Capitolo 10

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"cosa si mangia a cena?" chiede Isabel saltellando, mentre io poggio le chiavi di casa sul tavolo del salone. "Mozzarella" dico legandomi i capelli in una crocchia disordinata. Si muore di caldo. Dovrei comprare dei ventilatori, non si può stare sennò. "Non mi piace" dice Isabel diventando, ad un tratto, depressa e schifata. "E quando mai ti piace qualcosa" la prendo in giro. Dopo aver sbuffato, entrambe saliamo al piano superiore, ci strucchiamo e io mi metto anche il pigiama. Isabel non se lo mette perché secondo il suo parere 'sprecherebbe troppa fatica a cambiarsi'. "Mangiamo in giardino? Almeno c'è un po' di fresco" propone Is, sventoladosi la mano davanti alla faccia. Annuisco, anche se sono leggermente preoccupata che qualche dannata farfalla mi venga addosso come l'altra sera. So che può sembrare esagerato, ma tutto ciò che vola mi mette ribrezzo. "Senti ma" dico lasciando la frase in sospeso. "Ma?" Chiede Isabel, facendomi segno con la mano di continuare la frase. "Quel bacio che ti ha dato Louis? Che mi sono persa?" Chiedo con un sorriso malizioso. "Non lo so. Merda Emily, non ci sto capendo più niente. Lo conosco solo da due giorni, ma mi piace davvero un sacco" dice mettendosi le mani tra i capelli con fare disperato. "Quell'idiota?" Chiedo divertita indicando dietro di me con l'intento di indicare la loro casa. Mi guarda in cagnesco. "Okay, la smetto" dico alzando le mani in segno di pace. "Secondo me dovresti aspettare ancora un po'. Aspetta di conoscerlo meglio" le spiego. "Si, hai ragione" dice sistemandosi un braccialetto rosa fosforescente sul suo polso destro. Ce l'ho uguale, solo che il mio è giallo, lo abbiamo comprato qualche mese fa. "Sei pronta per l'appuntamento di domani?" Chiedo euforica, cercando di cambiare atmosfera. "Affatto, sono agitata Em" dice buttandosi a peso morto sul suo letto. "Non devi essere agitata, devi solo essere te stessa, se poi non gli piaci è solo un cretino" solitamente non facciamo discorsi così seri, ci limitiamo a insultarci. Un nostro "vaffanculo" significa "ti voglio bene". "Che filosofa" dice ridendo alla frase appena detta. "Hai rovinato il mio momento da buona amica" dico facendo la finta offesa, ma non riuscendoci. "Ti voglio bene Em" dice Isabel. "Io no" dico con un sorriso stronzo, ricevendo in risposta una cuscinata in faccia.
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Dopo aver cenato, alla fine, con delle spinacine, dato che a Isabel non piace la mozzarella, esulto per il fatto che nessuna farfalla o essere mostruoso mi sia arrivato in piena faccia e aiuto la mia amica a sparecchiare. Mentre butto i piatti di carta nel cestino, sento il mio telefono squillare, così corro al piano di sopra rischiando di addobbarmi più di una volta sulle scale. Arrivo al comodino dove è appoggiato il mio telefono e leggo il nome di mia madre sullo schermo. "Ciao tesoro" dice con voce squillante. Purtroppo non le rispondo con voce altrettanto energica, sono stanca e non ne ho le energie. Dopo aver parlato per un po' di tempo, mi fa parlare anche con mio padre che, il giorno precedente, non avevo salutato. Dopo aver chiuso la telefonata, mi lavo i denti e, dopo essersi messa il pigiama, Isabel si stende accanto a me sul letto e cominciamo a guardare uno dei quei quiz show che mandano la sera. Lo show finisce a mezzanotte, perciò, al suo termine, decidiamo di andare a dormire, anche perché il giorno dopo dovrò svegliarmi alle otto, mio malgrado.
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Il mattino seguente mi svegliano dei rumori provenienti dal piano sottostante che non riesco a distinguere, percepisco solo un ammasso di suoni. Apro un occhio e noto che Isabel non è nel suo letto. Dio santo e se mi sta smontando casa? È anche ansiosa di svegliarsi presto, adesso?
Metto la testa sotto il cuscino, dove i suoni risultano più ovattati, fortunatamente. Sento una serie di voci, immagino stia vedendo la televisione, ma che senso ha alzarsi alle 6 del mattino, o qualunque ora sia, per vedere la TV? Insomma, hai la possibilità di dormire, non c'è niente di meglio. Mi demoralizzo pensando che tra poco dovrò alzarmi per andare in spiaggia, non mi va affatto e poi, io non mi abbronzo mai, a che fare ci vado? Sento qualcuno sghignazzare dal piano di sotto, ma che si sta guardando che la faccia ridere come una scema? All'improvviso sento una mano che si posa sulla mia schiena, mi si gela il sangue e mi salgono brividi lungo tutta la colonna vertebrale. Mi giro di scatto, pronta a tirare un calcio nel caso debba essere un pedofilo psicopatico, ma quando mi giro, vedo solo un viso angelico. "Ehy, sono io" dice Shawn con tono dolce e ridendo allo stesso tempo, notando che, probabilmente, sono sbiancata per la paura. "Ehy" lo saluto con la voce ancora impastata dal sonno. Sembrerò un mostro, capelli arruffati, pigiama stropicciato e viso pallido, neanche fossi un fantasma. "Carino il pigiama" dice ridendo, poggiando un dito sulla mia pancia indicando un gattino con gli occhiali da sole. "Lo so" rispondo orgliosa del mio amato pigiama. Mi guarda mordendosi il labbro cercando di trattenere un sorriso. "Mi devo alzare, vero?" chiedo, sperando inutilmente che mi risponda con un 'no, ero qui solo perché volevo vederti' o 'lo scarico del water non funziona e quindi sono venuto a liberarmi qui' ma purtroppo tutto ciò che ricevo come risposta è un bruttissimo "si". "Che palle" dico affondando la faccia nel cuscino, provocando la meravigliosa risata di Shawn.

Summer Love||Shawn MendesWhere stories live. Discover now