OTTANTUNO

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Quando Castle uscì dall'aula e la vide appoggiata tra due grandi finestre dalla parte opposta del corridoio, per un attimo, tra la luce accecante che entrava dai vetri, non fu sicuro se si trattasse effettivamente di lei oppure se era la sua mente a volere che lei fosse lì che gliela faceva vedere. Le si avvicinò e Kate alzò lo sguardo da terra, da quel pavimento del quale aveva imparato a memoria lo schema geometrico delle grandi lastre di marmo bianco, beige e marrone scuro.

- Mi dispiace. Mi dispiace tantissimo Castle. - Gli disse con un filo di voce senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi, fissando il gruppetto di persone che usciva dall'aula in quel momento, Connor con la moglie e l'avvocato che si salutavano sorridenti e di tutt'altro umore rispetto a lei. Notò che Connor la guardò a lungo mentre Rick cercava di consolarla accarezzandole il volto, sentendo la sua mano calda sulla sua guancia. Odiava il sorriso di quello che una volta era stato anche se per poco qualcuno che aveva considerato come il suo ragazzo. Odiava quello che stava facendo a lei, a Rick e soprattutto a Joy ed il motivo, così come odiava l'aria superba di sua moglie mentre si voltava a guardarla. Avrebbe voluto andare lì a dirle qualcosa faccia a faccia, e fu solo il braccio di Rick che le cinse la vita a fermarla. Si era voltato anche lui per cercare di capire cosa stesse guardando e perché il suo volto era diventato così duro.

- Lascia stare Kate. Non accettare le loro provocazioni. - Le spostò il volto obbligandola a guardarlo.

- Mi dispiace. Non volevo che...

- Non ti preoccupare. Volevano sapere se stavamo insieme? Ora lo sanno. Io non ho nulla da vergognarmi per questo. E spero non lo abbia nemmeno tu. - Le diede un bacio sulle labbra, tenero e delicato, Rick sapeva che li stavano guardando ma non gli importava nulla. Non aveva nulla da nascondere, le uniche persone importanti della sua vita già lo sapevano ed erano felici per loro, gli bastava questo.

Luke e Matt Cameron si avvicinarono a loro, furono gli ultimi a lasciare l'aula.

- Scusateci... - Disse Matt interrompendo quel momento di tenerezza tra loro.

- Mi dispiace. - Si scusò ancora Kate anche con loro. - È andata male...

Sospirò. Non era una domanda, lo sapeva, non era la prima volta che si trovava in un aula di tribunale a deporre, lo aveva fatto varie volte per lavoro e sapeva anche lei leggere gli umori dell'ambiente.

- Speravo meglio. - Ammise candidamente Matt. - Il giudice Roling mi pare abbastanza schierato a favore di Cooper, ha fatto passare alcune domande e alcuni considerazioni personali che esulavano del tutto dal contesto. Mi dispiace a me Kate per averti messo in questa situazione.

- Non potevamo conoscere i pregiudizi di un giudice, Matt, non è colpa tua. Era un tentativo da fare. Il tuo contatto non è riuscito a rintracciare Kelly? - Kate la vedeva come la loro unica speranza in quel momento.

- Purtroppo no, ma abbiamo ancora del tempo. Non credo che la decisione sarà presa a breve, ci sono ancora molte cose da discutere e poi vorrei provare a portare un nuovo testimone, il dottore di Joy. - Spiegò l'avvocato.

- Thompson? Perché? - Chiese Castle

- Perché potrebbe anche lui testimoniare quanto Joy sia ben inserita nel contesto familiare.

- Così poi avrebbero un altro testimone dei miei problemi con Kate... - Sospirò Rick.

- Non possiamo cambiare quello che è stato, ma così prenderemo ancora un po' di tempo nella speranza di rintracciare l'amica di Kate che non può essere sparita nel nulla. - Matt e Luke li salutarono, avevano un'altra udienza che sarebbe cominciata a breve.

- Andiamo a casa? - Le propose Castle.

- Veramente io dovrei andare al distretto... anzi sono anche in ritardo. - Rispose Kate controllando nervosamente l'ora.

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