SETTANTA

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Si era allontanata velocemente da lì, dalla strada e dal quell'isolato. Aveva urtato un giovane e lo aveva quasi fatto cadere, si era scusata voltandosi rapidamente e forse era stato il distintivo ben in vista a farle ricevere come risposta un sorriso e non qualche insulto.

Attraversò la strada di corsa, senza nemmeno accorgersi del semaforo che stava diventando rosso, costringendo un automobilista ad una frenata fin troppo decisa. Doveva respirare, fermarsi e calmarsi.

Rallentò il passo e percorse il marciapiede calpestando di tanto qualche foglia umida, trascinata dal vento sull'asfalto. Il parco era vuoto in quel pomeriggio un po' piovoso, decisamente ventoso e che cominciava ad essere freddo: non la giornata ideale per passeggiare lì, se si escludeva per qualche runner che correva isolato con le proprie cuffie.

Camminò sul vialetto di sassolini fino alle altalene. Si sedette su una lasciandosi cullare dal leggere movimento oscillante della seduta, strusciando di tanto in tanto i piedi a terra dove i sassolini avevano lasciato il posto ad un terriccio umido e fangoso che in realtà non era il massimo per i suoi stivali dal tacco alto.

Ripensò a quando era stata al parco con Joy, una delle prime volte in cui si era sentita veramente madre anche se lei ancora non lo sapeva, la sua preoccupazione quando si era fatta male e quell'istinto che non sapeva da dove veniva di proteggerla da tutto e da tutti che l'aveva sopraffatta come se fosse qualcosa di superiore a tutto il resto. Ripensò a Joy felice sull'altalena, un'altra delle cose che avevano in comune, a quanto avrebbe voluto che stesse già bene per portarla fuori casa e fare tutte quelle cose con lei normali per una bambina della sua età, come sua madre faceva con lei. Non aveva molto a cui appigliarsi per poter essere una buona madre se non i ricordi di tutto quello che Johanna faceva con lei e che lei avrebbe voluto rifare con sua figlia. Avrebbe voluto portarla a pattinare sul ghiaccio e fare pupazzi di neve, correre insieme in spiaggia e fare lunghi bagni, passeggiate nel parco mangiando un gelato, andare al cinema con un pacco enorme di pop corn, andare a fare shopping insieme e comprare tante cose inutili e divertenti, visitare un museo e vedere il suo volto entusiasta per tutto quello di bello che avrebbe scoperto. Eppure quel pomeriggio aveva di nuovo cambiato tutte le sue prospettive e sentiva come se avessero lanciato un sasso contro il suo vetro di illusioni, distruggendolo.

"È solo un documento Kate, non cambia quello che tu sei per Joy" se lo ripeteva, eppure non era così. Non voleva più che fosse un favore poter stare vicino a sua figlia se stava male, sentirsi dire che lei non era niente, che non aveva diritti, che non poteva scegliere. Voleva essere sua madre per tutto quello che comportava quel ruolo, eppure non poteva, anzi aveva di fatto appena rinunciato a tutto questo e non attenuava il suo dolore nemmeno il sapere di averlo fatto per lei, per evitare che Connor la strappasse alla sua vita appena conquistata. Ogni volta che provava a voltare pagina, a mettere un punto e a ricominciare immediatamente le scelte del passato tornavano prepotenti a ricordarle i suoi sbagli ed a chiederle di pagare il conto, troppo salato, anche per lei che era la più severa giudice di se stessa, però pensava di meritare un po' di serenità e di felicità con le persone che amava, perché adesso inevitabilmente ogni cosa non influenzava solo la sua vita, ma anche quella di Castle e Joy. Era forse così sbagliato provare a pensare di poter dare a sua figlia quello che aveva sempre sognato per lei? Una famiglia, delle persone che la amano, un posto dove poter vivere felice, dove non le manchi nulla. Aveva avuto una seconda chance per farlo, non capita a tutti, aveva capito che voleva e doveva sfruttarla, che era possibile con Rick al suo fianco. Poi il ritorno di Connor e tutto che era scivolato via, lontano, di nuovo e lei che vedeva tutto grigio, come quella sera.

Una folata di vento più forte le fece aprire gli occhi e realizzare che nell'uscire di corsa non aveva nemmeno preso la giacca. Sentì tutto il freddo addosso e dentro. Avrebbe dovuto dire tutto a Joy, deluderla ancora, e quell'idea la dilaniava. Voleva solo essere una buona madre, finiva ogni volta per non mantenere le promesse che le faceva. Come avrebbe mai potuto fidarsi di lei?

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