SESSANTACINQUE

167 12 0
                                    

- Ciao mamma! - Joy guardando la tv sul letto insieme ad Alexis che appena vide Kate la salutò un po' imbarazzata e le lasciò il posto.

- Ciao piccola...

- Come è andato il trasloco? Avete finito? - le chiese curiosa. Alexis sorrise guardando Kate che arrossì.

- Quasi. Ancora dobbiamo portare un po' di cose ma... siamo a buon punto. - disse guardando Alexis che capì a cosa si stava riferendo Kate che c'entrava ben poco con la casa ed il trasloco. Poi la giovane le lasciò sole dicendo che doveva andare a studiare.

- Allora, ti è piaciuta la festa di ieri? - chiese a sua figlia che annuì con poca convinzione.

- Sì... un po' noiosa però... Rick non l'ho visto quasi mai e nemmeno te... - Kate si sedette vicino a lei e le prese la mano.

- Ti prometto che quando starai meglio faremo una bellissima festa e staremo tutti insieme, sempre. Ti piace come idea?

- Stare insieme? Anche con Rick?

- Lo invitiamo? Che dici? - Le chiese sorridendo.

- Sì, lo invitiamo. Io sono felice quando c'è anche lui.

- Sì, lo sono anche io... - Kate si sentì sollevata, Joy annuì e poi si appoggiò al letto. Beckett la guardò, le sembrava diversa, stanca...

- Joy, stai bene? - le chiese preoccupata e la bambina annuì poco convinta. Kate le accarezzò la fronte, sentendo subito che scottava, molto. - No che non stai bene, amore mio... sei bollente, Joy perché non me lo hai detto subito?

- Non volevo farti preoccupare. Ho freddo...

Kate la avvolse subito in una coperta presa dall'armadio e poi la prese in braccio scendendo velocemente le scale. Rick e Martha stavano uscendo dalla camera di lui, guardarono Kate con aria interrogativa.

- Ha la febbre alta Castle! - disse Kate concitata e Rick le sentì subito la fronte, concordando con lei.

- Andiamo, chiamo il dottor Thompson per strada!

Prese le chiavi della macchina e di casa al volo dalla ciotola porta oggetti e tutti e tre uscirono dal loft.

Rick guidò più velocemente che potè verso l'ospedale, mentre Kate seduta dietro teneva Joy sdraiata sulle sue gambe. Incrociarono i loro sguardi alcune volte dallo specchietto retrovisore, senza dirsi nulla. Aveva provato a chiamare il dottore più volte, ma non aveva mai risposto e alla fine si era spazientito ed aveva buttato il cellulare nel sedile vicino, facendolo rotolare sul tappetino dell'auto, in un incontrollato gesto di stizza.

- Joy Johnson, dieci anni, è una paziente del dottor Thompson, ha avuto un trapianto di midollo ed ora ha la febbre alta. - disse Castle concitato all'accettazione del pronto soccorso mentre Kate teneva Joy stretta in braccio.

- Lei è il padre? - chiese la donna all'accettazione.

- Io ho la bambina in affidamento.

- Richard Castle, giusto? - Disse la donna leggendo sullo schermo.

- Sì, esatto. - Rispose concitato con un atteggiamento in netto contrasto di quello che a lui sembrava fin troppo calmo della donna con la quale interagiva.

- Lei è sua moglie? - Disse poi indicando Beckett.

- No lei è... è la madre della bambina.

La donna annuì e controllò ancora i dati sul computer.

- Non risulta nessuna madre della bambina dai nostri dati.

- È la madre biologica di Joy. - Scandì Castle irritato.

YouthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora