CENTONOVE

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Kate aveva corso più velocemente che poteva. Ci si era messo anche il traffico di New York a rallentarla oltre il dovuto, un incidente aveva bloccato tutta la zona, così aveva parcheggiato l'auto di servizio nel primo posto utile trovato ed aveva proseguito a piedi. Di corsa.Quando era arrivata in ospedale, però, aveva trovato Castle fuori seduto su una panchina.- Mi dispiace. Ho fatto prima che ho potuto... Io... - Gli disse con il fiatone che le spezzava il respiro, amareggiata per non esserci stata ancora una volta.Joy seduta vicino a Rick osservava sua madre con le braccia puntate sui fianchi cercando di riprendere ossigeno. Kate aveva veramente corso più velocemente che poteva, nemmeno si trattasse di una situazione di vita o di morte, ma aveva promesso a Joy che ci sarebbe stata, che non avrebbe saltato anche quell'ultimo controllo ed invece quella mattina era stata richiamata al distretto prima del previsto, nonostante il permesso che aveva chiesto.Era una situazione urgente, degli sviluppi sul caso del Killer delle Carte che richiedevano la sua presenza. Aveva fatto dei passi avanti, avevano trovato una traccia di DNA e anche se non era presente negli archivi avevano trovato alcuni profili che potevano essere compatibili, parenti di un detenuto condannato all'ergastolo per omicidio in Virginia. Ora tramite gli ultimi dati che avevano incrociato erano riusciti a restringere il campo a solo 5 persone, uno di queste, Brian Karn, era rientrato negli Stati Uniti da poco, dopo essere stato in carcere in per quasi tre anni a La Paz, in Bolivia. Per Beckett era il chiaro motivo per cui il killer aveva interrotto il suo macabro rituale anni prima e come, appena rientrato avesse ripreso le sue abitudini. Avevano cercato, come aveva suggerito anche Castle, di controllare persone entrate in carcere poco dopo i primi omicidi ed uscite poco prima che riprendessero, ma non avevano trovato nulla che potesse coincidere con il loro profilo e le persone interrogate avevano tutti alibi perfetti. Certo non avevano pensato a controllare anche arresti internazionali, anche perché diventava impossibile reperire i dati. Le prove che avevano, però, erano ancora troppo poche per permettergli di agire formalmente e benchè Kate avesse chiesto quella mattina ai vertici della polizia più libertà di movimento per incastrare Karn, aveva ricevuto un secco no dai suoi superiori. Prima avrebbe dovuto portare le prove, poi sarebbe potuta intervenire. Quella mattina l'aveva lasciata con una grande frustrazione perché di fatto non aveva ottenuto nulla, se non perdere la visita di Joy alla quale aveva promesso che sarebbe stata presente e viveva tutto quello come un doppio fallimento, personale e professionale.- Papà mi ha promesso che andiamo a Disneyland. - La voce squillante di Joy interruppe i pensieri di Beckett ed il suo sguardo da Rick passò su sua figlia.- Ah sì?- Sì. Il dottor Thompson ha detto che posso. - Disse entusiasta.- Beh, se papà te lo ha promesso, ci andremo. - La abbracciò guardando Castle che nel frattempo sfoderava lo sguardo perfetto da "non è colpa mia".- Ed ha detto anche che mi porta a nuotare con i delfini. E sulla mongolfiera. E poi... - Joy stava elencando entusiasta tutte le cose che le aveva promesso Rick, trovando nella bambina una perfetta complice per tutte le sue esagerazioni.- Ok, ma potremmo cominciare con qualcosa di più vicino e fattibile? - La interruppe Kate riportando entrambi con i piedi per terra, o almeno provandoci.- Tutto è vicino e fattibile. Potrei prenotare un aereo ed essere a Disneyland per... - controllò l'orologio - l'ora di cena!Joy esultò, ma Kate con uno sguardo mise entrambi in riga.- Forse potremmo cenare in città, non facciamo arrabbiare la mamma! - Bisbigliò Rick all'orecchio di Joy, con fare complice, mentre Kate li guardava dall'alto in basso.- Mamma, non vuoi andare con me a Disneyland?- Certo che voglio andare a Disneyland con te, ma lo sai, c'è il mio lavoro. Non posso prendere e lasciare tutto così, dobbiamo organizzarci, ma ti prometto che ci andremo, tutti insieme. - Si era piegata sulle ginocchia per essere alla sua altezza. Le accarezzò i capelli spostando una ciocca mettendola dietro l'orecchio, un gesto che Rick faceva sempre con lei. Joy annuì e poi si lasciò abbracciare da sua madre.