SESSANTADUE

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Kate non sapeva se era stata una casualità che le ultime volte che era passata al loft in quei due giorni Castle non ci fosse mai, oppure fosse impegnato al telefono. Alexis le aveva detto che era molto impegnato con i preparativi per la festa della sera successiva, che doveva controllare con Gina le ultime cose e la sua agente lo aveva incastrato con alcune interviste. Beckett però, aveva imparato molto bene a capire quando le persone le mentivano, o almeno quando non le dicevano la verità, tutta la verità, e Alexis sicuramente non le stava mentendo, ma almeno più di qualcosa ometteva, lo vedeva da come spostava nervosamente il peso da una gamba all'altra mente parlava o da come evitasse il contatto con i suoi occhi ed Alexis stessa aveva capito che l'aveva beccata, ma entrambe fecero finta di niente. Di fatto, da quella sera Castle la stava evitando.

Joy doveva essere stata ben indottrinata da Rick perché non le fece nessuna domanda e non trovò nulla di strano in quella situazione, era sempre la più emozionata della festa e non faceva altro che parlarne. Kate le ricordava che avrebbe dovuto sempre tenere la mascherina e stare attenta, Joy sbuffava ogni volta. Cominciava a diventare sempre più insofferente a tutto quello, man mano che i giorni passavano e lei si sentiva meglio. Avrebbe voluto uscire di più, vedere gli amici o anche solo andare in giro con Rick e Kate e invece ancora non aveva avuto il via libera dei medici, solo uno strappo alla regola per quell'evento.

- Con la mascherina sarò brutta. - Disse Joy a Kate quando erano rimaste sole in camera della bambina.

- Impossibile. - Le rispose sua madre.

- Invece sì. E poi non possiamo fare nemmeno una foto insieme, perché io le rovino e poi non si vede nemmeno che sono io. - Si mise seduta sul letto con le gambe rannicchiata al petto, Kate la raggiunse mettendosi vicino a lei.

- Ascoltami bene adesso. - Le disse seria - Primo, se vogliamo fare le foto le possiamo fare qui, prima di uscire, tutti insieme. Secondo, tu non rovini nulla in ogni caso e terzo non è una mascherina o no in una foto che cambia il fatto che tu ci sei, capito Joy?

La ascoltò, ma non rispose. Era la prima volta che Kate si trovava in una situazione del genere, non sapeva cosa fare e non c'era nessuno a cui potesse chiedere aiuto. Erano loro due, madre e figlia e lei si sentiva totalmente impreparata ad affrontare le sue paure. Pensava a come si comportava lei alla sua età, con sua madre. Le ritornarono alla memoria più di qualche scena simile, con lei seduta sul letto o su una poltrona che aveva in camera chiusa nel suo silenzio e Johanna che le si metteva vicino ed aspettava pazientemente che lei si convincesse a parlare. Non era molto, ma era l'unica cosa che pensò di fare e così fece.

- Io non lo so se domani voglio venire alla festa. - Disse poi Joy dopo un tempo che giudicò sufficientemente lungo prima di aprirsi.

- Come non sai se vuoi venire? Sei sempre stata la più entusiasta, fino a questa mattina eri felicissima del tuo vestito, delle scarpe, di come vuoi farti sistemare i capelli... cosa è successo?

- Perché no. - Disse voltandosi dalla parte opposta, ma Kate le spostò il volto con due dita per farsi guardare.

- Ehy... non è una risposta, lo sai? E a me non piace chi non mi risponde quando faccio le domande, sai anche questo, vero Joy? - provò ad essere severa, per quel poco che ci riuscì ma sua figlia annuì, forse era riuscita ad essere abbastanza convincente.

- Rick parlava al telefono e l'ho sentito...

- Cosa hai sentito?

- Ha detto a qualcuno che ci sarebbe stata anche la sua famiglia, sua madre e sua figlia. Io non c'ero e nemmeno tu. Io chi sono mamma? Anche per Rick sono la bambina che tiene un po'? - Kate potè leggere tutta la delusione e il dispiacere negli occhi di Joy, le prese entrambe le mani e la obbligò a guardarla.

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