OTTANTA

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- Katherine, ci vuol spiegare quali sono, o sono stati, i suoi rapporti con il signor Connor Cooper? - Matt, l'avvocato di Castle aveva chiamato Beckett a testimoniare nella causa contro il padre naturale di Joy. Avevano concordato le domande che le avrebbe fatto, studiato le risposte e ipotizzato le possibili domande che le avrebbe potuto fare l'avvocato della controparte.

- Ci siamo frequentati per qualche settimana circa 11 anni fa a Stanford. - Kate guardava Connor seduto in prima fila davanti a lei, cercando di evitare in ogni modo lo sguardo di Castle che era poco distante.

- Si può dire che stavate insieme? - chiese l'avvocato Cameron.

- No. Non direi che stavamo insieme. Eravamo giovani, ci siamo divertiti come facevano tanti ragazzi della nostra età, tutto qui. - Beckett si mostrava sicura nel rispondere.

- Cosa è successo quando ha scoperto di essere incinta?

- Ho avuto un momento di naturale turbamento, non sapevo cosa fare. Io e Connor già non ci frequentavamo più molto, però sono andata da lui e gliel'ho detto. Non perché volessi qualcosa di particolare, solo per informarlo. - Precisò perché fosse chiaro che lei da lui non voleva e non aveva mai voluto nulla.

- E lui cosa ha fatto?

- Mi ha detto che non si voleva rovinare la vita e che se volevo mi dava dei soldi per abortire. Io mi sono arrabbiata tantissimo, perché io non avevo nemmeno pensato a quella possibilità. Credo che quella è stata l'ultima volta che io ci ho parlato.

- Pensava che sapendo che era incinta di suo figlio per voi ci sarebbe potuto essere un futuro?

- Non lo so, sinceramente non credo di aver mai pensato a me e a lui in quei termini, quello che pensavo, però era che aspettando un bambino suo, potesse essere interessato a lui e non considerarlo solo come un problema da eliminare al più presto.

- Per quanto lei sa, detective Beckett, il signor Cooper ha mai avuto altre notizie di lei e della sua gravidanza?

- Sì. So che una nostra amica comune dell'epoca, quando mancavano pochi mesi al parto, lo aveva chiamato e glielo aveva detto. Gli aveva detto anche anche che era una bambina e che io ero da sola dopo i miei problemi familiari, ma lui le aveva risposto che tenere quel bambino era stata una mia idea e che a lui non interessava nulla e avrei dovuto sbrigarmela da sola.

- Quindi ci sta dicendo che Cooper sapeva che lei avrebbe portato a termine la gravidanza e che quindi avrebbe avuto una figlia da lì a poco e che lo ha saputo per tutti questi dieci anni, giusto? - Chiese infine l'avvocato Cameron a Kate.

- Sì, è così. Lui sapeva che aveva una figlia, non ne è venuto a conoscenza adesso sui giornali.

Matt la ringraziò e tornò a sedersi vicino a Castle e a suo fratello Luke mentre Summers, l'avvocato di Cooper, le si fece incontro per interrogarla a sua volta.

- Detective Katherine Beckett del dodicesimo distretto della Polizia di New York. Finalmente ci incontriamo, ho sentito molto parlare di lei in questo dibattimento. Lei si considera la madre di Joy, non è vero? - La voce di Summers era sgradevole come il resto della sua persona e Kate pensò che Connor non potesse scegliere avvocato diverso da questo.

- Certo, Joy è mia figlia. - Rispose decisa.

- Però per la legge lei non è nessuno per Joy Johnson, non è così? E se lei si considera sua madre, senza alcun diritto di farlo, il mio cliente può considerarsi suo padre, o no?

- Il signor Cooper ha rinunciato ad essere il padre di Joy il 16 novembre di undici anni fa, quando mi ha detto di liberarmi del problema.

- Questa è la sua parola contro quella del mio cliente. Non c'è altro che lo testimonia, quindi non vale nulla.

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