- Ho io un'idea su cosa fare! - Esclamò Castle attirando su di sé l'attenzione delle due.Si erano messi in macchina e Rick aveva guidato per quasi un'ora nel traffico di New York, mentre lo stomaco di Joy borbottava e non solo lui. Aveva fame, ma Castle le diceva di aspettare perché sarebbe stata sicuramente felice e ben ricompensata dell'attesa.- Tieni sempre un telo da mare nel portabagagli dell'auto, Castle? - Chiese Kate curiosa mentre lo stendeva sulla spiaggia.- Sì, ed anche una coperta, per i picnic sul prato. - Rispose orgoglioso di sé mentre faticava a tenere in mano tutti i pacchetti appena ritirati dal fast food dall'altro lato della spiaggia.La stagione estiva a Coney Island era appena cominciata, ma ancora non era molto affollata, colpa anche delle scuole ancora aperte. Joy si era subito tolta le scarpe affondando i piedi nella sabbia non ancora troppo calda e dopo poco era corsa verso il mare, lasciando che le onde la lambissero dolcemente. Rick aiutato da Kate aveva appoggiato sul telo il loro pranzo e le bibite, poi si era seduto vicino a lei ed insieme guardavano Joy.- Scusami se ancora una volta non ci sono stata. - Sospirò Kate appoggiandosi alla spalla di Rick.- Era solo una visita di controllo. - Cercò lui di minimizzare.- Era una cosa importante. Non ci sono mai stata per le cose importanti nella sua vita. Dovrei cominciare, prima o poi. - Si rimproverò.- Ci sei adesso. È sicuramente più importante questo della visita per lei. - Le diede un bacio provando a farla sorridere, ci riuscì solo in parte, poi Kate chiamò Joy per farla venire a mangiare e proprio in quel momento un'onda più forte delle altre la colpì bagnandola in gran parte facendola allarmare. Si stava già precipitando da lei, quando Rick la prese per mano e la fermò.- È solo un po' d'acqua ed è caldo. Si asciugherà subito. Non allarmiamola. - Joy aveva bisogno anche di questo, della normalità di una bambina che poteva bagnarsi senza dover aver paura delle conseguenze. Kate cercò di dissimulare la sua preoccupazione mentre lei tornava indietro correndo sorridente e fu la cosa che la aiutò di più, quando poi prese posizione tra di loro, mettendosi comoda tra le gambe di Castle.- Torniamo negli Hamptons? - Chiese Joy a Rick. - Lo scorso anno è stato molto bello.- Sì, è vero, lo scorso anno è stato bellissimo. - Gli fece eco lui, mentre prendeva la giacca lasciata sul telo vicino al pranzo per metterla sulle spalle di Joy per evitare che prendesse freddo. Si guardarono per un attimo, Castle e Beckett, era negli Hamptons che era cominciato tutto, che per la prima volta lei li aveva sentiti come una famiglia, che aveva lasciato che i suoi sentimenti per Castle si facessero veri, vivi, sinceri. Era stato tutto bellissimo ed era convinta che lo sarebbe stato ancora di più adesso che tra loro non c'erano più segreti. Passò un cheeseburger a Joy e poi uno Rick, tenendo l'ultimo per sé. Mangiarono risero e scherzarono e quello per Kate fu senza dubbio uno dei migliori pranzi mai fatti. Passeggiarono sulla spiaggia, giocarono con la sabbia e passarono alcune ore in totale spensieratezza fino a quando il cellulare di Kate non li riportò alla realtà: doveva tornare al distretto.Beckett stava salutando il detective Lee, quello che in passato aveva lavorato con il detective Atkinson al caso del Killer delle Carte, fino all'omicidio del suo collega. Aveva chiesto lei di poter parlare con i colleghi del poliziotto ucciso, i suoi più stretti collaboratori, perché era convinta che sentire dalla loro voce quello che avevano da dire sul caso era diverso che leggere dei freddi rapporti. Lee ricordava ancora tutti i dettagli di quel caso che aveva segnato la sua ancora breve carriera: Atkinson era stato il suo primo partner da quando era diventato un detective, poco prima di indagare su quel serial killer e la sua morte era stato un buco nero nel quale era precipitato sentendosi profondamente in colpa per non essere riuscito a proteggerlo come avrebbe dovuto, come si fa tra partner. Le aveva raccontato poi che era sempre rimasto vicino anche alla famiglia del collega che solo un paio d'anni prima della morte del poliziotto, avevano perso anche l'altro figlio che si era tolto la vita, caduto in depressione come molti militari reduci da zone di guerra.Mentre era in attesa dell'ascensore salutando il collega, quando le porte si aprirono Kate rimase sorpresa di vedere arrivare al distretto Castle. Lee superò lo scrittore che stava uscendo salutandolo cordialmente mentre Beckett lo guardava come se fosse in attesa di spiegazioni.