Capitolo 17

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Il pomeriggio successivo stavo ancora pensando agli avvertimenti di Azael. Il mio lato razionale, però, prese il sopravvento.

Lui era solo un tipo strambo, maschilista e megalomane, che credeva di poter vantare del controllo su una vita di una ragazza, sebbene la conoscesse appena.

Il resto della giornata passata era trascorso tranquillo, anche se provavo senso d'inquietudine, il quale sembrava non poter svanire mai.

Dopo la discussione con Azael, l'insegnante di equitazione mi aveva confermato che potevo tenere Woede.

Durante la sera avevo provato a controllare nei pressi delle scuderie, se ci fosse ancora quel foglio con il simbolo misterioso. Non avevo trovato nulla e perciò avevo utilizzato internet per fare qualche ricerca, attraverso quei pochi dettagli che avevo memorizzato. Ovviamente non avevo trovato alcun risultato, dato che non mi ricordavo granché bene come fosse fatto il simbolo.

Non mi sarei arresa, solo che non sapevo proprio da dove avrei potuto iniziare.

Dopo le lezioni scolastiche della mattina, raggiunsi Chanel nelle sale delle prove di danza. Era immensa. Il pavimento era laccato in legno chiaro, mentre i muri erano color crema; invece le finestre, da cui proveniva la luce, erano enormi. C'erano almeno venti sbarre di metallo e per finire vi erano gli specchi appesi ai due muri laterali. Le finestre e gli specchi erano della stessa forma e si mimetizzavano fra loro.

Improvvisamente entrarono anche i ballerini, che indossavano la loro divisa.

Molti erano dell'idea che la danza classica fosse uno sport per sole ragazze, ma si sbagliavano di grosso. Non si poteva categorizzare uno sport, solo perché si indossava un tutù rosa.
I ballerini maschi non li indossavano neppure. Per la danza ci voleva dedizione, impegno e allenamento, molto più che in altre attività fisiche. Inoltre se si fosse considerata la forza e l'altezza di un ballerino, per non parlare dei muscoli, non avrebbero perso un solo grammo della loro virilità maschile. Così come l'arte della recitazione, la danza fu praticata, inizialmente, solo dagli uomini. Quindi il pensiero che fosse uno sport femminile era un'idea priva di fondamento e alquanto antiquata.

I ragazzi si posizionarono fra ognuna di noi. Io non ebbi il tempo neppure di girarmi che iniziammo con l'allenamento.

L'insegnante Roux batté le mani per richiamare la nostra attenzione. «Iniziamo con la quarta posizione e incominciamo con i movimenti. Ragazzi, mettete una mano sul bacino delle ragazze e inarcate, con loro, il braccio in alto, mentre le fanciulle terranno l'altra mano sulla sbarra di metallo.»

Facemmo come aveva ordinato e, per un po', tutti sembrarono indaffarati a mettersi nella posizione giusta.
Io cercai di non farmi distrarre da nulla e svolgere alla perfezione l'esercizio, o, perlomeno decentemente.

A un certo punto, però, sentii una risatina fastidiosissima provenire dietro di me.
Era Adele. La mia bellissima cugina flirtava con il suo accompagnatore. Di certo non si poteva dire che si stancasse.

Il mio compagno non si irrigidì o perse l'attenzione sui suoi passi.
Fu un buon segno, voleva dire che perlomeno non era alle dipendenze di Adele.

Girai su me stessa, facendo una piroetta niente male e lo vidi.
Si trattava di Drew.

«Ciao» disse, schiudendo le labbra perfettamente spesse e allineate. 

I suoi occhi erano così azzurri da sembrare di un bianco glaciale.
Il suo viso era incorniciato da una folta chioma di capelli color cioccolato. Non mi ero accorta di quanto fosse muscoloso fino a quel momento. Prima di voltarmi ero stata con la schiena attaccata al suo petto e, sebbene fosse snello, aveva un corpo ben definito.

Arrossii, quando mi accorsi di non avergli ancora risposto e di essere rimasta a bocca aperta.

«Ciao! Spero di non ritrovarmi a pestarti i piedi e di eseguire un buon allenamento.» Sorrisi imbarazzata. Non ero mai stata molto brava a danzare in coppia.

«A me non sembra che tu sia così maldestra, ma permettimi di aiutarti.»
Mi fece raddrizzare il bacino, alzare il braccio e stare in sospensione con la gamba. Era straordinario. Non ero mai riuscita a fare una mossa tanto complicata con tanta facilità.

Lui si mise in un'altra posizione dietro di me e, insieme, completammo gli esercizi della Roux.

Dopo due estenuanti ore di allenamento ci lasciarono liberi di fare una breve pausa.

«Allora, ti sta piacendo la nuova scuola?»

Drew e io ci sedemmo sulla panchina, che si trovava vicino alla porta della sala, mentre tutti gli altri studenti uscivano.

«Be' io...»

«Tu pensi che questa scuola sia favolosa, ma non così tanto come la tua adorata sorellina.» La voce stridula di Leslie echeggiò in tutta la stanza, facendomi sobbalzare. Una chioma rosso fiamma invase il mio campo visivo, appena prima che me ne potessi accorgere. Leslie mi abbracciò.

Sembrava più grande della sua età. Poteva benissimo essere quasi scambiata per una mia coetanea dal suo aspetto. Aveva grandi occhi di mille sfumature di azzurro, dei capelli color carota e delle lentiggini lievi sulle guance con una spruzzata sulle spalle.

«Adorata? Ma se probabilmente è venuta qui per scappare da te!» Hunter era dietro a mia sorella con un ghigno beffardo in volto.

«Che cosa vuoi tu?» ribatté acidissima Leslie, assumendo un'espressione arrabbiata, che però la faceva sembrare estremamente buffa.

«Be' un bel bacetto, come ringraziamento, sarebbe gradito» il ragazzo mise le labbra a beccuccio.

«Dacci un taglio, Hunter. Ti ricordo che ha solo quindici anni» intervenni, guardando malissimo il ragazzo, che sembrava più grande persino di me.

Rimase letteralmente a bocca aperta, mentre Leslie si mise a sghignazzare con fare maligno. «Tu non mi hai detto nulla! Sei una marmocchia. E io che speravo in un'abbondante ricompensa per averti accompagnato.»

Leslie, però, non si lasciò intimidire.

«L'età non fa donna. Comunque non è colpa mia né se hai tendenze pedofile né se sei un illuso» sospirò, senza scomporsi «in ogni caso, tuo fratello è più figo. Se dovessi dare una ricompensa a qualcuno, sarebbe a lui.»

Mentre la bocca di lui formava un "o" di stupore, lei gli fece la linguaccia.

«Di certo non si poteva intuire la tua vera età dalle tue enormi tet....» La volgarità di Hunter venne interrotta da un gran rumore, come se qualcosa di grosso fosse appena caduto sul pavimento.

«Viene dalla stanza dei combattimenti» disse Drew, che si mise a correre subito dopo.

La palestra era un spazio ampio e ben attrezzato con armi di vario tipo. C'era un gruppo di ragazzi, i quali combattevano al centro della stanza.
Erano tutti a torso nudo. Uno dei tanti finì contro la parete del lato opposto della camera.

Solo in quel momento riuscii a vederlo. Azael era in mezzo a tutti.
E tutti erano contro di lui.

#Spazio Autrice:#
Colgo l'occasione per fare a tutti i miei lettori i più sinceri auguri per le feste di questi giorni :)

SWANOnde histórias criam vida. Descubra agora