CINQUANTATRE

176 14 0
                                    

I giorni erano volati e Kate quella mattina non sarebbe andata da Joy ma tornata al lavoro al distretto. Fino a qualche mese prima avrebbe fatto pressioni per riprendere prima il suo posto, avrebbe fatto il conto alla rovescia per quel giorno, invece le era sembrato che fosse arrivato troppo presto. Uscì di casa prima di quanto avrebbe dovuto ed andò comunque da Castle. Quando suonò il campanello trovò Alexis che stava facendo colazione mentre tutti gli altri ancora dormivano.

- Vado solo un attimo a vedere Joy prima di andare a lavoro. - Le disse appena entrata e la giovane Castle stava per fermarla mentre saliva le ormai familiari scale, ma poi si morse la lingue e la lasciò fare.

Aprì piano la porta della camera di Joy e quello che vide la turbò abbastanza da volerla far richiudere ed andare via: sua figlia dormiva abbracciata a Castle. Pensò che era stata una stupida a passare senza dire nulla, che non avrebbe dovuto, però non aveva potuto farne a meno, così come in quel momento non aveva potuto fare a meno di entrare e dare un bacio a sua figlia che non si accorse di nulla, continuando a dormire. Si soffermò qualche istante a guardarla e poi inevitabilmente finì per guardare anche lui, quel broncio adorabile che aveva quando dormiva, i capelli spettinati, scoperto per metà con i pantaloni del pigiama arrotolati sulle gambe. Fu istintivo il gesto di piegarsi e di dare un bacio anche a lui, sfiorandogli appena le labbra per la paura di svegliarlo. Li guardò ancora sulla soglia della porta poi la richiuse piano e scese velocemente le scale per andare via.

- Ieri sera Joy era un po' nervosa e papà è rimasto con lei. - Le disse Alexis quando i loro sguardi si incrociarono e la ragazza si sentì colpevole di non averla avvisata.

- Quando mi ha chiamato mi sembrava tranquilla, cosa è successo? - Le chiese Kate preoccupata.

- Nulla è solo che... le dispiaceva che oggi non saresti venuta.

Kate annuì amaramente. Aveva detto a Joy che se voleva avrebbe provato a chiedere alcuni giorni di ferie per stare con lei, ma la bambina aveva detto che andava tutto bene e lei le aveva creduto. Doveva imparare ancora con lei a leggere tra le righe dei suoi sguardi e capire cosa c'era oltre le sue parole.

- Potevate chiamarmi. - Le disse Kate dispiaciuta.

- Ci ha fatto promettere di non farlo ed è stata decisamente insistente su questo. Tua figlia ha un bel caratterino se ci si mette! - Sorrise Alexis cercando di stemperare la tensione di Beckett.

- Già, immagino di sapere da chi ha preso... - ammise mordendosi un labbro. La salutò e poi scappò al distretto, arrivando in ritardo per la prima volta da quando era lì.

Castle intanto, in camera di Joy, fissava con gli occhi aperti il soffitto e con due dita si accarezzava le labbra appena sfiorate da lei: aveva sentito il suono del campanello e si era svegliato assicurandosi che Joy continuasse a dormire, poi, quando stava per alzarsi, aveva riconosciuto i suoi passi sulle scale l'inconfondibile rumore dei suoi tacchi sul pavimento ed aveva deciso di fare finta di nulla. Era stato ricompensato, ma quel tira e molla emotivo stava sfinendo anche lui dopo soli pochi giorni.

Kate fu fortunata, in quei primi giorni al distretto non ci fu nessun caso particolarmente complesso e la sera poteva uscire da lavoro ad orari normali. Andava direttamente da Castle e si fermava a cena con loro, era diventata una consuetudine che nessuno aveva stabilito, ma così poteva passare più tempo con Joy, fino a quando non la metteva a dormire la sera. Lo aveva fatto anche quel giovedì, quando Castle aveva insistito per farla rimanere al loft a bere qualcosa con lui e lei molto controvoglia aveva dovuto rifiutare, perché temeva quello che sarebbe potuto accadere, era ben consapevole che non potevano stare nella stessa stanza, soli, senza lasciare che le emozioni prendessero il sopravvento e tenerle a freno era sempre più complicato. Le mancava la sua presenza, anche se lo vedeva ogni giorni, anzi forse proprio per quel motivo le mancava di più quando non c'era. Stava cominciando ad abituarsi a quelle scene di quotidiana familiarità tutti insieme, ad essere immersa nei discorsi di Alexis sulla scuola, di Martha sulle sue strampalate amiche e sui suoi provini e feste, di Joy che cercava di coinvolgere tutti nel suo mondo che per il momento continuava a non poter andare oltre le mura di quella casa. Ora ne era diventata parte integrante anche lei, che di solito stava in silenzio, perché era proprio Rick a chiederle cosa accadeva al distretto ed anche Joy sembrava interessata a sapere come passava le sue giornate. Nulla di interessante in quei giorni ed il più contentò sembrò essere Castle che si lasciò sfuggire come almeno non si stava perdendo nulla di interessante. Sulla porta del loft si diedero appuntamento per la mattina seguente in ospedale. Joy aveva uno dei suoi controlli e Kate le aveva promesso che ci sarebbe stata. Quando Castle si sporse in avanti per salutarla più da vicino, lei indietreggiò. Non poteva permettersi che la baciasse, non avrebbe saputo dirgli di no dopo. A nulla.

YouthWhere stories live. Discover now