NOVANTOTTO

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l tribunale si era presto espresso, accogliendo la richiesta del dottor Thompson ed aveva quindi stabilito che Joy rimanesse in ospedale, sotto la sua tutela, fino a quando il giudice non si fosse espresso sulla sentenza definitiva riguardo la sua adozione, dopo la richiesta di revisione presentata da Castle. Questa decisione aveva fatto esultare Rick ed i suoi avvocati che la vedevano come un primo, importante, passo verso il nuovo processo: il tribunale di fatto aveva riconosciuto le responsabilità di Cooper riguardo la mancata custodia di Joy ed aveva ritenuto più sicuro per la bambina la permanenza in ospedale dove poteva essere curata e seguita adeguatamente. Matt e Luke Cameron, che avevano raggiunto Rick al loft appena ricevuta la comunicazione dal tribunale, non smorzarono gli entusiasmi di Castle, ma lo misero solo in guardia del fatto che questa decisione poteva voler dire che non ritenevano Cooper adatto a gestire una bambina con i problemi attuali di Joy, non che necessariamente per questo la affidassero a lui, anche se le possibilità che fosse mandata di nuovo in istituto secondo loro erano veramente poche, visto che sia il dottore che l'assistente sociale avrebbero testimoniato di nuovo in suo favore, riconoscendo che era del tutto in grado di badare a lei, come aveva fatto durante tutto il percorso post operatorio.Questa situazione aveva dato un nuovo slancio e molto più ottimismo a tutta la famiglia, sopratutto quando il dottor Thompson aveva confermato loro che non c'era nessun impedimento alle loro visite a Joy che così potè vedere non solo Rick e Kate, ma anche Alexis, Martha e Jim. Ognuno appena poteva la andava a trovare e passava del tempo con lei, soprattutto dopo che era stata spostata dal reparto nel quale si trovava, ad un'area dell'ospedale dedicata ai pazienti lungo degenti. Era stato Castle ad offrirsi di finanziare tutte le spese per farle avere la migliore sistemazione possibile e fare in modo che quelle settimane fossero quanto più confortevoli quella situazione potesse offrire. Connor, invece, si fece vedere raramente ed ogni volta Joy fece di tutto per farlo sentire non gradito. La presenza di Margaret che passava da lei quasi ogni giorno, fu per Joy, invece, più piacevole: ascoltava con interesse le sue storie e per lei era interessante parlare con la nonna che rispondeva a tutte le sue curiosità. Margaret era una persona molto colta ed anche paziente e non si stancava di soddisfare le curiosità della nipote che dimostrava di avere una mente sveglia ed acuta, della quale apprezzava soprattutto lo spirito di osservazione e la perspicacia. Era molto diversa da Martha, che era più fuori dagli schemi e divertente, ma a Joy piaceva la sua presenza, soprattutto da quando non le parlava più di suo padre o di quello che avrebbe dovuto fare, come se anche la donna si fosse messa l'animo in pace e cercasse solo di passare del tempo con quella che, in ogni caso, sarebbe sempre stata sua nipote.Il Natale alle porte e quella nuova fiducia sull'esito positivo di quella situazione spiacevole, aveva portato decisamente buonumore in Castle che aveva ottenuto il permesso dal dottor Thompson di poter addobbare la camera di Joy, così mentre era stata condotta fuori dalla stanza per fare degli esami di routine, lui, Alexis e Martha avevano portato un po' dello spirito natalizio del loft in quella che non era più una stanza spoglia d'ospedale. Al suo ritorno in camera Joy non riuscì a trattenere l'emozione nel vedere un piccolo ma molto colorato albero di Natale con luci intermittenti annesse in un angolo della stanza, festoni e ghirlande appesi alle pareti e sul letto una coperta a tema natalizio, mentre sulla poltrona campeggiavano due cuscini uno verde ed uno rosso con degli elfi disegnati.- Se tu non puoi festeggiare il Natale con noi, portiamo noi il Natale da te. - Le disse Castle mentre nella stanza risuonavano canzoni natalizie vecchie e nuove, per completare quell'ambiente che era diventato in poco tempo decisamente più caldo. Rick lasciò poi Joy in compagnia di Martha ed Alexis a mangiare biscotti allo zenzero che aveva fatto proprio la figlia di Castle poco prima di andare lì.Passò al distretto e mentre aspettava Beckett che doveva staccare dalla sera prima dopo un caso piuttosto complicato, approfittò per salutare i vecchi amici e prepararle un caffè da farle trovare sulla scrivania. Come era ormai sua abitudine, le disegnò un cuore con la schiuma e poi si nascose in sala relax per spiare la sua reazione.- Ragazzi, di è quel caffè? - Chiese Kate prima ancora di guardare la tazza ma nessuno si avvicinò e appena lo vide, riconobbe il marchio di fabbrica di Castle, alzando quindi lo sguardo per cercarlo. Lui uscì e lei lo accolse con uno dei suoi sorrisi più belli, dandogli un veloce bacio sulle labbra, che però non sfuggì a Montgomery che fece notare la sua presenza schiarendosi la voce e i due si separarono all'istante, come se si fossero ustionati nel contatto.- È bello rivederti da queste parti Rick! - Lo salutò il capitano con una pacca sulla spalla.