Capitolo 14- Giornata con Shawn (pt.2)

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"ti va di giocare a FIFA?" Chiede Shawn divertito dalla mia espressione accigliata a quella proposta. "Non sono capace" rispondo incrociando le gambe. "Dai ti insegno, giochiamo nella stessa squadra" cerca di convincermi lui. "Okay, basta che non mi urli contro come hai fatto con Isabel l'altro giorno" rido al suo isterismo contro la mia povera amica. "Promesso" dice mostrando la mano destra come uno scout. Dopo avermi spiegato i comandi del gioco, cominciamo la partita. Inutile dire che faccio schifo. "Goal!" Urlo quando la palla che tiro entra in rete. Shawn ride. "Era auto goal" sta ridendo di gusto, antipatico. Mi sbatto una mano in fronte "sono negata" affermo scuotendo la testa. "Va bene, facciamo una cosa" lo guardo confusa mentre annulla la partita. Spegne un joystick e mi porge quello acceso. Lo afferro non capendo quello che voglia fare. Mi fa alzare dal divano, per poi prendermi dai fianchi e farmi sedere sopra di lui. "Adesso tu giochi e io ti dico cosa fare, okay?" Dice continuando a tenermi per i fianchi. "Sicuro che non ti peso?" Chiedo preoccupata. Quando mio padre mi faceva sedere sulle sue ginocchia gli ponevo la stessa domanda, ho paura di pesare e che la gente non me lo dica per non farmi rimanere male. "Sei quattro ossa" ride come se la mia domanda fosse insiensata e stringendomi leggermente il fianco destro. Avvia una nuova partita, a quel punto toglie le mani dai miei fianchi, mettendole sulle mie e appoggiando i gomiti sulle mie cosce e il mento sulla mia spalla destra. Il mio cuore sta minacciando di uscire dalla gabbia toracica e andare a farsi un giro in California. Dopo poco la partita termina con la nostra vittoria. "Che maestro che sono" dice pavoneggiandosi. "L'allieva ha fatto la sua parte" rispondo di rimando, ricevendo un "mmh" in accordo. Shawn spegne il joystick e la televisione e io mi alzo dalle sue gambe. "Che fai?" chiede bloccandomi per un polso. "Mi sto alzando" rispondo ovvia. Mi riprende per i fianchi facendomi risedere su di lui, i bisonti nello stomaco non smettono di correre. Si appoggia allo schienale, facendo poggiare la mia schiena al suo addome e abbracciando la mia vita. "Beh io non voglio che ti alzi" risponde lasciandomi, per la seconda volta nel giro di due ore, un bacio sulla guancia. Mi vuole far morire. Una notifica interrompe questa atmosfera paradisiaca.
Da Is: stasera ceno fuori con Louis, non mi aspettare
A Is: okay, divertitevi
Se mi avesse ascoltata di persona, la frase avrebbe avuto un tono malizioso.
Da Is: anche tu. Xo
"A quanto pare quei due rimangono anche a cena fuori" informo Shawn, il quale sta giocando con l'orlo della mia maglietta. "Ti va se ordiniamo una pizza?" Annuisco alla sua proposta. "Hai ancora i biscotti al cioccolato?" Chiedo divertita girando la testa, poggiata sulla sua spalla sinistra, verso la sua faccia. "Si" dice ridendo. Mi alzo dalle sue gambe e vado verso la dispensa, tirandone fuori i biscotti al cioccolato. "Mmh buoni" dico addentandone uno. "Dammene uno" ordina allungando la mano, dove metto un biscotto pochi secondi dopo. "Chiamo la pizzeria" dice finendo di masticare il biscotto e alzandosi dal divano. Si avvicina rimanendo impalato davanti a me. Oddio, che sta facendo?! Non mi sento pronta a tutto ciò, perché sono così agitata? Emily, placati. Deve aver notato la mia faccia preoccupata e la postura tesa, infatti ride. "Devo prendere il telefono" dice, indicando il telefono poggiato sulla scaffale dietro di me. "Oh scusa" vai Emily, le figure di merda non guastano mai, penso, scuotendo la testa. Dopo aver ordinato la pizza, Shawn va in bagno a farsi una doccia e io mi siedo sul divano a guardare uno di quei programmi di cucina, non che mi interessino, però mi hanno sempre rilassato molto. Mentre sono concentrata a vedere come si prepara una torta al cioccolato, sento l'acqua della doccia fermarsi, segno che Shawn ha finito di lavarsi. "Io vado in camera a vestirmi" mi avvisa con solo un asciugamano in vita, dirigendosi verso quella