Capitolo 53- 'Biologia'

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"Cosa cazzo è tutta questa farina nella mia cucina?" Urla Louis dopo aver varcato la porta di casa, con la sua solita vena pulsante che minaccia di uscire a farsi un giro. Sbuffo. "Pulite subito" ordina il castano posizionandosi davanti a me e Shawn, impedendoci così di vedere lo schermo avanti a noi. "Ma è un po' di disordine su, tu sei peggio" dico cercando di sminuire la situazione e gesticolando, sperando di poterlo mandare via come si fa con una mosca. "Oddio che schifo, quanto casino" esclama Isabel entrando qualche secondo dopo e cominciando a prendere una pezza per pulire. Non so per quale motivo sia così perfezionista, ricordo di una volta che si mise a mettere a posto un cassetto della sua scrivania perche sua sorella aveva 'cambiato' l'ordine dei quaderni al suo interno, roba da matti. "Is stai ferma, siediti" urlo esausta. "Emily tu rimandi sempre" dice seccata, sapendo che la farina rimarrà su quel tavolo per il resto della vita. "Devono pulire loro" ordina Louis. "Chiudi il becco" risponde Shawn spostando la testa per vedere meglio la televisione. "Se mai doveste comprare una casa insieme, non preoccupatevi di invitarci da voi" alza le spalle Louis. Che esagerati, per un po' di farina tutte queste lamentele. "Non vi avremmo invitati lo stesso dato che vi comportate come ispettori sanitari" rispondo seccata facendo un cenno con la mano per indicargli di sparire dalla mia visuale. Louis sbuffa e finalmente si leva, inciampando, però, sui miei piedi. Inutile dire che scoppio a ridere fino a piangere. "Ma vaffanculo" urla rialzandosi dolorante da terra e guardandomi come uno che voleva apparire serio ma non ci è riuscito. Peccato che le sue minacce non mi facciano paura e io continui a ridere.
***
"Cosa?" Chiede il ragazzo affianco a me, alzandosi di botto. Lo guardo con aria interrogativa ma lui non sembra notarmi. Ha una posizione molto tesa e temo che il telefono fra le sue mani stia per scoppiare per quanto lo tiene forte. "Perché ci sono anche dei ragazzi?" Chiede fortemente irritato. Avevo intenzione di poggiargli una mano sulla spalla per tranquillizzarlo ma ho solo paura di peggiorare la situazione e farlo incazzare di più. Di colpo chiude la chiamata sussurando un 'fanculo'. "Si può sapere che è successo?" Chiedo preoccupataa Shawn. Sospira per poi cominciare a spiegare il motivo della sua improvvisa isteria "Mia sorella sta preparando un progetto scolastico con dei suoi compagni" dice cercando di mantenere la calma. "Geloso eh" lo prendo in giro ma mi zittisco quando mi guarda malissimo. "Scusa" alzo le mani in mia difesa. "Anche mio fratello era geloso, comunque" spiego. "Ma se hai detto che non sei mai stata fidanzata" "non significa che nessuno ci abbia provato" faccio spallucce ammiccando ironica. "Stai cercando di farmi incazzare più di quanto non lo sia già?" Annuisco anche se non era quello il mio intento. "Chiedi scusa" dice però perdendo la sua serietà e iniziando a ridere. "No" rido. "Emily, qui" ordina puntando il dito accanto a sé. Mi avvicino e gli poggio entrambe le mani sulle guance per poi utilizzare entrambe per dargli uno schiaffetto sulle guance. La sua espressione è impagabile, si aspettava di tutto tranne che questo. Sbotto a ridere e comincio già ad avviarmi verso le scale sapendo che cominceremo a inseguirci e la scena terminerà con me sdraiata alla fine delle scale. "Ti sei messa contro la persona sbagliata" mi avverte divertito dirigendosi verso di me. "No no no" rido salendo i primi tre gradini che mi permettono di arrivare alla sua altezza. "Chiedo perdono" "peccato, non ti è stato concesso" lo fulmino con lo sguardo mentre lui sale uno scalino. "Parliamone, risolviamo la questione come persone civili" cerco di trattare ma niente. "Non sono civile" ride e sale un altro gradino, cosa che faccio anche io per riportare la distanza uguale a prima. So perfettamente che in questo inseguimento non ne usciró vittoriosa. "Pace?" Chiedo con un sorriso a trentadue denti e le braccia spalancate sperando in un imminente perdono. Lui rimane fermo a guardarmi per qualche secondo, non ho capito cosa stia facendo. Con uno scatto mi prende dalla vita per portarmi verso di sé, solo che lo stupido perde l'equilibrio e cade a terra. Io sopra di lui, penso che una costola gli sia finita in un rene, non so come. "Idiota" rido nel