che ero solita a mettere, riuscivano a mettere in risalto le mie forme e pareva che Azael lo avesse notato. Era dunque davvero una complicazione il fatto di riuscire a tentarlo con davvero così poco, ma d'altra parte era sconfortante che, nonostante la sua natura demoniaca, lui resistesse con enorme facilità e non avesse problemi a far partecipare la sua corte durante gli scontri.

Sospirai piano. Era una situazione difficile, in cui non sapevo davvero cosa avrei dovuto provare. Da un lato ero sempre più coinvolta con Azael, sia per la condivisione del sangue, dell'anima, ma di anche quei momenti così preziosi da essere unici. Ma da un altro punto di vista ero terrorizzata all'idea di quel cambiamento e lui aveva creato una sorta di barriera fra noi, per la quale non avevo idea se esserne felice o meno.

Era più facile con Astaroth, con il quale si era creata una sorta di legame quasi simpatico. Era un demone terribilmente potente e ricordavo bene cosa avesse fatto, ma di certo era anche molto stravagante.

Avevo con lui incominciato a utilizzare i miei poteri. Ovviamente non tutti, molti erano ancora assopiti. Mi era stato spiegato che gran parte dei poteri angelici erano legati all'aria, alla guarigione, alla luce e ai cristalli. Per il momento Astaroth mi aveva insegnato bene come muovere a mio piacimento l'elemento dell'aria e cambiarne lo stato e la temperatura.

I miei progressi erano davvero notevoli, visto che ero già riuscita a tramutare il mio vento in ghiaccio, tuttavia non erano abbastanza veloci. Astaroth aveva dichiarato che sarei stata un angelo di notevole potenza, se fossi cresciuta in Paradiso. Tuttavia, io ero nata fra gli uomini e dovevo apprendere tutto il più in fretta possibile con un tempo davvero limitato.

SWANWhere stories live. Discover now