- È bello anche per me tornare ogni tanto, mi manca questo posto. - Disse guardandosi attorno, ed era vero, quel posto dove era stato solo per qualche mese, gli mancava molto, così come quella routine che si era creata di indagare con Beckett, gli mancava quella complicità che avevano quando potevano investigare insieme ed era certo che adesso sarebbe stata ancora maggiore.- Già, immagino per molti motivi - Sorrise Roy guardando Kate che immediatamente abbassò lo sguardo sulla tazza di caffè che teneva tra le mani - Comunque quando vuoi sei il benvenuto, lo sai.Castle trascinò Beckett via da lì prima che potesse protestare. Non che lo avrebbe fatto, perché la voglia di andarsene e stare con lui e con Joy era tantissima, ma i suoi metodi erano sempre decisamente irruenti e carichi di entusiasmo coinvolgente che la fecero sorridere come una bimba mentre la teneva per mano camminando a passo svelto tra le vie di New York.- Vuoi dirmi dove stiamo andando? - Gli chiese scombussolata dal suo incedere deciso, così anomalo per lui che tra i due era di solito quello più restio a camminare preferendo la comodità dell'auto o di un taxi.- Qui vicino!Si fermò poco dopo davanti alla vetrina di un immenso negozio di giocattoli.- Qui? - Chiese lei e non ebbe bisogno della risposta, bastarono i suoi occhi illuminati, nemmeno fosse lui il bambino che doveva scegliere il regalo, o forse sì.- Dobbiamo fare i regali di Natale a Joy e Alexis! - Rispose mentre la trascinava dentro.- Alexis? - Chiese perplessa.- Sì, sono sicuro di trovare tantissime cose che le piaceranno!Si muoveva tra i reparti in modo decisamente sicuro, tipico di chi ha passato lì ore ed ore alla ricerca dei giochi perfetti, ma lei non faceva nemmeno in tempo a vedere qualcosa che subito lui andava in un altro corridoio. Ricordava quella volta che li aveva visti giocare a laser tag ed anche Joy le aveva raccontato che ci avevano giocato ancora ed infatti lo vide osservare attrezzature e pistole prendendo più cose.- Questa nuova pistola ad Alexis piacerà moltissimo. E poi questo è per te! Un set completo! - Glielo mostrò entusiasta.- Per me?- Sì! Così poi potremo giocare insieme, che ne pensi?Non avrebbe mai potuto dire di no a quello sguardo così felice, prese le cose le guardò e poi gli sorrise.- Sì, ok, giochiamo insieme, perché no?- Perfetto! - Mise tutto in un carrello che aveva trovato in un angolo e poi ripresero a vagare tra i vari reparti. Uscirono da lì con un carrello con più cose di quante lei potesse immaginare, ma per Castle sembrava tutto così normale. Non capì se la cassiera gli riservò quel gran sorriso perché lo aveva riconosciuto, perché era un cliente abituale o solo perché aveva speso una cifra ingente. Kate fu però gelosa e mentre erano in attesa di pagare le venne l'impulso di aggrapparsi al braccio di Rick e stringerlo, mentre non toglieva lo sguardo dalla ragazza alla cassa, una sorta di sfida che forse vedeva lei come unica partecipante al duello. Si sentì un po' infantile e stupida ma non aveva nessuna intenzione di lasciar la presa del suo uomo, che lo capissero tutti, ragazzine cassiere decisamente provocanti comprese. Non lasciò il suo braccio, tanto era il sinistro, nemmeno quando compilò il modulo per farsi consegnare il tutto a casa, facendolo sorridere quando provò a divincolarsi e lei non glielo permise.- Lo ha capito eh. - Le disse sorridendo quando erano fuori dal negozio.- Capito cosa? - Chiese Beckett facendo finta di nulla.- Ha capito che io e te stiamo insieme. Era difficile non capirlo, l'unica alternativa era che io fossi arrestato e tu mi stavi trattenendo, ma non credo che le hai mostrato il distintivo, quindi penso che abbia capito che stiamo insieme.- Ti sorrideva in modo strano.- Perché abbiamo speso più di tutti gli altri che erano in fila alle casse insieme a noi messi insieme.- Ti sorrideva da prima che sapesse quanto abbiamo speso.- Beh, allora hai ragione tu, mi sorrideva perché sono decisamente affascinante. - La punzecchiò abbracciandola.- Non sei divertente Castle! - Lo riprese provando inutilmente a sottrarsi al suo abbraccio.- Tu invece sì, quando sei gelosa lo sei tantissimo. E mi piace da morire quando lo sei.- Non sono gelosa! - Protestò poco convinta.- Sì che lo sei! - Le disse picchiettandole sul fianco mentre la abbracciava.- Solo un po', forse. - Si appoggiò sulla sua spalla mentre camminavano.- Va bene, diciamo un po'. Però mi piace lo stesso, ma non hai motivo di esserlo. Non c'è nessun altra donna che vorrei al mio fianco, lo dovresti aver capito.Le parlò senza guardarla, come se quello che le stava dicendo fosse la cosa più banale del mondo e lei che non era ancora abituata a sentirsi dire certe cose, arrossì, nascondendo la testa nel suo cappotto.- Nemmeno io vorrei nessun altro, anche se sei l'ultima persona alla quale pensavo di dirlo. - Sorrise imbarazzata continuando a camminare tra la gente che ignorava quei loro discorsi così intimi.- Mi piacerebbe che fossi veramente l'ultima persona alla quale lo dirai. - Voltò un attimo la testa per guardarla. Kate annuì appena, cercando di assimilare il senso di quelle parole inaspettate.- Lo sarai. - Fu appena un sussurro ma capì che l'aveva sentita quando guardandolo vide un sorriso compiaciuto sul viso di lui.

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