- Mia madre e Alexis si sono offerte di portare Joy al cinema e poi a mangiare una pizza. Abbiamo tutto il tempo per esaminare insieme il caso, possiamo ordinare cinese e passare la serata a guardare i fascicoli e la tua lavagna, che ne dici? - Solo Castle riusciva a fare simili proposte e a farle risultare anche interessanti e lei non riuscì a nascondere un sorriso nel suo volto. Era felice di averlo lì, felice di poter lavorare con lui, felice di poter sfruttare il suo punto di vista ed il suo ragionare fuori dagli schemi. Ma non glielo disse, anche se era certa che la sua espressione l'avrebbe tradita. Provò a ricomporsi.- Non credi che sia troppo per Joy, oggi? È fuori da questa mattina io non vorrei che si stancasse troppo e poi...- Torneranno a casa presto, sarà comodamente seduta al cinema e poi al ristorante. Ed ho detto a mia madre per precauzione di farle indossare la mascherina quando saranno al chiuso nella sala. Joy ha un po' protestato ma alla fine ha accettato il compromesso. Credo che abbia veramente bisogno di cominciare a fare una vita normale. - Le spiegò serio, desideroso che lei capisse che non aveva alcuna intenzione di essere superficiale quando si trattava della salute di sua figlia. Il sorriso di Rick servì a rassicurare almeno in parte Kate che lasciò che lo seguisse fino alla sua scrivania. Prese posto sulla sua sedia, felice che nonostante la sua assenza prolungata lei non l'avesse mai tolta, come se in fondo avesse sempre coltivato la speranza di un suo ritorno attivo al distretto.Beckett lo aggiornò su quello che le aveva detto il detective Lee su Atkinson, poi fu costretta a lasciarlo solo per un po', richiamata da Montgomery per parlare proprio del caso e di come gestire le ultime fughe di notizie della stampa. Quando tornò alla sua scrivania lo vide scrivere scarabocchiare un foglio dove aveva fatto una tabella e sembrava decisamente fiero di se stesso.- Beckett, quando una cosa si ripete diciamo almeno quattro volte per quel che ne sappiamo, possiamo cominciare a non considerarla più una coincidenza? - Le chiese mentre le mostrava il suo schema.- Cosa vuoi dire Castle? - Osservò il foglio, c'erano scritti i nomi di tutte le tredici vittime del serial killer, il modo in cui erano state uccise e vicino altre due colonne con altri nomi.- Allora, ascoltami, partiamo dal detective Atkinson: è stato trovato strangolato ed il fratello è morto impiccandosi nella sua stanza. Quing Liang faceva parte del "mazzo di cuori", uccisa con un colpo che le ha spaccato il cuore, al fratello Huang hanno sparato in pieno petto durante uno scontro tra bande della mafia cinese, c'è scritto qui. - Kate osservò quella parte dei rapporti. Era uno dei primi tre omicidi, non ci aveva lavorato lei, aveva letto il suo fascicolo, ma non aveva collegato questo fatto al resto come aveva fatto Castle che continuò a farle vedere altri casi. - Poi Jasper Sandler è uno dei primi tre omicidi, avvelenato. In una dichiarazione della sorella maggiore dice che la loro madre si è suicidata quando Jasper era poco più che adolescente ingerendo una massiccia dose di psicofarmaci e Qamar al Bassara prima di morire aveva fatto causa insieme al marito al New York Community Hospital perché aveva portato il figlio Alì dopo una violenta crisi allergica sottovalutata dal personale ed è morto per shock anafilattico al pronto soccorso.- Hai letto tutto questo in così poco tempo? - Chiese perplessa mentre continuava a vedere i suoi collegamenti che a lei erano sempre sfuggiti.- Sai che leggo molto velocemente! - Le strizzò l'occhio compiaciuto. - Cosa ne pensi?