SESSANTASETTE

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Alexis si stava preparando per andare a scuola quando Rick e Kate salirono al loft: voleva salutare sua figlia ed allo stesso tempo rassicurarla di persona sulle condizioni di Joy ed il fatto stesso che loro fossero lì e non in ospedale, fece capire alla giovane Castle che la situazione non era grave.

- Mi dispiace Kate, avrei dovuto accorgermi che Joy non stava bene ed avvisarvi. - Si scusò Alexis che si era sentita colpevole per non aver intuito il malore della piccola in tempo.

- Non lo dire nemmeno per scherzo, Alexis. Non potevi certo accorgerti prima, non con quella piccola testona che fa di tutto per non far preoccupare le persone. - Provò a scherzare Kate su sua figlia, non sapendo nemmeno se ci era riuscita bene. Poi Alexis fece vedere a suo padre le cose che aveva preparato per Joy, come loro le avevano chiesto la sera prima, infine salutò entrambi con un bacio ed uscì di casa. Beckett rimase sorpresa dallo slancio affettuoso della figlia di Castle, non che prima non lo fosse, ma aveva visto in quel gesto come una sua apertura a loro, qualunque cosa loro fossero.

Appena Alexis era uscita Rick era andato a vestirsi, mentre Kate era rimasta a controllare la borsa che la giovane aveva preparato per Joy, controllando che ci fosse tutto. La tv era rimasta accesa su un canale all news ed era un monotono sottofondo che richiamò la sua attenzione solo quando sentì l'annuncio di un servizio sulla festa di Castle di pochi giorni prima. Le faceva un certo effetto vedere come Rick fosse così diverso da come lo descrivevano e da come la sua immagine che usciva dai video di quella festa fosse così lontana dal suo essere. Lo vedeva sorridente e disponibile a firmare autografi e fare battute con varie ragazze e giornalisti, in quella sequenza vertiginosa di immagini che descrivevano quella festa come uno degli eventi mondani letterali più importanti della città, un appuntamento fisso ormai ogni anno che si ripeteva sempre con lo stesso successo, ma le fece ancora più effetto vedere la sua foto vicino alla copertina del libro e sentire che parlavano di lei, come della "musa" dello scrittore.

- Dovrei pensare di portare qualcosa giù da te, è un problema? Per evitare di cambiarmi due volte ogni mattina, dico... -

Castle era uscito dalla camera ed aveva raggiunto Beckett proprio nel momento in cui sullo schermo stavano comparendo le immagini di Joy che correva ad abbracciare Kate e la voce che commentava il servizio parlava di come la bambina che lo scrittore stava adottando e voleva tenere nascosta non era altro che la figlia della sua "musa", facendo varie ipotesi sul reale rapporto tra i due e molte altre insinuazioni. Beckett si voltò a guardare Castle con un'espressione allibita ed arrabbiata allo stesso tempo. Lui scuoteva la testa visibilmente contrariato frugando nella tasca dei pantaloni per prendere il cellulare. Sparì poco dopo di nuovo nella sua camera e Kate poteva sentire solo le sue urla furiose verso Paula: voleva il nome di chi aveva fatto quel servizio e di chi aveva ripreso Joy, con tutta probabilità con quello che sembrava un cellulare senza permesso, minacciando e non solo di denunciare il canale e tutta la redazione. A niente servivano gli inviti della sua agente a stare calmo, perché quella in fondo era solo un'ottima pubblicità, anzi contribuirono solo a farlo innervosire di più.

- Andiamo in ospedale, se no facciamo tardi. - Disse Kate uscito dalla sua stanza senza voler minimamente toccare il discorso. Sapeva che lei aveva sentito tutto, ma in quel momento non aveva parole da dirle e si sentiva tremendamente in colpa, perché l'aveva rassicurata, le aveva garantito che avrebbe fatto di tutto per tenerle fuori e al sicuro ed invece alla prima occasione erano finite nel tritacarne mediatico, nel modo peggiore.

Kate non disse nulla, prese le cose di Joy e lo seguì. Salì in macchina ed ascoltò in silenzio per tutto il tragitto la sfuriata di Castle con il suo avvocato per telefono. Gli ordinò di trovare la registrazione e di cercare ogni possibile cosa per fargli passare la voglia di fare quel tipo di servizi, non c'era bisogno che glielo dicesse il suo avvocato, sapeva benissimo che quello che avevano fatto non era legale e non gli importava nulla di barattare quello per della buona pubblicità, come aveva detto Paula.

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