Giudice e giuria

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Ryan era solo, in piedi, immobile a pochi metri da noi. La sua pistola era puntata contro Christopher e di conseguenza anche contro di me, perché il gemello di Ray era scivolato alle mie spalle, in modo tale da trasformare il mio corpo in una sorta di scudo.

Ero paralizzato. Sentivo la lama gelida del coltello contro la mia gola. L'odore del suo fiato addosso. I suoi respiri irregolari.

Guardai Ryan.

C'era qualcosa di strano nei suoi occhi. Una luce differente. Oscura.

Non sembrava affatto intimorito da Christopher. Era come se non fosse preoccupato del fatto che ero nelle sue mani.

L'ex detective incominciò a camminare verso di noi.

<<Che cosa stai facendo?>> domandò Christopher, nervoso. Si muoveva a scatti e il suo respiro era sempre più affannato.

Ryan, però, non rispose. Continuò soltanto a camminare nella nostra direzione, in silenzio.

<<Che cosa vuoi fare?>> chiese ancora una volta Christopher, alzando la voce.

<<Ryan>> dissi anche io, perché come lui non riuscivo a decifrare le sue intenzioni.

Ma Ryan Cooper non ci stava ascoltando.

<<Gli taglio la gola. Se non ti fermi adesso, lo faccio. Gliela apro in due parti.>>

Chiusi gli occhi.

Per la prima volta, sentii che la mia vita non era più nelle mie mani. Ero soltanto più uno spettatore. Ritrovai lo sguardo di Marianne.

Ti amo, Marianne.

Riaprii gli occhi e mi resi conto che Ryan era sempre più vicino a noi.

<<L'hai voluto tu>> disse Christopher, portando la lama del coltello sotto il mio orecchio sinistro.

Poi, all'improvviso, accadde qualcosa che non avevo previsto.

Ryan gettò a terra la pistola e allora Christopher allentò la stretta intorno al mio corpo. In quel momento pensai che, nella sua mente, il fatto che Ryan avesse gettato a terra l'arma dovesse esser sembrato una sorta di resa.

Beh, non lo era.

Ryan si avvicinò a noi ancora di più, sorprendendoci. Ciò che accadde in seguito fu rapido e devastante.

Mi colpì con forza allontanandomi da Christopher, poi si scagliò contro di lui.

Non credo che il gemello di Ray potesse aver previsto una reazione di quel tipo, soprattutto dopo che Ryan aveva gettato a terra l'arma.

L'ex detective lo colpì con violenza in viso, con un pugno, facendolo traballare. Christopher perse l'equilibrio e cadde all'indietro. A quel punto Ryan gli si mise sopra, in ginocchio, e continuò a colpirlo in faccia.

Ero ancora stordito per ciò che stava succedendo. Sentivo la pioggia che cadeva incessante su di noi, coprendo la rabbia, i suoni, le grida.

Mi guardai intorno alla ricerca di altre persone. Mi alzai da terra a fatica, poi mi avvicinai a Ryan. Stava continuando a colpire Christopher in viso, e ogni colpo sembrava più forte e più violento del precedente. A un certo punto fui abbastanza vicino a loro da sentire le sole parole pronunciate dall'ex detective.

<<Devi dirmelo, adesso. Sei stato tu? Hai ucciso tu mia figlia? Dimmelo, adesso!>>

Un pugno.

<<Sei stato tu?>>

Ancora un pugno, più forte.

<<Sei stato tu?>>

Un pugno, ancora uno, ancora uno.

<<Devi dirmelo. Devi dirmelo. Devi dirmelo.>>

Un pugno. Un pugno. Un pugno. E un altro. E un altro ancora. E ancora un altro.

<<Sei stato tu?>>

<<Ryan, fermati! Ryan!>> gridai, raggiungendolo. Ma lui non mi ascoltava. Con un colpo rapido della mano mi spinse via.
Scivolai sull'acqua ma mi rialzai e tornai verso di loro.

Osservai Christopher. Era steso a terra, immobile sotto il corpo di Ryan. Non aveva mai cercato di opporre resistenza. Il suo volto era ridotto a una maschera di sangue. Un occhio era chiuso e l'altro aperto.

<<Io... io...non ti avevo riconosciuto...>> disse, rivolgendosi a Ryan ,<<ma ora... ora sì. Mi ricordo di te. Ti occupavi delle indagini sugli omicidi delle ballerine... dieci anni fa... adesso ricordo. Ricordo.>>

Tossì, sputando fiotti di sangue.

<<Sei stato tu, Christopher? Hai ucciso tu mia figlia Melissa?>>

Pioveva sempre più forte, ma quelle sul volto di Ryan erano lacrime.

Ci fu un lungo silenzio.

Christopher si sollevò lentamente, appoggiandosi sui gomiti. Riversò la testa all'indietro.

<<La prima... la prima ragazza... si chiamava Gloria. Ero innamorato di lei. In qualche modo, per qualche motivo, mi aveva ricordato mia madre. L'ho uccisa io. E ho ucciso anche tua figlia. La vita è andata...>> Tossì ancora, sputò altro sangue. <<La vita è andata così.>>

Rimase immobile, con i gomiti a terra e la testa rivolta verso il cielo. Chiuse l'occhio che era rimasto aperto per metà.

Ryan non disse nulla. Chiuse gli occhi anche lui per un attimo, poi li riaprì.

<<Le altre? Le hai uccise tu?>>

<<Le ho uccise io. Le ha uccise Ray. Siamo stati entrambi.>>

Mi avvicinai a Ryan, ma lui mi allontanò ancora una volta, spingendomi via.

Fece qualche passo indietro e raccolse la pistola da terra, poi tornò verso Christopher e appoggiò la canna contro la sua testa.

Sentii il rumore della sicura che si toglieva.

Avrei voluto dirgli di non sparare, stavo per farlo, ma d'un tratto cambiai idea.

Quella storia non mi riguardava più. Non fino a quel punto. Era la storia di Ryan. Era la storia di sua figlia e della sua ex moglie.

Era la sua vita.

Li guardai un'ultima volta.

L'uomo in piedi e quello a terra, immobili sotto la pioggia.

Il bene e il male.

Mi voltai e mi incamminai da solo nella direzione opposta alla loro.

Scelsi di non vedere che cosa Ryan avrebbe deciso di fare.

Più mi allontanavo da lì, più sentivo crescere in me una certezza: avevo preso la decisione corretta nel non tentare di fermarlo.

Avevo quasi raggiunto il centro della stazione quando all'improvviso vidi un numero sempre più alto di uomini correre verso di me, verso la strada che mi ero lasciato alle spalle.

Non mi voltai per guardare che cosa fosse successo.

Incrociai il detective Miller. Anche lui stava correndo verso Ryan e Christopher.

Feci ancora qualche passo. Raggiunsi una panca e mi sedetti di fronte a uno dei tanti treni fermi. Mi portai le mani sul volto. Chiusi gli occhi.

Era finita. Provai, per la prima volta dopo tanto, troppo tempo, una sensazione di sollievo.

Non ero stato né giudice né giuria.

Sapevo che, qualunque fosse stata la scelta di Ryan, lui avrebbe fatto la cosa giusta.

La ballerinaWhere stories live. Discover now