- Che dovremmo scavare nelle vite delle altre vittime per vedere se ci sono altri collegamenti tra la loro morte e quella di altri familiari. - Disse lei chiamando Esposito e Ryan che stavano rientrando in quel momento per aggiornarli sull'intuizione di Castle che gongolava felice di essere stato ancora una volta d'aiuto.- Io sono sicuro che ci saranno i collegamenti per tutte le vittime, non può essere un caso. - Sentenziò Rick per avvalorare la sua tesi.- Come può però avere tutte queste informazioni? Sceglie le vittime seguendo uno schema ben preciso di nomi, età, ed ora anche background? È un lavoro certosino! - Sbottò Esposito frastornato da tutte quelle informazioni.- Deve essere qualcuno che ha accesso agli archivi della polizia o dei medici legali. Magari di entrambi, anche con metodi non proprio legali... Il vostro sospettato, Brian Karn, può averli? - Suggerì ancora Rick indicando l'uomo nella foto al centro della lavagna con la scritta vicino di maggior sospettato.- Da quello che sappiamo di lui non risulta avere particolari abilità informatiche. - Rispose Kate pensierosa.- Magari non è solo, magari si fa aiutare da qualcuno vicino a lui che invece ha queste capacità. - Rick era decisamente più difficile da abbattere quando si convinceva che una teoria poteva essere valida.- Ryan, controlla conoscenze, amici, compagni di scuola, ex coinquilini di Karn, vedi se trovi qualcosa di interessante. - Ordinò Beckett intenzionata a seguire quell'unica pista che avevano.Erano riusciti a riempire altre due caselle di quel macabro puzzle. La moglie di Kelvin Beyer era rimasta uccisa in un incendio nella fabbrica dove lavorava, avvelenata dai vapori tossici sprigionati dalla combustione ed anche il padre di Justin Stone era morto sul lavoro, precipitato da un ponteggio e rimasto infilzato su uno spuntone di ferro nel cantiere dove lavorava. Castle aveva, come promesso, offerto a tutti una ricca cena cinese che avevano consumato mentre continuavano a ricontrollare tutti i dati del caso, ormai convinti che quella teoria fosse quella giusta. L'unica cosa che dovevano capire era come Karn avesse potuto avere tutti questi dati, il prossimo enigma da sciogliere. Decisero, però, che avrebbero continuato il giorno seguente, perché era molto più tardi di quanto credessero.Rick e Kate tornarono a casa stanchi ma soddisfatti. Era stata una bella sensazione quella di tornare a lavorare insieme, ritrovare la loro intesa e rendersi conto che era sempre la stessa, anzi ancora di più, condita da quegli sguardi, quei piccoli gesti che erano entrati nel loro quotidiano e permettevano loro di capirsi senza bisogno di dirsi nulla, così come quando entrati a casa erano andati direttamente al piano superiore dove le ragazze dormivano. Kate era entrata subito in camera da Joy mentre Rick controllava che anche Alexis dormisse. Beckett si piegò sul suo letto e le coprì sistemandole le coperte che aveva già allontanato nei suoi sonni sempre poco tranquilli. La piccola si svegliò e ci mise un po' per rendersi conto che sua madre fosse lì.- Mamma... - disse con la voce impastata dal sonno.- Dormi tesoro. È tardi... - le diede un bacio sulla fronte e Joy vinta dalla stanchezza della giornata sbattè gli occhi riaddormentandosi poco dopo, tra le carezze di sua madre. Anche Rick le raggiunse e come aveva già fatto Kate anche lui diede la buonanotte a Joy di nuovo nel mondo dei sogni. Rimasero entrambi qualche istante lì, fino a quando una luce nel corridoio non attirò la loro attenzione.- Bentornati! - La voce squillante di Martha diede loro il benvenuto appena usciti dalla stanza di Joy.- Martha mi dispiace che abbiamo fatto tardi ti assicuro che... - provò a scusarsi Beckett interrotta però subito dall'attrice.- Non mi assicurare niente, Katherine, a meno che tu non voglia dirmi che avrò spesso queste serate esclusive con le mie nipoti.- Grazie mamma - La salutò Rick con un bacio sulla fronte. - Puoi rimanere a dormire nella tua stanza, non è necessario che te ne vada.- Beh Richard, se proprio insisti... - Disse l'attrice decisamente intenzionata a fermarsi tornando verso la sua stanza. - Buonanotte ragazzi!

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