vedere la sua faccia dolorante. "Stupida mi sono fatto male" dice massaggiandosi la testa. "Ma davvero?" Chiedo guardandogli dietro la testa per vedere se per caso gli esce sangue. "Aspetta prendo del ghiaccio" mi alzo dirigendomi verso la cucina. "Emily-" "certo che anche tu, se proprio dovevi prendermi potevi assicurarti di riuscirci, no?" Dico nervosa. "Emily-" ride. "Se solo tu mi avessi ascoltata e avessi accettato le mie scuse senza fare tutte quelle storie, adesso non ti dovrei portare al pronto soccorso, e se dovessi perdere la memoria? Chi lo dice a tua madre?! Salve signora, suo figlio ha perso la memoria perche sono così pesante da avergli fatto perdere l'equilibrio! Roba da matti, no no, io non glielo dico!" "Sto bene" urla ridendo. "Cosa ti ridi cretino?!" Chiedo gesticolando, okay forse mi sono agitata un tantino tanto. Okay forse troppo. "Ti agiti per niente, calmati e respira" dice cercando di fare il serio per poi scoppiare a ridere con le mani poggiate sulle mie spalle, come farebbe un maestro che da perle di saggezza o cose del genere. "La smetti di fare il cretino?" Chiedo spostando la sua mano dalla spalla "pensavo ti fossi fatto male" ammetto seccata. "Oh povera piccola stellina" ride abbracciandomi. Rimango ferma senza ricambiare l'abbraccio, faccio finta di essere offesa. "Che fai mi rifiuti?" Chiede allontanandosi leggermente e facendomi gli occhioni dolci, bastardo. "Si" affermo col poco autocontrollo che mi è rimasto. "Bene" si allontana di qualche passo per poi incrociare le braccia al petto e alzare le sopracciglia come a dire 'adesso che fai?'. Lo imito facendo una buffa espressione che lo fa ridere. "Non faccio così" si lamenta abbassando lo sguardo. "Si invece" rido avvicinandomi e sprofondando un dito nella sua guancia, quella con una piccola cicatrice vicino la bocca. "Certo che solo tu potevi farti una cicatrice con una lametta da barba" rido ripensando alla sua storia. "Sta zitta" ordina per poi mordicchiarmi il dito, che ritiro subito. "Ma che cazzo?" esclamo mezza scioccata e mezza divertita. Ride. "Sei un carnivoro" dico allontanandomi fingendomi impaurita. Mi prende per un braccio prima che possa allontanarmi troppo e mi tira verso di sé lasciandomi un bacio a stampo. "Mi sono stancato di rincorrerti." ammette per poi lasciarmi un altro bacio a stampo.
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Picchietto nervosamente la penna sul tavolo cercando di capire cosa cavolo sto leggendo mentre Isabel mi parla del fatto che non abbia vestiti, bugia. "Senti" comincio stizzita, attirando la sua attenzione che prima era rivolta verso l'armadio. "Già biologia non è una materia facile, in più i tuoi stupidi discorsi sul fatto che odi le tue magliette non rendono il concetto della 'meiosi' più semplice" sbotto poggiando con forza la penna sul tavolo. "Non studiare biologia se ti rende così suscettibile, no?" Dice lei facendo spallucce e riponendo una maglietta appena ripiegata nell'armadio. "Devo studiarla, finisce che devo fare tutto a settembre e non mi va" dico rileggendo per la decima volta la stessa riga, cercando, almeno questa volta, di capirci qualcosa. "Che barba che sei. Piuttosto, hai comprato la torta che ti avevo detto di prendere al supermercato? L'ultima che hai comprato mi ha lasciato l'amaro in bocca" "non me ne frega niente della tua torta del cavolo" urlo prendendo l'evidenziatore e il libro per poi scendere al piano inferiore. Mi siedo sul divano e all'ennesimo tentativo di capire costa stavo leggendo chiudo il libro. Che nervi. Mi alzo e rischio di avere un infarto quando Louis entra in casa. "Possibile che ormai non si abbia nemmeno un po' di privacy? In questa casa entrano ed escono persone a caso, mi spieghi cosa ci fai qui?" La prima parte sembra quasi un discorso con me stessa, l'ultima invece è una domanda posta non proprio garbatamente. Louis mi guarda con le sopracciglia aggrottate e sguardo confuso. "No, non parlare" dico portando una mano avanti alla faccia quando apre bocca. "Tu hai bisogno di un medico, e anche bravo" sempre molto gentile il ragazzo.
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Ehila gentee, so che adesso mi sbranerete viva per l'assenza ahahaah. Sono stata in vacanza questo mese e non ho potuto aggiornare, perdonatemi per favoooore ahahha. Love u, spero che il capitolo vi piaccia.

Summer Love||Shawn MendesWhere stories live. Discover now