Capitolo 77

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Il grande rituale di Distruzione era volto al cambiamento della natura umana. Gli uomini venivano trasformate in creature cannibali e mostruose: i wendigo.

Mi si era gelato il sangue nelle vene alla vista di quel processo tanto macabro quanto estremamente elaborato.

«Dobbiamo intervenire o i suoi guerrieri continueranno ad aumentare di numero le fila del suo esercito» dichiarò Azael, mentre io mi feci in qualche modo più vicina a lui.

Lucifero fece un cenno con il capo, dando il silenzioso ordine.

Hunter fece un ringhio silenzioso. La furia poco distante da noi, attinse ai suoi poteri, facendo assumere ai suoi tratti umanoidi un profilo quasi felino. La forma del suo viso divenne più pronunciata, mentre i tratti definirono ulteriormente la loro spigolosità. La pupilla dei suoi occhi, seppur sempre parzialmente coperti alla vista per colpa della maschera, si restrinse in un piccolo taglio.

Prese la rincorsa e, prima di arrivare troppo oltre, balzò in aria, sfondando il terreno al piano superiore. Ci aveva aperto un varco.

Seguimmo tutti il suo esempio. C'era chi non era abbastanza forte per riuscire ad arrampicarsi con le sole forze, per cui attingendo minimamente al potere del fuoco, si aumentava la propria potenza, raggiungendo l'interno della cattedrale.

Notre Dame era avvolta in un'aura sinistra e molto macabra. Dopo l'urlo dell'umano, non si era avvertito più alcun rumore.

Guardandoci attorno, però, comprendemmo di non essere soli. Una moltitudine di wendigo presenziava dietro, davanti e attorno a noi. Eravamo circondati.

Il processo indotto da Distruzione non era iniziato solo qualche mese fa, pareva proprio che avesse congeniato il suo piano da anni, se non secoli. Era stato un attento calcolatore sin dall'inizio e noi eravamo caduti nella sua trappola.

Improvvisamente le vetrate dell'ingresso vennero ridotte in frantumi e piccoli cristalli di vetro colorato si propagarono nell'ambiente sottostante.

Creature dalle ali candide e imperiose fecero il loro ingresso, atterrando al nostro fianco. Michele e i nove paladini angelici erano arrivati. I loro visi erano scioccati quanto i nostri. Erano armati con strumenti benedetti dalla luce e armature argentate.

Per qualche istante nessuno si mosse. Eravamo più vicini al vortice e solo in quel momento notai quanto in realtà lui fosse grande.

La concentrazione di Wendigo si diradava solo in un punto lontano da noi della cattedrale. In quel lungo spazio vi era una fila di umani. Non sembravano spaventati, anzi, rimanevano fermi e immobili alla loro postazione. L'espressione dipinta sui loro visi non era di terrore, era completamente assente. Stavano aspettando. Erano in attesa degli orribili risvolti della loro sorte. Non gli era concesso provare nemmeno paura nei loro ultimi istanti di vita. Erano come stregati.

Il silenzio fu interrotto da un movimento inaspettato. I nemici di fronte a noi si scostarono, lasciando che la nostra visuale si andasse a concentrare su un'imponente figura.

Un uomo alto e biondo era di spalle e guardava l'enorme colonna di luce viola dinnanzi a sé. Era quasi come se fosse avvolto nella contemplazione della macchina distruttrice della stessa umanità. Fece un gesto con la mano e gli umani assorti completamente al suo volere, cominciarono a muoversi in simultanea, dirigendosi verso il vortice.

Prima che qualcuno di noi potesse intervenire, cominciarono a gettarsi uno per uno nella tempesta violacea, urlando di dolore per la trasformazione.

Solo uno di loro, l'ultimo della fila, sembrò risvegliarsi poco prima di porre fine alla sua vita. Era un normalissimo ragazzo all'incirca della mia età. Aveva capelli castani e occhi verdi.

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