che deve essere la sua camera. Perché mi fa questo effetto? Santo cielo Emily, calma gli ormoni. A distrarmi dai miei pensieri è il rumore del campanello, guardo dalla finestra del salone vedendo che, fuori dal giardino, vi è un ragazzo con dei cartoni di pizza in mano. "Shawn, sono arrivate le pizze" urlo, sperando possa sentirmi. "Puoi aprire tu per favore?" Urla di rimando. Così faccio, apro la porta per poi trovarmi un Liam in vesti di fattorino. "Emily" sorride sorpreso. "Ehy, ciao" dico spostando i capelli sulla spalla destra in modo nervoso. Non mi aspettavo di ritrovarmelo davanti. "Non pensavo abitassi qui" dice sinceramente. "Infatti non è" comincio "È casa mia" interviene Shawn con solo i boxer addosso. Oh santo cielo. Liam ci guarda sorpreso e imbarazzato allo stesso tempo. "Oh, ehm, scusate, ci vediamo" dice porgendomi le pizze in mani e uscendo dal giardino. "Liam, i soldi" urlo, ma non mi sente. Mi metto una mano sulla fronte per poi passarla tra i capelli, con fare stressato. "Che c'è?" Chiede Shawn notando la mia espressione frustrata. "Che c'è?!" Urlo tra un misto di isteria e ironia. "Chissà cosa ha pensato, insomma, sei venuto in boxer" urlo agitata. "E allora?" chiede. Non capisco se ci è o ci fa. "Avrà pensato che stavamo facendo chissà cosa" dico sedendomi su una delle sedie vicino al tavolo, pensando a una giustificazione da dargli il giorno seguente. "Mi spieghi qual è il problema se ci vede insieme?" Sbotta nervoso. "Nessuno, solo che, insomma, ci conosciamo da poco, non vorrei che pensasse che io sia quel genere di ragazza." Rispondo sinceramente. "Non avrà pensato male, se avessi avuto anche tu i capelli bagnati avrebbe potuto farlo, ma non abbiamo fatto niente perciò non vedo quale sia il problema" dice tranquillamente, sotto questo punto di vista non ha tutti i torti.
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"Ti va di uscire a fare un giro?" Chiede dopo aver finito di masticare l'ultimo boccone della sua pizza. "Va bene" rispondo "passo un attimo da casa a prendere una felpa" lo avverto. Qui la sera fa davvero freddo, non capisco come possano esserci delle escursioni termiche così accentuate. "Te la presto io" dice andando, nuovamente, in camera sua. "Non c'è bisogno" lo rassicuro, ma senza successo. Dopo pochi istanti esce dalla camera con una felpa nera a zip, porgendomela. "Prendila e stai zitta" mi ordina ridendo. Arrossisco leggermente per poi prendere la felpa sussurrando un "grazie". Inutile dire che mi sta enorme e arriva quasi al ginocchio, però mi piace, adoro le felpe grandi. Shawn ride. "Che c'è?" Chiedo imbarazzata. "sei minuscola in questa felpa" risponde, giustificando la sua risata. "Non è colpa mia se sei alto" mi giustifico. "Sei tu che sei diversamente alta" ride, cretino. "Gne gne" lo scimmiotto. Prendo il cellulare e lo metto nella tasca della grande felpa per poi uscire di casa seguita da Shawn. "Ti va un gelato?" chiede mentre ci avviamo verso il paese. "Ti sto prosciugando il conto in banca" rido, alludendo alle diverse cene che ha offerto, oltre alla colazione e al pranzo della mattina stessa. "Vuoi il gelato?" Domanda nuovamente, facendo finta di non aver sentito, sorridendo. "No" rispondo. "Si che ti va" dice ridendo. Non mi va di fargli spendere altri soldi, glielo offrirei io se avessi il portafogli con me. "Tu prendilo, a me non va" dico. Noto lo sguardo corrucciato di Shawn, il quale, dopo la mia risposta, si mette davanti a me, bloccando il mio percorso. "Em è un gelato, non ti sto mica comprando dei biglietti aereo per New York" dice cercando un contatto visivo che gli nego, guardando il pavimento che è diventato d'un tratto la cosa più interessante del mondo. "Emily" mi richiama, facendomi alzare lo sguardo, il quale si incatena al suo, ma che potere ha? "Facciamo così, domani mi offri la colazione. Ci stai?" Chiede cercando di contrattare. Annuisco. "Andiamo a prendere un gelato a questa bimba, adesso" dice ridendo e prendendomi la mano, cosa che fa risvegliare gli elefanti nel mio stomaco.

Summer Love||Shawn MendesWhere stories live. Discover now