Capitolo 35

4.5K 238 173
                                    

Non credevo che potessi essere così tranquilla fra le braccia di Azael. Era riuscito anche a prendere la valigia che aveva fatto poco prima.

Eravamo stati teletrasportati in un luogo buio e roccioso, nel quale c'era un caldo tremendo. Azael mi aveva spiegato che quel potere apparteneva solo esclusivamente al re infero e a quello dei cieli. Essere smaterializzati da qualsiasi luogo della Terra al proprio regno e viceversa, doveva fare molto comodo ai regnanti dei due reami.

Ero felice di non essere più al centro dell'attenzione per una volta, ma non potevo gioire molto. Avevo "passato il testimone" ad April. Lucifero l'aveva chiamata "mia discepola".

«Dove siamo?» sussurrai.

«Nel luogo più nascosto di tutti, in fondo non potrei far sapere a chiunque dove si trovi il mio regno» rispose Lucifero, che aveva percepito la mia silenziosa domanda, attraverso il suo udito sovraumano «e prima che tu pensi che i tuoi amichetti angelici possano trovarti, ti sbagli. L'ultima volta che un angelo ha indovinato la localizzazione dell'Inferno, si è spostato immediatamente in uno più misterioso ancora, lasciando migliaia di morti umane alle sue spalle.»

«Siamo in un altro continente?» Mi guardai stranita attorno.

«No, ma in un altro stato. Più precisamente l'entrata è un vulcano, ma è solo quella principale, ce ne sono altre per gli inferi. Per questo è così difficile sia entrarne che uscirne» spiegò solenne Azael.

Ero sbalordita. Era geniale come nascondiglio. Nessuno si sarebbe mai aspettato che l'Inferno si trovasse proprio lì, tanto meno gli angeli.

Non avrei mai pensato di allontanarmi così tanto da casa, per finire in un luogo tanto oscuro. Non avrei mai creduto neppure che il demone più potente di tutti avesse bisogno di una tale protezione.

«L'oscurità è forte, ma, se combattesse in campo aperto, anche la luce darebbe segno di gran coraggio. Nonostante anche gli angeli non siano perfetti, mi hanno rivelato che anche una singola luce nell'oscurità può essere in grado di bandirla» mormorò April, incrociando le braccia al petto e liberandosi dalla presa di Lucifero.

Era strano che April, colei che si era presentata come una amica di Raphael, prima mi dicesse di non fidarmi neppure e degli angeli e poi che quest'ultimi non fossero perfetti. Non era in fondo un angelo anche lei?

«Questa è una tua credenza, mia discepola. Io sono dell'idea che la luce si può corrompere facilmente e piegare con altrettanta velocità, tuttavia non bisogna mai sottovalutare i nostri nemici. Nessun essere è fatto totalmente di luci o di ombre. Persino i primi demoni erano in origine angeli» spiegò solenne il sovrano.

«E perciò una volta eravate tutti biondi e con occhi azzurri?» Feci ad Azael la prima domanda che mi venne in mente.

Lucifero scoppiò in una fragorosa risata. «Hai letto il diario del generale, dunque. No, gli angeli non sono tutti biondi e occhi azzurri. Molti di loro non lo erano neppure inizialmente, ma vengono raffigurati così, perché erano e sono composti internamente da luce nel Regno dei Cieli. In Paradiso i capelli dei celesti sono così abbaglianti da apparire biondi, quasi bianchi, mentre gli occhi sono così chiari che sembrano azzurri. Questo solitamente, poi ogni angelo ha i suoi colori, che possono essere così intensi da farsi scorgere in Paradiso, oppure no.»

Guardai Azael con la coda dell'occhio, cercando di immaginarlo con i capelli biondi. L'immagine che comparse nella mia mente era troppo simile a Raphael, per cui cercai di cacciarla via con la forza.

Lucifero iniziò a camminare verso la fine della caverna.

«Un'ultima domanda, perché avete attaccato Raphael? Era già ferito.» Non era prudente domandare così tanto a un uomo così potente. Ma io volevo sapere.

