Capitolo 28- Gelato con Liam?

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La cena viene accompagnata da continue battutine riguardanti quanto noi donne siamo intrattabili durante 'quel periodo', da parte di Shawn e Louis. "Avete rotto i coglioni" sbotto seccata all'ennesima battuta alzandomi e dirigendomi verso il bagno. So che stanno scherzando, però davvero, sono già nervosa di mio, se ci si mettono anche loro do proprio di matto. Dopo essermi sciacquata mani e viso esco dalla porta, scontrandomi contro un ragazzo. Alzo lo sguardo, che incontra gli occhi castani di Liam. "Ehy" dice lui sorridente. Ha un sorriso contagioso, mette di buon umore. "Ciao" lo saluto sorridendo. "Sei qui con Isabel?" Chiede lui, incamminandosi verso un tavolo per porgere i menù a dei clienti. Lo seguo. "Si, ci sono anche Shawn e Louis." Rispondo scrollando le spalle. "Bene" sorride lui, che carino che è. "Senti è da un po' che volevo chiederti questa cosa" comincia ad un tratto nervoso. Si gratta la nuca agitato per poi ricominciare il discorso. "Ti andrebbe di uscire a prendere un gelato con me un giorno di questi?" Chiede lui imbarazzato. Per un momento rimango spiazzata, non me l'aspettavo. Non mi sembra una cattiva idea, insomma, non è un appuntamento ma un'uscita tra amici, giusto? E poi mi dispiace dirgli di no, è sempre così carino con me. "No, non può" interviene una voce alle mie spalle, Shawn. Mi giro di scatto guardandolo in cagnesco. Non può decidere quello che devo fare, già sono nervosa di mio, vuole proprio farmi sbottare. "Certo" dico a Liam, sorridendo. La sua espressione confusa dall'intervento di Shawn si addolcisce immediatamente alla mia risposta. "Okay, ci sentiamo" dice per poi dileguarsi. Mi giro verso Shawn, il quale mi guarda scioccato. "Ma che cazzo?" dice alzando le braccia in aria con fare nervoso. "Non decidi tu quello che faccio" sbotto nervosa dirigendomi verso il nostro tavolo. "Non puoi uscire con lui" urla bloccandomi per un polso e facendomi sbattere contro di lui. "E perché?" Chiedo sfacciata. Lui rimane a guardarmi, non trovando una buona scusa. "Ecco, appunto" dico per poi liberarmi dalla sua presa e dirigermi verso il tavolo. Non sono una bambina a cui dire quello che deve o non deve fare, mi sono stancata di questa cosa. "Louis e Isabel se ne sono già andati, ero venuto a cercarti" mi informa, vedendo che non trovo nessuno al tavolo. "Non ho bisogno del baby-sitter" rispondo seccata. Shawn sbuffa seccato alzando gli occhi al cielo. "Senti, vaffanculo" urla per poi dirigersi velocemente verso l'uscita. "Non vado dove vai tu" rido amaramente. "Ti volevo solo accompagnare a casa perché mi faceva piacere, non ho detto che non sei capace di tornare da sola!" Urla lui, girandosi improvvisamente verso di me. "Okay" dico fredda, distogliendo lo sguardo. Esce velocemente dal locale sbattendo la porta e facendomi sussultare. Forse per quanto riguarda questo ho esagerato, rimane il fatto che non può decidere al posto mio con chi debba uscire.
