CENTOTRÈ

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Castle avrebbe solo dovuto accompagnare Alexis a casa di Allison ed invece aveva prima dovuto fare una sosta al loft per permettere a sua figlia di prendere le sue cose ed il regalo per l'amica e poi, una volta raggiunta casa dei Backer si era imbattuto nella zia dell'amica di sua figlia, una giovane donna molto intraprendente e appariscente che si era subito dichiarata sua fan, invitandolo a bere qualcosa con loro, o da soli come gli aveva sussurrato all'orecchio mentre si presentava. Preso in contropiede non riuscì a declinare l'offerta e fu solo alla fine l'intraprendenza di sua figlia a salvarlo, ricordandogli che era meglio se tornava in ospedale da Joy e dalla sua fidanzata, disse Alexis sottolineando bene l'ultima parola mentre guardava dritta la giovane zia della sua amica visibilmente delusa. Per Rick però fu la via di fuga perfetta e dopo aver salutato cordialmente tutti i presenti ed Alexis in modo più affettuoso, tornò in ospedale.

Era rimasto fuori molto di più di quanto pensasse e già immaginava che quello sarebbe stato il suo turno di scusarsi, ma quando arrivò lì si trovò davanti una scena che gli riempì il cuore più di ogni altra cosa. Joy e Kate erano addormentate sullo stesso letto, abbracciate. Abbassò le luci e cercò di fare il minor rumore possibile baciò entrambe, accorgendosi di come Kate, rimasta sopra le coperte fosse fredda. Trovò una trapunta nel piccolo armadio ed imprecò quando tornando verso il letto per coprirla inciampò in una sedia facendo rumore.

- Scusami... - Disse appoggiando la coperta su Kate che si era immediatamente svegliata.

- Mi sono addormentata... Che ore sono?

- È tardi, continua a dormire - sussurrò dandole un bacio, assicurandosi poi che Joy continuasse a dormire. Kate annuì e accarezzò il volto di sua figlia addormentata.

- E tu? - Gli chiese in un barlume di lucidità.

- Mi metto nel letto qui vicino. Mi assicuro che Babbo Natale non vi rapisca. - Le diede un altro bacio e si accorse che stava ridendo.

- Babbo Natale porta i regali, non rapisce le persone, Castle... - Mugugnò Kate prima di scivolare di nuovo nel sonno, mentre lui si sdraiava nel piccolo letto vicino al muro, guardandole nella penombra. Erano le ultime aggiunte a quel quartetto sensazione che erano le sue donne, quelle con le quali non aveva nessun legame di sangue, ma che gli avevano rubato il cuore. Amava Joy come se fosse sua figlia, forse perché il lei c'era così tanto di Kate, la donna che gli era entrata dentro come mai nessuna prima di lei, quella che era riuscita a stravolgere completamente i suoi sentimenti, a fargli provare e desiderare cose mai sentite prima di lei. Aveva capito di amarla dalle prime righe che aveva cominciato a scrivere di Nikki Heat ed il suo inconscio di scrittore lo aveva capito prima di quanto non avesse fatto la sua mente. Erano stati mesi intensi, frenetici, pieni di sentimenti contrastanti, di situazioni al limite, come era tutto da quando aveva conosciuto Beckett. Avrebbe rifatto tutto, però, per arrivare lì con loro, qualche sbaglio in meno magari, ma anche tutte le difficoltà passate valevano sicuramente la pena per avere tutto quello che aveva. In quel Natale non poteva desiderare altro, perché tutto quello che voleva era lì: lui e Kate ed essere una famiglia per Joy, poteva solo desiderare che nulla cambiasse da quel piccolo ritratto di perfezione che aveva in mente e che Joy stesse bene, gli bastava questo. Si addormentò felice in quel piccolo e scomodo letto di ospedale.

Le feste erano finite ed avevano portato via la spensieratezza di quei giorni dove tutto sembrava bello, possibile ed anche un po' più facile. La realtà con la quale fare i conti tutti i giorni, però, era presto arrivata con la notifica del tribunale che aveva fissato la data per quel secondo, decisivo, dibattimento sull'affidamento di Joy. Non ce ne sarebbero stati altri, avrebbero dovuto giocarsi tutte le loro carte lì e sapevano di non poter più sbagliare nulla. Questa certezza aveva piano piano minato le loro, soprattutto quelle di Kate, che era sempre più tesa e preoccupata e non poteva far a meno di pensare a tutti gli scenari negativi. Razionalmente sapeva che avevano tutto dalla loro, ma non riusciva a fidarsi di Connor ed aveva paura che per qualche motivo i loro testimoni non si sarebbero presentati, che Cooper avrebbe trovato qualche altra scappatoia al limite o oltre la legalità e che loro sarebbero rimasti di nuovo con nulla in mano. Aveva deciso, però, di comune accordo con gli avvocati di Castle, di rimanere il più lontano possibile da tutte le questioni legali. Lei, di fatto, in quella storia non c'entrava nulla. Era difficile dirselo e ricordarselo, ma era Castle contro Cooper, lei era solo una spettatrice interessata, ma non avrebbe cambiato di una virgola tutto quello della sua posizione legale nei confronti di Joy: per la legge loro avrebbero continuato a non essere niente e questo ogni volta che ci pensava la devastava ed anche se si ripeteva che la scelta di rinunciare a lei era stata la migliore e l'unica logica da fare, le faceva male, le faceva tanto male.

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