All'improvviso l'angoscia, repressa fino a quel momento, aveva preso il sopravvento. Mi chiesi come stesse Raphael, se la spada di Azael gli avesse fatto tanto male e se in questo momento stesse riposando.

«Per avere April. Sapevo che non sarebbe stata con le mani in mano. Raphael è un guerriero temibile, ma, quando si tratta di te, il suo giudizio è offuscato dalla tenerezza e dalla debolezza dei suoi sentimenti.»

«Non è affatto debole. Da come vi ha affrontati, non è proprio il coraggio a mancargli.» Lo difesi, agendo impulsivamente prima di pensare.
Qualche mese fa mi sarei uccisa piuttosto che difendere Raphael, eppure adesso mi sembrava così naturale.

Tuttavia, contraddire il Male nel suo regno non era affatto una mossa saggia.

«Sfateremo anche questo mito, non preoccuparti, cigno.» Il sovrano sogghignò.

Cominciammo a camminare verso il punto più buio della piattaforma.

«Aspetta» mi sussurrò Azael all'orecchio, facendomi fermare.

Mi voltai verso di lui e mi accorsi che aveva rimesso la maschera e che aveva in mano la mia. La presi, senza oppormi in alcun modo. Ero in territorio nemico, se avessi opposto resistenza, avrei solo complicato le cose.

Azael mi legò la maschera.

«Perché il vulcano sembra vuoto, quando per la maggior parte sono dormienti o attivi?» chiesi, facendo appello a quel poco di conoscenza scientifica che possedevo.

«È un altro trucco di Lucifero. Sopra di noi c'è il magma, ma l'entrata dell'Inferno è una piccola cavità, che è presente appena sotto a un profondo strato di lava. È come un buco, persino le pareti che vedi fanno parte di un ovale roccioso, che si trova all'interno del vulcano e circondato da lava. Però non si corrode mai.»

«E noi come facciamo ad andare dall'altra parte, se è chiuso?»

«Semplicemente, le nostre anime entrano nella parte più oscura del mondo e veniamo teletrasportati direttamente e materialmente dall'altra parte.»

Mi faceva male la testa a furia di tutti quei ragionamenti e trucchi.

«Inoltre puoi vedere il cielo, semplicemente perché ormai sei dall'altra parte, nel buco, quindi vedi attraverso la lava.»

Mi mordicchiai il labbro. Sembrava un posto davvero introvabile.

Azael mi prese per un braccio. «Qualunque cosa succeda, tu resta aggrappata a me. Il portale di ingresso oscuro, se non sai dove andare esattamente, ti fa perdere e diventare folle.»

Deglutii. Diciamo che l'Inferno aveva un sistema di sicurezza all'avanguardia e gli ospiti non erano molto graditi. «E come fanno i demoni a superare la lava bollente?»

«Per raggiungere il buco, che noi chiamiamo più artisticamente "il cuore del vulcano", il demone deve possedere un cuore puro e grandi poteri, altrimenti viene ucciso dalla lava, che è molto speciale. Infatti del semplice fuoco non può uccidere un demone.»

«E tu? Tu hai un cuore puro?» chiesi confusa. L'ultimo pensiero che potessi avere era che i demoni potessero essere degni tale appellativo.

«Più puro di tutti gli altri. E per puro si intende dignitoso di entrare negli inferi. E ho anche grandi poteri, se ti interessa.» Azael ghignò beffardo.

«E anche una grande modestia» borbottai.

«Di grande ho anche molto altro...» affermò con tuono suadente.

Quei momenti mi ricordavano troppo quelli alla Golden Crystal, solo che laggiù conoscevo solo in parte la personalità di Azael.

Mi gettai nell'oscurità subito dopo Lucifero e April, tenendo salda la mano di Azael. In quell'attimo provavo un fastidio dolce e familiare, che non sentivo da tempo, fin dai giorni in cui mi preoccupavo solo di essere una brava ballerina.

SWANDove le storie prendono vita. Scoprilo ora