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Tornata a casa mi metto uno dei miei tanti amati pigiama con un cagnolino che dorme su un cuscino ritratto sopra. Isabel sta già dormendo, cosi, dopo essermi lavata e struccata, mi corico senza fare troppo rumore. Ogni volta che litigo con Shawn non riesco a dormire, non so perché. Ho litigato con tante persone nella mia vita però solo lui mi fa passare le notti in bianco. Decido di scrivergli, così prendo il telefono che si trova sul comodino e abbasso la luminosità per evitare di rimanere accecata. -sei sveglio?- gli scrivo. Non risponde. Probabilmente si è addormentato. Voglio parlare con lui e chiarire. Mi alzo dal letto e mi infilo le ciabatte, esco dal cancello di casa e scavalco il loro. Alla fine questi cancelli sono bassissimi, non ci vuole niente a scavalcarli, non capisco perché continuo a chiuderli a chiave quando esco. Come immaginavo la porta sul retro è aperta, una casa anti-ladro proprio. Salgo le scale che portano alla camera di Shawn, però non lo trovo. Scendo le scale, solo adesso mi rendo conto che la luce della cucina è accesa. Entro, trovando lui seduto sul tavolo con solo i boxer a bere un bicchiere d'acqua. Poggio una mano sulla maniglia della porta per evitare di collassare, solo che faccio rumore, facendolo girare. "Che ci fai qui?" Chiede confuso. "È successo qualcosa?" Scende velocemente dal tavolo assumendo un'espressione preoccupata. Si preoccupa anche dopo che l'ho trattato di merda, dove lo trovo un altro ragazzo così. "Volevo parlare con te" dico alzando leggermente la testa a causa della differenza d'altezza. Lui rimane in silenzio, indicandomi di continuare. "Mi dispiace averti trattato male" comincio abbassando lo sguardo sulle mie mani. "Solo che non mi piace essere trattata come una bambina a cui si deve dire cosa si deve o non si deve fare" continuo, alzando nuovamente lo sguardo e incontrando il suo. Lui avanza leggermente dalla sua posizione attuale. "Non penso che tu sia una bambina incapace di prendere delle decisioni" spiega lui, continuando a guardarmi. "E allora? Shawn, non era un appuntamento" lo rassicuro, prendendogli una mano. "A me sembrava di sì" dice guardandomi come se fosse ovvio e che fossi io quella ingenua che non capisce niente, ecco, di nuovo. "Pensi che non sia capace di rendermi conto se si tratta di un appuntamento o no?" Chiedo seccata. È un continuo tira e molla. "Dico solo che gli piaci e che quell'invito non era innocuo come ti sembra." Risponde cercando di mantenere la calma e di non urlarmi contro. "E chi te lo ha detto questo?" Chiedo io sgarbatamente. "Andiamo, non dirmi che non te ne sei accorta. Ti muore dietro" risponde sbuffando e poggiando un fianco al ripiano della cucina. "È per questo che lo odi tanto? Perché gli piaccio?" Chiedo seccata, gesticolando. "Non lo odio" risponde freddo, distogliendo lo sguardo. "Si invece! Non puoi odiare una persona solo per gelosia, andiamo, è solo gentile" urlo. Mi maledico mentalmente, se continuiamo così finiremo per svegliare quello stupido nano. "Non sono geloso" continua lui freddo. Certo, potrebbe darmi delle risposte un po' più articolate, sto facendo una fatica madornale. "E allora cosa vuoi?" Chiedo esausta dalla conversazione. Ero venuta qui per chiarire, non per peggiorare ulteriormente la situazione. "Voglio essere lasciato in pace" dice immobile, apatico. Non mi guarda nemmeno in faccia. A quella risposta mi prende una fitta allo stomaco, vuole seriamente che me ne vada e lasciare tutto così com'è? Rimango ferma di fronte a lui, aspettando che dica qualcosa, qualsiasi altra cosa. L'unica cosa che fa è rimanere in silenzio a guardare la sedia della cucina. Decido di andarmene, a quanto pare non ha più niente da dire. Scavalco il recinto che separa i due giardini e ritorno a fissare il soffitto nel mio letto.
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heila! Si, lo so, mi starete odiando perchè litigano troppo spesso però mi fanno ridere le loro discussioni insensate. Beeene, spero che il rientro a scuola sia andato bene a tutte, detto questo buona giornata mie care <3

Summer Love||Shawn MendesWhere stories live. Discover now